Francesca Scoleri

Rosatellum: “…se un tiranno o un manipolo di deficienti usurpa il potere e prescrive al popolo quel che deve fare…”

Il segretario del Pd, Matteo Renzi, dice di ispirarsi ad Alcide De Gasperi che nel 1953 pose la fiducia sulla riforma della legge elettorale ma l’aria che tira intorno al Rosatellum, sa più di epoca fascista.

Lo scompiglio che ruota intorno alla legge elettorale, fa venire voglia di guardare oltralpe nel tentativo di capire come funziona negli altri Paesi europei. Ebbene, l’impatto potrebbe essere devastante. La spiegazione che Wikiversità da ad ognuna delle leggi in essere, è di pochissime righe e quel che balza all’occhio è quindi “semplicità” e “trasparenza”. Alcuni esempi:

Regno Unito; presente il Plurality secco. Vince chi prende più voti, anche se è presente un tentativo di orientamento verso il Contingent Vote. Francia; per l’Assemblea nazionale si va a votare a doppio turno. Il seggio va a chi ha raggiunto il 50% +1 dei voti, altrimenti ha luogo il ballottaggio tra i candidati che hanno ottenuto un numero di consensi superiore al 12,5% al primo turno. Belgio; è la patria di D’Hondt, infatti il suo metodo è ancora utilizzato per la suddivisione dei seggi di entrambe le camere. Queste sono composte da 150 membri. 20 sono le circoscrizioni. Spagna; la camera è composta da 350 membri, votati in 52 circoscrizioni, che attribuiscono 2 seggi ognuna, attraverso il metodo d’Hondt. I seggi rimanenti sono eletti in altre circoscrizioni con quoziente elettorale e numero di seggi non fisso. Le liste sono rigide e bloccate, con soglia di sbarramento al 3%.I partiti in Spagna sono molto rigidi: chi fuoriesce da uno non può in un secondo momento entrare in un altro. Su questo passaggio invitiamo a non fare confronti. Ne va la salute del nostro fegato già ampiamente avvelenato da losche figure che cambiano ideologia dall’alba al tramonto.

Da premettere che all’estero,  il sistema elettorale attuale, è il medesimo da decenni. Ora, amaramente, torniamo in Italia. Qui la legge elettorale è ormai divenuta discrezionale al gruppo di potere emergente. Veniamo da ben due leggi giudicate incostituzionali, il porcellum e l’Italicum.Già una poteva servire ad avere quantomeno il desiderio di salvare la faccia con la successiva ma nulla.La faccia come la parola, continua a perdere appeal e quindi ecco servito il Rosatellum, un insieme di norme che, incredibile ma vero, è persino peggiore delle tentate leggi che l’hanno preceduto.

Attraverso la prova di forza della fiducia alla Camera, cosa viene approvato con la nuova legge? Ben 600 onorevoli scelti dai partiti e già questa è un’aberrazione inoltre, coalizioni finte presunte e mutanti ovviamente in base alla convenienza dei partiti che oggi sostengono il Rosatellum. E il cittadino ? Ah già il cittadino ! Mortificato da una legge profondamente illiberale che fra le pieghe della vergogna, nasconde persino una norma che darebbe la possibilità a chi come Denis Verdini ha conseguito condanne per corruzione, truffa e bancarotta, di candidarsi all’estero. Perché come diceva Calamandrei, “fra le tante distruzioni di cui il passaggio della pestilenza fascista è responsabile, si dovrà annoverare anche quella, non riparabile in pochi anni, del senso della legalità”. Sono passati più di 50 anni da quelle parole e l’illegalità risiede ancora sotto la voce “non riparabile”in Italia.

La prepotenza esercitata intorno all’approvazione del Rosatellum, ha nefaste somiglianze con la legge Acerbo voluta da Benito Mussolini per assicurare al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare. Allora come oggi, la volontà di uccidere la rappresentanza e l’assemblea parlamentare. Le prime elzioni successive alla legge Acerbo, si svolsero in un clima di spaventose intimidazioni, ci furono dei morti e tanti feriti durante i comizi non allineati al potere. Il Duce prese oltre il 60% dei voti e il ventennio prese forma. Ma era solo il primo di molti altri.

L’intrapresa di  Matteo Renzi, oggi vanta più somiglianze a quella del defunto Mussolini ad esempio in materia di informazione e censura; non dimentichiamo che i nuovi direttori di testata su tutti i telegiornali Rai sono opera sua come la cancellazione di programmi definiti scomodi e l’allontanamento dagli schermi di chi “informava troppo”. Niente male per uno che è diventato capo del governo senza mai  passare dalle urne.Urge definire che fra i due, Mussolini e Renzi, il primo ne esce con più onore, non fosse che per il fatto di non essersi mai definito antifascista operando un inganno ideologico a danno di chi credeva nella sua politica.

Una vera e propria prova di forza dicevamo, che svela l’ipocrisia dilagante nella cosiddetta area antifascista. Prendiamo la Presidentessa della Camera Laura Boldrini; da mesi martella con la distruzione di tutto ciò che ricorda il fascismo e il potere del Duce, quindi di mezza Roma (non sa quel che dice), ma sulla legge elettorale sfornata dal partito democratico in pieno accordo con Silvio Berlusconi che di fatto svuota il senso di Repubblica parlamentare ha solo una cosa da dichiarare e cioè, che non si è opposta al governo perché “l’articolo 72 della Costituzione non dice che la fiducia è fuori dalla procedura normale”. Il suo spirito antifascista qui inizia e qui si conclude.

E come non condividere le parole di Alessandro Di Battista: “Il vero fascismo? Approvare una legge idiota sui monumenti del ventennio – tanto per distrarre l’opinione pubblica – e poi provare, a colpi di fiducia (come nel ventennio) a far passare una legge truffa che permette ai partiti di nominarsi i 2/3 del Parlamento”. La finalità di questa legge a noi sembra molto chiara; poter finalmente legittimare le innaturali alleanze di forze politiche che si professano avversarie ma non per scopi nobili quali convergenze legislative intorno alle urgenze del Paese ma ai  fini di impunità totale per le malefatte sin qui accumulate e per le quali, buona parte della magistratura, non accetta di chiudere gli occhi.

Non a caso abbiamo già parlato di un rapporto fra i due leader Renzi e Berlusconi, fondato sulla riforma del codice penale . Non meno importante sul piano degli accordi che legano inesorabilmente PD e FI, il nuovo codice antimafia in cui si alleggerisce il sequestro dei beni ai corrotti praticamente il fulcro della richiesta di riforma dello stesso.I reati contro la pubblica amministrazione continueranno ad essere trattati in modo morbido e l’assalto alle finanze pubbliche proseguirà sotto gli occhi dei contribuenti italiani. Corrotti e corruttori ringraziano il legislatore palesemente più vicino alle loro esigenze che non alle nostre di voler affermare il principio di giustizia e legalità.

Non ci resta che fare gli auguri al Partito democratico che oggi compie dieci anni di vita al servizio di Silvio Berlusconi; oggi, libero dalla zavorra dell’onore ( questo sconosciuto ), si riconosce nei suoi militanti che chiedono “governabilità” con chiunque; Berlusconi Alfano, mafia camorra ‘ndrangheta massoneria “purché si governi”. Un militante intervistato sulle innaturali alleanze risponde ““Se siamo una democrazia, dobbiamo fare entrare tutti quelli che non sono troppo distanti da noi…”. Tutto chiaro. Chiarissimo!