In questi giorni, un caro amico, impegnato concretamente contro poteri mafiosi dall’elegante giacca e cravatta, ha condiviso con me un pensiero che ritengo molto bello e che per questo, voglio condividere con tutti i lettori della Themis & Metis.
Emergono la sensibilità e la fatica della difficilissima vita, minacciata costantemente da chi vuole vivere al di sopra della legge.
Alle sue parole, non seguirà una firma. E’ giusto e opportuno che sia cosi perché la sua vita, oggi più di ieri, è esposta a rischi e isolamento.
Buona lettura.
“Voglio e devo crederci ancora”
E’ un gran bene sostenere le vere iniziative antimafia condotte da uomini che in modo straordinario e sincero, senza ulteriori fini, contribuiscono a mantenere viva la tensione contro le mafie e ad esaltare l’impegno e la passione civica.
Oggi, al pericolo delle mafie e delle collusioni dei poteri forti, si aggiunge una certa “finta antimafia”, gradita alla mafia – come si è potuto comprendere in questi ultimi anni – che per taluni uomini delle istituzioni, politici e “paladini delle legalità” più o meno famosi, ha rappresentato occasione di carriera, notorietà e affari.
Lo Stato-Muro di Gomma? Lo Stato non è un Muro di Gomma. Vi sono alcuni “potenti” che alzano il Muro di Gomma!
Purtroppo, ahimè, subisco da diversi anni questo Muro di Gomma, questo orrendo Muro di Gomma!
Se tocchi concretamente ed operativamente i sistemi del potere mafioso, i “colletti bianchi” collusi, gli interessi dell’economia criminale, rischi di morire e non solo fisicamente.
Sono proprio le infezioni, le compiacenze, le ipocrisie ed i silenzi di questo orrendo Muro di Gomma che producono ulteriori esposizioni, rischi, disillusioni, angosce, abbandoni e sconfitte.
Gli uomini di Stato che tentano di scoprire le più imbarazzanti compiacenze politico-mafiose, i grandi affari, i primi livelli delle consorterie criminali, le masso-mafie, sono sempre più osteggiati.
Magistrati, esponenti delle forze dell’ordine, giornalisti, uomini delle istituzioni e delle realtà associative, cattoliche e del volontariato, sparsi in tutto il Paese, si impegnano quotidianamente, sino in fondo e senza risparmiarsi, per colpire seriamente gli interessi della mafia e diffondere la cultura anti-mafiosa, senza calcare i palcoscenici e lontani dalle luci della ribalta.
Questi servitori dello Stato ed uomini della società civile (sempre “più forti con i forti”), spesso, sono contrastati in ogni dove, minacciati, delegittimati, calunniati, diffamati ed isolati. Rischiano realmente (questi!) di perdere tutto: la vita, la libertà, la famiglia, la tranquillità, il lavoro, il gusto ed il diritto della bella e normale vita quotidiana.
I mafiosi, quelli con il doppiopetto, sino a quando vi saranno le infiltrazioni nelle istituzioni, potranno continuare a fare affari di ogni tipo, mietere vittime, incutere timore, pretendere rispetto, degradare ed impoverire i nostri territori, influenzare la pubblica amministrazione, condizionare taluni rappresentanti politici e di governo, costruirsi il successo, partecipare, invisibili, pettinati e profumati, alle “cerimonie” e, persino, alimentare la “luccicante finta antimafia”.
Una sera di diversi anni fa, prima di iniziare a vivere sotto scorta, percorrevo il cuore della mia bella terra in compagnia di “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori.
Ascoltavo e riascoltavo “Viva l’Italia” per prendere coraggio, sperare, credere. Immaginavo di arrivare ancor prima a casa e così abbracciare la mia amatissima e preoccupata famiglia a cui è persino toccato sentire tanti e brutti brividi e che oggi, più di ieri, ha paura dei poteri mafiosi e dell’orrendo Muro di Gomma.
Il volume di “Viva l’Italia” era così alto e la paura era così tanta da non accorgermi di essere quasi spinto da un’altra autovettura. Un’autovettura un po’ troppo incazzata, dileguatasi nel buio dopo alcuni interminabili minuti.
Era solo l’inizio, erano le prime minacce, le prime paure, i primi brutti brividi che correvano lungo la schiena. Poi, i successivi non li ho contati più. Ne ho sentiti tanti di brividi, sempre più brutti e sempre più intensi.
Dopo? Tanti altri eventi, segnali, paure, sempre più sgradevoli. Brividi che ormai correvano nella mia mente, che affondavano nella mia anima, sempre più sola, e che vincevo soltanto perché credevo. Si, avevo paura ed allo stesso tempo credevo!
Oggi a cosa credo? Credo sempre all’unico valore che può vincere la sopraffazione criminale e mafiosa: LA LEGALITA’, quella VERA!
Credo, sempre più fermamente, alla VERITA’, quella VERITA’ che può emergere anche dalle inchieste spiattellate (senza giri di parole!) da quei VERI GIORNALISTI realmente liberi, incondizionati, coraggiosi e sobri, in cui è evidente e riconosciuto l’alto valore culturale, etico e morale.
Nonostante la paura immensa, oggi più di ieri, dei poteri mafiosi e dell’orrendo Muro di Gomma, ascolto sempre “Viva l’Italia”, così come sto facendo adesso mentre scrivo questo mio breve e sentito “pensiero” a Francesca, mia cara amica che stimo e voglio bene, che poi ha ritenuto voler fare conoscere.
Domani? Voglio e devo credere alla vita della mia anima, della mia mente e del mio cuore!
Credo, ancora più di ieri, agli uomini che vogliono Verità e Legalità Vera..per lo Stato, per tutti Noi.
“CREDERE” mi fa sentire meno solo!