Nella Conferenza di Casablanca del 14, 15 e 16 gennaio del 1943 Churchill convinse gli Alleati sulla base di considerazioni politiche che l’occupazione del suolo italiano doveva iniziare dalla Sicilia.
Lo sbarco, in codice denominato “Husky”, fu attuato nella notte tra il 9 e 10 luglio; l’iniziativa prevedeva la rapida occupazione dell’isola che si concretizzò in 38 giorni.
Con l’occupazione della Sicilia da parte degli Alleati si chiuse il periodo fascista nella regione.La foto del titolo la scattò Frank Capra, il regista di Accadde una Notte, il giorno che passò da Mezzojuso per andare a visitare la vicina Bisacquino, dove era nato 46 anni prima.14 volte premio Oscar, le sue foto non sono da meno dei film, e quella di Mezzojuso è esposta permanentemente al museo MOPA di San Diego.
Gli Anglo Americani si erano posti il problema del tipo di governo da insediare in Sicilia ed a livello locale, decidendo che nei comuni l’amministrazione doveva essere affidata a singole personalità, interpellando i notabili e i parroci del luogo.
Per gestire dal punto di vista amministrativo i territori liberati era stato creato un apposito organismo: l’Allied Military Government of Occupied Territories (AMGOT).
A Mezzojuso il podestà era il professore Antonino Schirò che si rese subito irreperibile, mentre il segretario comunale, ragioniere Giuseppe Mendola, fu “allontanato” da parte dell’ufficiale delle forze alleate addetto ai servizi civili il giorno 11 agosto del 1943.
La scelta degli alleati cadde sul cavaliere Giuseppe Siragusa, (nato a Mezzojuso il 9 aprile del 1885),
che amministrò il comune di Mezzojuso sino a fine luglio del 1944. Il sindaco degli americani, da chi lo ha conosciuto, è stato descritto in vestito chiaro con un bastoncino, ovviamente socio del Circolo dei Civili.
Le difficoltà economiche, in quel periodo gravissime, erano dovute al protrarsi della guerra ed alla mancanza di aiuti; la popolazione ammontava, compresa la borgata di Campofelice di Fitalia a 5800 abitanti; il bilancio del comune per il 1943 era stato determinato in lire 1.462.894,45.
La principale fonte di reddito era l’agricoltura i cui prodotti principali erano: grano, legumi, olio, vino e derivati dell’attività zootecnica. L’attività amministrativa comunale era limitata alla gestione dell’ordinario per la mancanza di risorse economiche.
L’AMGOT aveva previsto che la moneta da utilizzare per gli scambi commerciali in Sicilia e nei territori che man mano si andavano liberando, fosse l’AM-lira. Moneta solo cartacea,inizialmente stampata negli USA, a cui fu attribuito un valore 100\1 per un dollaro, e 400\1 per una sterlina.
Occupata e liberata la Sicilia, si cominciò a stampare cartamoneta nella tipografia Renna di Palermo secondo i seguenti tagli: 1, 2, 5 e 10 di forma quasi quadrata, stampate nei due lati a colori; 50, 100, 500 e 1000 rettangolari – tipo normale banconota-, anche queste stampate nei due lati a colori.
Si racconta, nell’ambiente degli stampatori siciliani, che la tipografia Renna stampasse AM-lire, di giorno per gli americani, e di notte per il proprietario.
Fatto sta che l’inflazione nel 1944 è stata calcolata al 344%. Merce non se ne trovava, quella che si poteva trovare, ogni giorno aumentava, ed in questo quadro fioriva il mercato nero; alle AM-lire si preferiva il baratto. Riuscire a sfamarsi era un problema generale ed era un serio problema anche a Mezzojuso, dove era prevalsa da oltre quattro secoli la piccola proprietà terriera; nonostante tanta terra fosse adibita ad usi civici, il problema di sfamarsi c’era, anche se attenuato rispetto ad altri comuni.
A partire dall’8 luglio 1944 viene ricostituito a Mezzojuso, in esecuzione del Regio Decreto Legge 14 aprile 1944 n. 125 , il Comitato di Amministrazione dell’Ente Comunale di Assistenza – ECA – i cui nove componenti furono: Arciprete Nicolò Di Giacomo (latino), Arciprete Lorenzo Perniciaro (greco), dott. Nicolò Gebbia fu Giovanni (nonno dell’omonimo assessore attuale), Morales Giuseppe fu Biagio (poi sostituito con Barna Francesco fu Giuseppe), Como Antonino fu Nicolò, Di Giacomo Salvatore (figlio di Gaspare Di Giacomo che il giorno 29 dello stesso mese sarà nominato Sindaco e che resterà in carica solo due mesi), Burriesci Luca di Luciano, Mazzarese Damiano fu Salvatore, Cutaia Antonino fu Vincenzo. (Questi ultimi due della Frazione di Campofelice di Fitalia).
Va ricordato che fino agli anni ’70 l’assistenza nei comuni era erogata attraverso l’ECA. Le nomine dei componenti del Comitato provocavano tensioni all’interno dell’amministrazione comunale, che, a volte, sfoceranno in situazioni di crisi. Per il Comitato si prediligevano persone facoltose e di orientamento politico in linea con la maggioranza consiliare.
Le fonti orali ci dicono che mancava tutto. Farina e zucchero erano i prodotti più ricercati; il caffè manco a parlarne, si sopperiva con orzo tostato, le uova delle galline allevate in casa servivano come baratto di altre cose, e si davano solo ai malati; la carne di maiale si mangiava raramente e quella di vitello quasi mai; poiché non c’erano frigoriferi per comprare la carne bovina bisognava aspettare un abbattimento di un vitello o di una vacca per la rottura di una zampa, perché era venduta a meno prezzo, in offerta, insomma. Il bisogno di alimentarsi veniva risolto con uccelletti, lumache, verdure spontanee cucinate con poco olio, pasta, pane, formaggio e ricotta, legumi e poco altro. Tutto in quantità limitata. Le persone con la gotta erano rare e gli obesi ancor di più.
Man mano che lo spettro della guerra si allontanava, le strutture dello Stato venivano ricostruite, e cominciavano ad arrivare i soccorsi. Nel mese di marzo del 1945 viene costituito a Mezzojuso il Comitato Comunale per la distribuzione dei soccorsi; a farne parte sono chiamati: Il Commissario Prefettizio, Arciprete Lorenzo Perniciaro di rito greco, Arciprete Nicolò Di Giacomo di rito latino, il medico condotto e ufficiale sanitario dr. Santi Buscemi e nella qualità di Consultore, il Maresciallo dei Carabinieri Regi Domenico Santoro.
Ai primi di novembre del 1945 si costituisce il “Comitato Comunale di assistenza per la distribuzione dei soccorsi in favore dei reduci, dei profughi e dei sinistrati”; ne fecero parte il Prof. Vincenzo Masi che era il Commissario Prefettizio, il dr. Santi Buscemi, Monsignor Nicolò Di Giacomo Parroco di rito latino, (da poco diventato Monsignore), Arciprete Lorenzo Perniciaro Parroco di rito greco, Salvatore Re fu Giovanni – sinistrato di guerra – Giuseppe Scianna di Andrea – reduce dalla prigionia.
Il “prestito della liberazione”, lanciato dal Ministro Giovanni Soleri, (liberale), attraverso l’emissione di buoni del tesoro quinquennali nei mesi di aprile e luglio del 1945, aveva raccolto in Italia la somma di quasi 106 miliardi.
Questi fondi erano destinati a colmare le difficoltà di bilancio ed alla ricostruzione; una cospicua somma per quell’epoca toccò pure a Mezzojuso: il 3 gennaio 1946 la Prefettura di Palermo assegnò due milioni di lire per la sistemazione delle strade comunali. Fu il primo intervento finanziario per opere pubbliche del dopoguerra. Si ripartiva.
Per vicende storiche di cui abbiamo tante volte scritto si era formata a partire dal XVI secolo una classe di piccoli proprietari, una classe media che favorì il nascere di numerosi professionisti. Classe di piccoli proprietari arricchita dopo la prima guerra mondiale, nel 1924, con la quotizzazione di 233 salme del Demanio comunale date ad ex combattenti.
E qui occorre fare un passo indietro. Nel 1822 muore Don Francesco Paolo Corvino e, con esso, si estingue la famiglia e il principato; con i suoi possedimenti viene costituito il Demanio comunale. La proprietà di Don Francesco Paolo Corvino era costituita dalle terre delle contrade di Margio Carnesi, Bonito, Morabito, Pianotta, e da alcuni fabbricati.
Detti terreni furono quotizzati e ceduti in enfiteusi, furono affrancati, come detto prima, nel 1924 per un importo complessivo di lire 6.335,85. I dati desunti dall’Archivio Storico comunale, fascicolo enfiteusi, ci dicono che:
i terreni di Margio Carnesi furono divisi in 29 quote ed affrancati da 77 enfiteuti per un importo complessivo di lire 1122,10;
i terreni di Bonito furono divisi in 5 quote ed affrancati da 5 enfiteuti per un importo complessivo di lire 30,45;
i terreni di Pianotta furono divisi in 4 quote ed affrancati a 4 enfiteuti per un importo complessivo di lire 55,65;
una parte dei terreni dell’ex feudo Morabito fu frazionata in 112 quote uguali ed affrancata da 112 enfiteuti per un importo complessivo di lire 2016,00;
un’altra parte dei terreni dell’ex feudo Morabito (Montagna di Morabito) fu quotizzata in 257 parti ed affrancata a 257 enfiteuti per una somma individuale di lire 9,30 ed altri 5 spezzoni per un importo maggiore. Complessivamente i terreni Montagna Morabito sono stati affrancati per un importo complessivo di lire 2519,40;
Ma non erano tutti a possedere la terra, i iurnateri (i braccianti giornalieri) che erano diverse centinaia, non la possedevano e nei decenni successivi emigreranno quasi tutti.
Mezzojuso non fu bombardato. Più che ricostruire edifici occorreva “pane e lavoro”, secondo lo slogan del Blocco del Popolo che in verità, a Mezzojuso ebbe ancor meno fortuna che in Italia.
Qui il dibattito politico era incentrato sulla richiesta della Frazione di Campofelice di Fitalia di separarsi dal capoluogo Mezzojuso, separazione che ottenne con legge regionale il primo febbraio del 1951.
IL 25 maggio del 1952 si tennero le prime elezioni amministrative dell’era repubblicana, vinse la Democrazia Cristiana capeggiata dall’avvocato Carmelo Lanna con 1356 voti ed ottenne 16 seggi al Blocco del Popolo andarono 630 voti e 4 seggi, la terza lista di destra andarono 440 voti e nessun seggio.
La prima Amministrazione eletta nel dopoguerra avviò diverse opere pubbliche ma il malumore della popolazione era notevole a causa della disoccupazione e delle condizioni di vita che erano insoddisfacenti.
“Il vivo malcontento che serpeggia in paese” fu oggetto di discussione del Consiglio Comunale nella seduta del 24 gennaio 1953 (delibera n. 1).
Gli elettori di Mezzojuso si avviarono al rinnovo dell’Amministrazione con un diffuso malcontento, complice il carattere spigoloso del sindaco Lanna, il quale, non sopportava ad esempio, essere fermato per strada dai cittadini che avevano qualcosa da chiedere o lamentare, ed infatti non sarà riconfermato.
La vita amministrativa trascorse tranquilla, l’unico episodio di nota furono le dimissioni da consigliere del geometra Salvatore Napoli per motivi professionali. Ma questa è un’altra storia.