Francesco Erspamer

Salvini furbo non intelligente. Ha fatto un grave errore e ne pagherà le conseguenze

C’è un precedente, o ve lo siete già scordato? Il 20 dicembre 1994 (pochi giorni prima di Natale; è il modus operandi dei conigli, gettare il sasso quando gli italiani stanno per andare in vacanza), la Lega presentò una mozione di sfiducia al governo di cui faceva parte. Per passare dall’altra parte. Non gli andò molto bene: riuscì a far cadere il governo ma alle successive elezioni perse metà dei seggi (da 117 a 59) e a quelle dopo un’altra metà (da 59 a 30). Succede, quando ci si crede troppo furbi.

Salvini ha fatto un grave errore e ne pagherà le conseguenze; per questo Renzi è corso subito al suo soccorso. Il piano era diverso: una Lega forte e accusata assurdamente di essere fascista, a spingere fra le sue braccia tutti i populisti e così attrarre nel Pd tutti i globalisti.

L’importante era che il M5S, unica vera minaccia per la casta e le peggiori multinazionali, scomparisse. Ma Salvini è un politico furbo, non intelligente, e la furbizia ha le gambe corte e i nervi fragili. Ha cominciato a credere ai propri adulatori e ai sondaggi fasulli che lo davano al 40%, al 50%, al 100%, senza ricordarsi che avevano lo scopo di creare tensioni fra i pentastellati con l’aiuto della quinta colonna cattogrillina, non di alimentare il suo complesso di onnipotenza.

A questo punto solo un analogo errore del M5S potrebbe salvarlo; in particolare un’alleanza con i renziani, non importa con quale scusa.
È indispensabile che il M5S resti calmo, freddo, distaccato. Che dimostri di essere diventato capace di politica, non solo di buone intenzioni, delle quali sono lastricate le strade che portano alle dittature e ai fallimenti.

È in una condizione invidiabile, in cui gli basta stare sul ponte a guardare; ci penserà il fiume a portargli i cadaveri dei suoi nemici. Meglio non fare nulla che fare sciocchezze. Meglio contare fino a 100mila prima di rispondere alle provocazioni dei media. Ce ne saranno tante. Meglio approfittare di questa fase per migliorare la propria organizzazione territoriale e soprattutto le proprie capacità comunicative e propagandistiche. Inutile e dannoso, invece, perdere tempo con i piddini e le loro stampelle; il dialogo con loro ci danneggia. Vanno ignorati.

Il Pd renziano è totalmente inaffidabile; è bastato un anno per farvi scordare le sue capriole, i voltafaccia, il sistematico cazzeggio di personaggi come Boschi, Orfini, Del Rio? Già dimenticato il “stai sereno Enrico” di Renzi che si apprestava a pugnalarlo prima del previsto per il solo scopo di diventare il più giovane presidente del consiglio italiano? E i trucchi delle primarie? La promessa di abbandonare la politica se sconfitto al referendum? L’ingresso al Senato che voleva abolire? Non vogliono andare al voto in autunno perché sia loro che la Lega rispetto alle europee perderebbero alla grande. Per cui cercheranno di guadagnare tempo e di colpire non appena gliene capiterà l’opportunità; sperando che il M5S lo faccia lui l’errore di far finire la legislatura. Sanno di dovere comunque porle fine prima della scadenza del mandato di Mattarella: la casta non sopravviverebbe a un presidente della repubblica a essa estranea e ostile.

Nel frattempo faranno promesse a tutti, tanto non costano nulla, e più concreti accordi, ma segreti, con le multinazionali e con governi stranieri (utile un Gozi in quello francese), per assicurarsi il sostegno dei media e ricche consulenze se proprio tutto andasse male. Cadranno in piedi e lo sanno, per questo possono far finta di rischiare.

Il M5S è ancora troppo ingenuo, diviso e privo di influenza mediatica e territoriale per ottenere in pochi mesi risultati sufficienti a convincere gli italiani, molti dei quali ormai con una soglia di attenzione di tre minuti e di 140 caratteri. Di sicuro il Pd giocherebbe la carta dello ius soli, con l’appoggio interno dei cattogrillini e quello esterno dei vescovi: a chi gioverebbe un ritorno dell’argomento al centro del dibattito?

Certo, sarebbe un bene per il paese che Conte riuscisse a far passare la legge di bilancio, una riforma elettorale, una riforma fiscale e soprattutto una riforma dell’informaziome. Ma non accadrà. Il Pd proporrebbe una bicamerale per discuterne, tutte chiacchiere e niente risultati. Furono fregati da Berlusconi in quel modo e l’unica cosa che hanno imparato è che bisogna essere come lui.

Temporeggeranno, faranno proposte assurde e poi attribuiranno la colpa del mancato accordo al M5S, con la complicità di stampa e televisioni, incluse quelle straniere; riprenderanno a giocare con lo spread. No. Con il Pd renziano e il suo codazzo radicale e liberal non si parla. Facciano quello che vogliono ma da soli. Il M5S non deve neanche rispondere alle proposte che arrivassero: semplicemente dire che ha un programma e che in quanto primo partito in Parlamento lo manderà avanti appoggiando Conte finché sfiduciato. Non abbiamo la forza di essere leoni dunque è il momento di essere volpi; è indispensabile essere volpi.

Ti potrebbe interessare anche?