Magistrati ancora sotto attacco. Con una semplicissima circolare, il Procuratore di Palermo “da un giro di vite” alla libertà d’espressione dei magistrati della sua Procura.
“Qualunque intervista o dichiarazione, con qualunque mezzo, agli organi di informazione o a singoli giornalisti, sia nazionali che esteri, su quanto possa comunque rientrare nell’attività giudiziaria dell’ufficio”, dovrà essere oggetto di accordo con lui.
Nei fatti, il procuratore agisce in modo legittimo, è bene precisarlo, attenendosi ad un decreto legislativo che conferisce al procuratore il potere di rapportarsi agli organi di informazione, vietando in sostanza ai pm, di rilasciare dichiarazioni o fornire notizie in merito all’attività giudiziaria.
Il decreto c’è, e non è maturato in seno alla magistratura, la politica ne è artefice e ciascuno puo’ trarre da se’ indicazioni circa la “ratio inspiratrice.”
La politica, in questo caso, trova la sponda di parte di una parte della magistratura, che, per queste posizioni viene spesso contestata dagli osservatori attenti alla persistenza del carattere di autonomia e indipendenza che mai devono abbandonare questo ordine .
A questo proposito, Sara’ interessante ricordare che il giornalista Marco Travaglio, in un articolo sulla nomina di Lo Voi , parla di “servitù volontaria”.
Forse intendeva sottolineare l’appoggio ricevuto dal governo Berlusconi prima e da Giorgio Napolitano dopo o forse chissà’?
Nel 1989 Paolo Borsellino, infuriato per il trattamento riservato a Falcone al momento della mancata nomina, parla pubblicamente ovunque ha modo di farlo e denuncia i comportamenti del CSM : “si doveva nominare Falcone per garantire la continuità all’Ufficio“, “hanno disfatto il pool antimafia“, “hanno tolto a Falcone le grandi inchieste“, “la squadra mobile non esiste più“, “stiamo tornando indietro, come 10 o 20 anni fa“.
Tutte dichiarazioni che gli costano azioni disciplinari, ma questa è libertà d’espressione, libertà d’opinione, libertà d’essere, di pensare e di agire .
Forse dovremmo essere noi cittadini a chiedere che non si usi repressione nei confronti di chi è già sufficientemente sotto pressione come Nino Di Matteo, magistrato che fa parte della procura presieduta da Lo Voi e che forse è stanco di leggere circolari imbarazzanti quando tutto intorno sa d’indifferenza verso le cose che davvero contano e hanno un peso in quella Procura.
Ma come, vien da chiederci, all’interno della sua procura, un magistrato viene minacciato da Totò Riina con l’aggravante delle testimonianze di soggetti interni a Cosa Nostra che confermano la presenza di un ingente quantitativo di tritolo a Palermo destinato a farlo saltare in aria e Lo Voi individua la priorità nel decreto sopra citato?
E ritorno nuovamente agli anni in cui Borsellino rilasciava interviste e partecipava a numerosi convegni per denunciare l’isolamento dei giudici e la mancanza di volontà da parte dello Stato di dare risposte serie e concrete alla lotta alla mafia e alla corruzione.
La trasparenza nella pubblica amministrazione deve esigere che vi sia trasparenza soprattutto nell’amministrazione della giustizia !
Noi il punto di vista dei magistrati lo vogliamo conoscere!