Biagio Maimone

Italia a rischio razzismo e discriminazioni sociali ?

E’ triste dover constatare che, a volte, e per fortuna solo a volte, il nostro bel Paese mostra un volto inedito, ossia quello di far proprio un linguaggio non solidale quasi fosse in sintonia con alcuni partiti nazionalistici di estrema destra, sorti ed e affermatisi in alcuni contesti europei.

Esponenti del mondo politico italiano hanno individuato un valido punto di riferimento nelle espressioni politiche di tali partiti europei, ritenendole esempio a cui uniformarsi per riportare in Italia la ormai affievolitasi  stabilità sociale  ed economica.

Il rischio derivante da tale sintonia politica è senza dubbio quello di chiudere il pensiero umano nel ghetto dell’esclusione e della guerra alle differenze, che potrà nuocere al riconoscimento dei diritti degli omosessuali, dei diritti umani degli immigrati, nonché ostacolare l’accoglienza della cultura degli altri popoli, umiliando la fede che tanta parte del popolo italiano ripone nel cristianesimo.

Non può sfuggire a nessuno che le parole “punizionismo” e “disciplina” abbiano un retrogusto amaro e rimandino all’intolleranza verso chi non appartiene alle proprie tradizioni.

Siamo fermamente convinti – e lo ribadiamo con tenacia – che difendere la tradizione della nostra nazione non debba e non possa significare assolutamente escludere gli altri, né chiudersi nel moralismo e nel punizionismo, né può significare criticare ed emarginare chi ha tendenze sessuali diverse o pelle diversa. Difendere la propria cultura non può che voler dire al mondo che l’Italia è una nazione democratica, che è la culla della civiltà e che, proprio in quanto tale, non recinge spazi ma espande il proprio benessere a tutti e lo condivide.

Anni di battaglie e di lotte sociali per la tutela della libertà non devono essere cancellati da una mentalità che pone l’egoismo e l’intolleranza nocivi e sterili al centro dell’agire politico.

Siamo certamente d’accordo sul fatto che non si debba speculare sull’immigrazione da parte di nessuna multinazionale “del sociale”al fine di arricchirsi sulla povertà di molti.

Siamo d’accordo, e lo ribadiamo con forza, con chi sostiene che deve essere severamente punito chi  tratta il problema dell’immigrazione “pro domo sua”,  senza alcun risvolto realmente umanitario, ma solo per trarne profitto .

Certo non si può fare “di tutta l’erba un fascio” e certo vi sono associazioni realmente al servizio di una causa umanitaria di indiscutibile valore morale, qual è quella che si prefigge l’accoglienza e l’inclusione degli immigrati, tutelandone la dignità umana e rispondendo adeguatamente ai loro bisogni. Non deve esservi profitto alcuno che derivi dalla povertà e dal degrado. Su tale possibile devianza del gesto umanitario, che non potrà più essere considerato tale, occorre vigilare adeguatamente da parte dello Stato italiano ed intervenire, qualora si riscontri illegalità, mediante misure severe.

In tal caso, non saremo di fronte a misure punizionistiche, ma a misure giuridiche tese alla salvaguardia della legalità e del rispetto dell’essere umano, soprattutto quando soffre l’indigenza ed è inerme, in quanto nulla possiede se non la propria dignità.

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