Gina Lollobrigida scrive al Capo dello Stato Sergio Mattarella per appalesare tutta la Sua delusione e che è pronta anche a lasciare l’Italia:
“… Scrivo per mettere a conoscenza il Presidente Mattarella di quanto sta accadendo. Non posso più nascondere che sono veramente amareggiata, delusa e ferita. Ho lavorato e rappresentato l’Italia nel mondo per oltre 70 anni per avere un trattamento ignobile. Oggi a 92 anni credo di meritare un po’ di tranquillità e di non essere trattata come una persona incapace visto che non lo sono. Ho aspettato anni perché credevo nella giustizia italiana. Mi sbagliavo e adesso hanno esagerato. Vorrei domandare al Presidente Mattarella come mai nel mio caso gli articoli 2, 3 e 4 della Costituzione Italiana vengono letteralmente calpestati. È per caso un ringraziamento di fine carriera? Io lavoro e desidero continuare a vivere e lavorare liberamente. Come è nei miei diritti. Se qualcuno di serio non prende in mano la situazione (se il cuore mio dovesse ancora resistere a queste ingiustizie) sarò costretta a lasciare l’Italia. In attesa di un suo tempestivo riscontro. Cordiali saluti. Gina Lollobrigida”.
Non so se Marcello Di Finizio concorda, ma penso che tanti potrebbero tranquillamente fare copia/incolla:
“Caro Presidente Sergio Mattarella, sono un cittadino italiano residente a Trieste. Mi chiamo Marcello Di Finizio. Scrivo per dirLe che sono molto deluso della Giustizia del nostro Paese, sarei quasi pronto anche a lasciare l’Italia (per portarmi un po’ avanti da oltre 8 mesi son già salito su una gru nel Porto del Free Territory of Trieste). Con la presente desidero portare alla Sua conoscenza il contegno ignobile delle Autorità Istituzionali locali (dal Sindaco al Prefetto) e quanto sta accadendo in questa bella città di Trieste. Dopo oltre 8 mesi di totale indifferenza nei miei confronti non posso più nascondere che sono veramente indignato, amareggiato, deluso e ferito. Ho lavorato onestamente una vita per costruirmi un futuro solo per ritrovarmi oggi defraudato ed ingiustamente privato di tutti i miei mezzi di sussistenza. Oggi credo di meritare un po’ di rispetto e di non essere trattato come un delinquente ed un emarginato sociale visto che non lo sono. Chi rappresenta lo Stato a Trieste ha davvero esagerato. Ho aspettato anni perché credevo nella giustizia italiana. Probabilmente mi sbagliavo. Vorrei domandarLe Egregio Sig. Presidente Mattarella come mai nel mio caso gli articoli 2, 3 e 4 della Costituzione Italiana siano letteralmente calpestati. È per caso un gesto d’attenzione e di ringraziamento riservato a tutti gli imprenditori onesti come me? Io ho sempre lavorato, con impegno e dedizione, e desidererei continuare a farlo, vivendo e lavorando liberamente senza dover rischiare fisicamente per affermare i miei sacrosanti diritti. Come è pur sancito dalla Nostra Costituzione Italiana e dalla Carta Internazionale dei Diritti dell’Uomo (nonché da ultimo pure dallo Statuto costitutivo della Città di Trieste). Con la presente gradisco preavvertirLa che se qualcuno di serio non dovesse prendere in mano la mia situazione (e se il cuore mio dovesse ancora resistere a tutte queste prolungate ingiustizie) sarò giocoforza costretto, mio malgrado, a lasciare l’Italia. In attesa di un suo tempestivo riscontro. Con i più cordiali saluti. Marcello Di Finizio – Ristoratore ed Imprenditore Balneare da 261 giorni – e notti – sulla Gru Ursus ormeggiata nel Porto italiano di Trieste, per rivendicare i suoi diritti calpestati (nell’indifferenza pressochè totale di TUTTE le Istituzioni)”.
Per approfondimenti potete dare un’occhiata QUÌ, QUÌ, e QUÌ, oppure QUÌ od anche QUÌ.