Francesca Scoleri

Salvini: caduta governo salva mafiosi e corrotti fermando indagini e processi

Il governo M5S – Lega è caduto sotto i colpi di testa di Matteo Salvini, espressione appropriata e inconfutabile che si rifà ai comunicati eclatanti e completamente dissociati gli uni dagli altri che il “capitano”, nelle ultime settimane, ha sganciato come bombe.

Una premessa è doverosa; la Themis & Metis non ha particolari motivi per rimpiangere il governo appena caduto, se non le istanze in materia di corruzione e mafia che, per tramite del partito di maggioranza, il M5S, sono giunte sui banchi del Parlamento.

Lo “spazzacorrotti”, ha rappresentato per noi un’azione nuova e trasparente al contrasto della corruzione nella pubblica amministrazione, per la riforma della prescrizione e per segnare un tracciato alla luce del sole, a tutti i finanziamenti che partiti e politici ricevono.

Abbiamo guardato con particolare attenzione, anche al sostegno dato – tardivamente – a famiglie in difficoltà attraverso il reddito e la pensione di cittadinanza. Chi non lavora non può essere abbandonato a se stesso in attesa di una occupazione; nel resto d’Europa questo è sacrosanto e intoccabile, da noi, la misura, ha sollevato polemiche che ancora oggi, a distanza di mesi dall’approvazione, non accennano a placarsi.

Ciò premesso, segnaliamo quelle che sono, a nostro avviso, le ragioni che hanno spinto il leader della Lega a indurre e poi a ritrarre invano, la sfiducia al Presidente del Consiglio venendo meno al contratto sottoscritto con i compagni di governo.

Piccola parentesi sulla forma contrattuale che ha retto il governo per 14 mesi, anche questo materia di polemiche; il quarto governo di Angela Merkel, si è basato proprio su un contratto che ha reso possibile la collaborazione fra forze politicamente diverse fra loro. Sotto questa formula, la Germania ha continuato a mantenere gli indici di crescita molto elevati rispetto agli altri Paesi EU a dimostrazione, che quando è il bene della propria nazione quel che si cerca, nulla è impossibile.

Matteo Salvini ha molti scheletri nell’armadio e stupidamente, al momento della sottoscrizione del contratto, ha pensato che il M5S, preso dalla fregola di governare, si sarebbe dimostrato pacato e tollerante.

Non è andata cosi; lo abbiamo visto al momento della discussione dell’anti corruzione diventata legge nel dicembre scorso; la Lega ha tentato il “salva- peculato” per intaccare i processi a carico di suoi numerosi esponenti. Il M5S ha bloccato il gioco sporco e, dopo pochi mesi, i leghisti coinvolti sono stati condannati.

La Lega ha cercato di eliminare la norma sulla trasparenza dei finanziamenti ai partiti, la Lega ha contrastato in tutti i modi l’aumento di pene per gli evasori compreso il carcere e a tal proposito, in una puntata di Porta a Porta ha dichiarato: “Non parlo di soldi all’estero, se qualcuno ce li ha portati sono affari suoi”; la Lega non ha un DNA votato al rispetto della legge a meno che quella legge, non sia confezionata da se’ magari su commissione di gruppi di potere noti e occulti.

La crisi che ha portato alla caduta del governo Conte, ha infatti salvato il gruppo Benetton dalla revoca prevista per le concessioni di Autostrade italiane – sempre per volere della maggioranza -dopo la  tragedia del ponte Morandi a Genova, commemorata nei giorni scorsi a distanza di un anno.

Una concessione ottenuta senza passare per norme che tutelassero la legittima concorrenza da governi di destra e di finta sinistra; sullo sfondo, incidenti e morti ammazzati ma l’interlocutore grazie al quale i Benetton hanno potuto esclamare “salvezza”, non è mancato nemmeno a questo giro: Matteo Salvini.

La vicenda Siri e i legami col finanziatore di Matteo Messina Denaro, non hanno mai sortito nella Lega l’effetto di prendere una posizione chiara men che meno la volontà di far luce sugli intrecci che collegavano un loro sottosegretario ed un loro consulente al business dell’eolico con una legge proposta proprio dai medesimi soggetti. Salvini ha risposto cosi ai solleciti che arrivavano dalla maggioranza: “tappatevi la bocca è l’ultimo avviso”.

Non ha tappato la bocca ai 5 stelle ma al Senato si; nei prossimi giorni, si attendeva infatti l’autorizzazione al sequestro del computer di Armando Siri. Gli inquirenti ora hanno la mani legate.

E veniamo alla corruzione internazionale ipotizzata dai giudici di Milano; da quando abbiamo saputo dell’inchiesta che coinvolge uomini della Lega molto vicini a Salvini, l’agitatore di Rosari che si affida al Sacro cuore di Maria, ha dichiarato 1300 versioni differenti riguardo alla vicenda ed ai suoi protagonisti.

Di tutte le dichiarazioni fatte da Salvini, l’unica cosa che si è ben compresa, è che ognuna di esse corrisponde ad una menzogna facilmente acclarata da testimonianze social – Facebook ed Instagram – di cui il capitano è schiavo.

In questi anni di grande attenzione per la politica e per la corruzione sistemica, chi scrive ha compreso che ci sono due modi per affrontare i guai giudiziari degli amici in politica: la pubblica accusa o la pubblica difesa.
La prima strada, rende chiara l’estraneità ai fatti di chi la persegue, la seconda ne conferma la complicità.

Savoini non è ancora stato buttato fuori nonostante i suoi “personali” – diciamo personali – contatti coi russi finalizzati a mazzette milionarie e Siri gode ancora della fiducia di Salvini e di tutta la Lega elettori compresi che mettono allarmi ed antifurti in casa per paura dei “negri”e poi consegnano le chiavi del Paese alla banda del buco.

Per loro è indifferente che oltre alla vicinanza a gente che copre la latitanza di  Messina Denaro, vi siano forme di finanziamento che non sarebbero accessibili a nessuno di noi, ad esempio, i prestiti che Armando Siri ha ottenuto da una banca di San Marino: 750 mila euro per se’ e 60omila euro per un suo amico fornendo garanzie pari allo zero. Nessuna domanda, nessun dubbio, solo applausi e selfie.

Se uomini inconcludenti come Salvini sono dannosi per la politica, allo stesso modo, lo è il nostro popolo preoccupato dell’impatto mediatico di una qualunque vicenda e non dalla sostanza che dovrebbe invece approfondire per spirito critico e per diritto in qualità di cittadino di una Repubblica democratica.

Che cosa conta davvero, chi sbraita di porti chiusi e rimpatri senza operare ne’ l’uno ne’ l’altro, o chi, a busta paga dei contribuenti, dribbla inchieste e processi per farla franca?

Quanti di voi sanno che nei giorni scorsi, Forza Italia, Lega e PD hanno salvato in modo compatto Diego Sozzani, deputato berlusconiano, dalle sue stesse parole rivelate dal trojan negando l’uso delle intercettazioni ?

Il deputato graziato dalla triplice alleanza, può dormire sogni tranquilli nonostante vi sia una richiesta d’arresto e un’accusa di corruzione che ha portato in carcere ben 43 persone fra Milano e Varese anche per legami con la ‘ndrangheta: “sodalizi criminali, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, dediti alla commissione di più delitti di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici”

Questi sono i drammi del nostro Paese e non altri.
Il sistema è compatto e si difende bene seguendo il faro dell’impunità. Noi ?