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261 giorni su una gru. Anche noi, come Gina Lollobrigida, chiediamo l’intervento di Mattarella

Gina Lollobrigida scrive  al  Capo dello  Stato Sergio Mattarella  per  appalesare tutta la  Sua  delusione  e  che  è  pronta anche  a  lasciare l’Italia:

 

“… Scrivo per mettere a conoscenza il Presidente Mattarella di quanto sta accadendo. Non posso più nascondere che sono veramente amareggiata, delusa e ferita. Ho lavorato e rappresentato l’Italia nel mondo per oltre 70 anni per avere un trattamento ignobile. Oggi a 92 anni credo di meritare un po’ di tranquillità e di non essere trattata come una persona incapace visto che non lo sono. Ho aspettato anni perché credevo nella giustizia italiana. Mi sbagliavo e adesso hanno esagerato. Vorrei domandare al Presidente Mattarella come mai nel mio caso gli articoli 2, 3 e 4 della Costituzione Italiana vengono letteralmente calpestati. È per caso un ringraziamento di fine carriera? Io lavoro e desidero continuare a vivere e lavorare liberamente. Come è nei miei diritti. Se qualcuno di serio non prende in mano la situazione (se il cuore mio dovesse ancora resistere a queste ingiustizie) sarò costretta a lasciare l’Italia. In attesa di un suo tempestivo riscontro. Cordiali saluti. Gina Lollobrigida”.

 

Non so  se Marcello Di Finizio concorda,  ma  penso  che tanti potrebbero  tranquillamente  fare  copia/incolla:

 

Caro Presidente Sergio Mattarella,  sono  un  cittadino  italiano residente a Trieste. Mi  chiamo Marcello Di Finizio. Scrivo  per  dirLe che sono molto deluso  della  Giustizia del  nostro Paese, sarei quasi  pronto  anche  a  lasciare l’Italia (per  portarmi  un po’ avanti  da  oltre  8  mesi son già salito su  una  gru nel Porto del Free Territory of Trieste). Con la  presente desidero portare  alla Sua  conoscenza il contegno  ignobile  delle Autorità Istituzionali  locali (dal Sindaco  al Prefetto) e quanto  sta accadendo in  questa  bella città di Trieste. Dopo oltre 8  mesi  di totale  indifferenza nei  miei  confronti non posso più nascondere che sono veramente indignato,  amareggiato, deluso e ferito. Ho lavorato onestamente  una  vita per costruirmi un futuro  solo per  ritrovarmi oggi defraudato ed  ingiustamente  privato  di tutti i miei  mezzi  di  sussistenza. Oggi credo di meritare un po’ di rispetto  e di non essere trattato come un delinquente ed  un emarginato sociale visto che non lo sono. Chi  rappresenta  lo  Stato a  Trieste  ha davvero esagerato.  Ho aspettato anni perché credevo nella giustizia italiana. Probabilmente mi sbagliavo. Vorrei domandarLe Egregio Sig. Presidente Mattarella come mai nel mio caso gli articoli 2, 3 e 4 della Costituzione Italiana siano letteralmente calpestati. È per caso un gesto  d’attenzione e di ringraziamento riservato a tutti  gli  imprenditori  onesti  come  me? Io ho  sempre lavorato, con  impegno e  dedizione,  e desidererei continuare a  farlo,  vivendo e lavorando  liberamente senza  dover rischiare fisicamente per affermare  i miei sacrosanti diritti. Come è pur  sancito  dalla Nostra  Costituzione  Italiana e dalla  Carta  Internazionale dei  Diritti dell’Uomo (nonché da  ultimo  pure  dallo Statuto costitutivo  della  Città di Trieste). Con  la  presente gradisco  preavvertirLa che se qualcuno di serio non dovesse prendere in mano la mia  situazione (e se il cuore mio dovesse ancora resistere a tutte queste prolungate  ingiustizie) sarò giocoforza costretto,  mio malgrado,  a lasciare l’Italia. In attesa di un suo tempestivo riscontro. Con i  più cordiali saluti. Marcello Di Finizio – Ristoratore ed Imprenditore Balneare  da 261 giorni – e  notti –  sulla Gru Ursus ormeggiata nel  Porto  italiano di  Trieste, per rivendicare i  suoi  diritti calpestati  (nell’indifferenza  pressochè  totale  di  TUTTE  le Istituzioni)”.

 

Per approfondimenti potete dare  un’occhiata QUÌ, QUÌ, e QUÌ, oppure  QUÌ od anche  QUÌ.

 

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