Alessandra Ruffini

Mafia dei pascoli o delinquenza comune?

Ci sono storie che il paese ignora. Ci sono pezzi di territorio dove lo Stato non è presente.

Ci sono persone oneste che ogni giorno portano avanti una battaglia solitaria e incessante contro l’illegalità e i soprusi.

Lei si chiama Assunta Valente, è una guerriera. Vive a Cardito di Vallerotonda, in provincia di Frosinone tra le montagne, belle e isolate, al confine con il Parco nazionale D’Abruzzo.

Imprenditrice, allevatrice, pastora.

La sua vita e quella dei suoi animali creano un mondo simbiotico, il cui ritmo è scandito dalle regole perfette della Natura: le stagioni, la pioggia, il sole che sorge e tramonta dietro le cime, l’emozione della nascita di vitelli e agnelli, la fatica di chi quotidianamente fa un lavoro antico e bellissimo.

Ma non c’è solo la fatica e soprattutto non è tutto così poetico.

C’è molto altro nella vita di Assunta, diventata vittima di chi utilizza la violenza allo scopo di allontanarla dalla sua terra e prendersi i suoi pascoli.

Da anni questa donna, forte e coraggiosa, subisce ogni forma di persecuzione e attacco:  alcuni capi di bestiame fatti sparire, animali uccisi, le hanno fatto ritrovare una testa infilzata su un palo, l’amato cane Giulio morto avvelenato, recinzioni divelte e tubature danneggiate.

Tante le segnalazioni e le denunce fatte dalla vittima, ma non è servito a molto.

Assunta, e non solo lei, presa di mira da chi vuole impossessarsi dei terreni, forse per ottenere i fondi europei: tanti soldi che l’Europa elargisce a sostegno degli allevamenti.

In questi giorni è accaduta una cosa gravissima, la peggiore in una vicenda già terribile.

Assunta è stata picchiata, molestata sessualmente e pesantemente minacciata da tre uomini; esseri miserabili (che lei conosce) non hanno esitato ad usare la violenza fisica per spaventarla e farla desistere.

In pronto soccorso le sono state riscontrate lesioni sul viso e sul corpo.

Assunta è molto provata, spaventata. Ha naturalmente denunciato tutto alle forze dell’ordine.

Ma il dolore e la paura sono niente rispetto alla rabbia per l’ingiustizia subita e per la solitudine alla quale è condannato chi ha il coraggio di denunciare.

La vicenda è nota, se ne sono occupati anche trasmissioni televisive delle reti nazionali. Nonostante i numerosi esposti nessuno è stato condannato.

La politica fino ad oggi non ha aiutato Assunta; dalla giustizia non sono ancora arrivate risposte.

In paese qualcuno vorrebbe farla passare per la “pazza” che si inventa le cose.

In questi territori totalmente isolati, luoghi lontani e abbandonati, l’assenza dello Stato, e delle istituzioni, permette alla criminalità organizzata e alla delinquenza comune di calpestare la legge e tormentare chi vorrebbe solamente svolgere in pace il proprio lavoro.

Chi c’è dietro alle violenze e alle minacce in danno della pastora di Vallerotonda?

E’ mafia dei pascoli o semplice criminalità locale?

Lo valuteranno gli organi competenti.

Ma la giustizia ha i suoi tempi, mentre Assunta vive questo incubo da anni e la solitudine uccide più delle percosse.

La sua incolumità è in pericolo, come lo sono i suoi animali. L’ultimo una vitellina di pochi giorni trovata morta

Questa vicenda ha, come spesso accade, una aggravante in più: la vittima è donna.

Ecco perché i suoi “aguzzini” non si fermano neanche di fronte alle denunce, ecco perchè non esitano ad utilizzare ogni tipo di abuso.

E’ fondamentale restare al fianco delle persone coraggiose come Assunta Valente che ogni giorno mette in atto una vera e propria “resistenza” e ci insegna a non piegare mai la testa.

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