Francesco Erspamer

Liberismo e capitalismo, il M5S in cosa si differenzia dagli altri?

Che il capitalismo continui a dominare il mondo malgrado le distruzioni forse irrimediabili e le sofferenze e angosce che sta provocando, lo capisco e forse è giusto, visto che buona parte della gente è contenta così e a una natura non contaminata, città vivibili ed esperienze culturali autentiche (dunque locali, specifiche) preferisce San Remo, Amazon e l’Oriocenter. Ma non capisco e non trovo giusto e sano che delle controproposte non siano neppure ipotizzabili e vengano proibite in quanto utopistiche o politicamente scorrette. In sostanza ormai si riesce solo a ragionare nei termini del liberismo, presupponendo come inevitabile se non necessaria la crescita, economica e demografica, a qualunque costo, senza alternative; e se non funziona, la soluzione è imporre più crescita. Lo dice anche Mattarella.
Invece bisogna avere un altro modello, diverso, inconciliabile, che punti all’eguaglianza per consentirci di fermare un’espansione insostenibile in un sistema limitato come il pianeta Terra prima che venga passato il punto di non ritorno (se già non è successo) e prima che collateralmente (ma non a tutti o a tanti importa) sia cancellata la bellezza e diversità dell’ambiente e del patrimonio culturale del passato in modo che possano venire trasmesse alle future generazioni.
Decrescita dunque, economica e demografica: graduale e indolore se iniziata adesso, drastica e crudele se si aspetta ancora un po’. Meno figli, meno consumi, meno competizione, più vita sociale, più educazione e coscienza: ossia meno individualismo e più solidarietà. E siccome non tutti i paesi sono pronti, quelli che preferiscono continuare a scommettere sulla crescita demografica, lo facciano, ma senza pretendere poi il diritto di esportare le loro eccedenze in altri paesi più virtuosi; e lo stesso per le merci e i surplus finanziari: chi ne crea in sovrappiù se li tenesse. Ovvia la conclusione: deglobalizzazione.
Ora, di partiti della crescita, in Italia, ce ne sono tanti (alcuni fanaticamente tali: renziani e imitazioni varie tipo Calenda, e i radicali e piùeuropeisti, alcune correnti della Lega e del Pd): nettamente la maggioranza. Dove si colloca il M5S? Se alla crisi risponderà con sogni e progetti di ulteriore espansione finanziaria, demografica e produttiva, per finire di raschiare il fondo del barile finché c’è qualcosa da raschiare, senza alcuna idea davvero alternativa e restando succube del ricatto dell’immediata attualità, allora davvero non riuscirei più a vedere in che si differenzi dagli altri gruppi liberisti e “progressisti”. Ma ancora spero che sia o possa diventare un’altra cosa. Senza fughe in avanti però con piena consapevolezza dei profondi cambiamenti che bisognerà saper fare per provare a salvare la civiltà e il genere umano, oltre che il nostro paese.