Nonostante tutto c’è ancora lo sdegno che spinge ad andare avanti. Nonostante tutto c’è ancora la speranza di cambiare le cose. Nonostante tutto sopravvive la speranza che la logica prevalga sulla follia.
Da anni oramai la politica, e le istituzioni tutte, hanno deciso di sacrificare la comunità di Taranto e i suoi cittadini a favore del profitto e della produzione dell’acciaio.
Molti rappresentanti delle istituzioni (locali e nazionali) chiudono gli occhi e mettono da parte la coscienza di fronte alla sofferenza di tanti cittadini, di fronte alle malattie oncologiche dei bambini, di fronte ai funerali che, quotidianamente, attraversano le strade di Taranto.
Non c’è stato governo che abbia voluto affrontare la questione dell’inquinamento a Taranto.
Non c’è stato e non c’è partito politico che, seriamente, abbia voluto prendere in mano questa carneficina, questa strage di Stato.
Le uniche voci che si sollevano con tenacia e indignazione reale, sono quelle raccolte dall’Associazione Genitori Tarantini; sin dalla propria costituzione l’associazione ha fatto battaglie, esposti, denunce sino ad arrivare alla Corte europea dei diritti dell’uomo per difendere la salubrità del territorio e il diritto alla salute, costituzionalmente riconosciuto e sino ad arrivare alla Corte di Giustizia dell’Unione europea!
Ecco allora l’ennesima lettera inviata al ministro di turno, in questo caso il ministro Raffaele Fitto che, privo di scrupoli e umanità, aggiunge il suo tassello al macabro quadro tarantino che, come soggetto principale, ha il sito siderurgico ex Ilva.
Anche il governo Meloni, quindi, non esita a fare la propria parte allo scopo di favorire la fabbrica, gli investitori e quindi il profitto.
Anche il governo Meloni, che si riempie la bocca di transizione ecologica e riconversione industriale, con un emendamento scellerato e delinquenziale, estende lo scudo penale, permette la produzione anche in caso di confisca dell’impianto, limita il potere della magistratura e taglia i fondi previsti nel Pnrr (circa 1.2 milioni) destinati a trasformare quel “cancro” (che è l’impianto siderurgico di Taranto) in qualcosa di sostenibile.
Non solo non ci sarà alcuna bonifica, ma si continuerà la produzione con il carbone nell’ottica di un aumento dei quantitativi, con conseguente aumento di veleni e scorie.
La politica non ha avuto mai intenzione di aiutare Taranto e i suoi abitanti: ha deciso di farne un territorio destinato all’annientamento, con il sacrificio di ogni forma di vita.
L’ arricchimento di pochi è direttamente proporzionale alla strage dei tanti.
È una vergogna nazionale quella di Taranto che dovrebbe pesare sulle coscienze di tutti, ma così non è.
Bambini che già nel grembo materno presentano materiali ferrosi all’interno del proprio organismo, giovani ragazzi e ragazze le cui vite sono spezzate negli anni migliori della loro esistenza, genitori condannati alla via crucis della malattia dei propri figli che, nella maggior parte dei casi, conduce inevitabilmente alla morte.
Questo sta facendo la politica a Taranto, nel silenzio generale di media nazionali e nell’indifferenza del resto del paese: sceglie di condannarla a morte.
Pubblichiamo di seguito la lettera dell‘Associazione genitori Tarantini con la speranza che il ministro Fitto torni lucido.