Francesco Erspamer

Il coraggio di continuare

Edificare un’Italia migliore non sarà facile; perché la deriva verso l’individualismo, la corruzione  e il cinismo va avanti da venticinque anni e distruggere è sempre stato più facile che costruire. Si è di conseguenza affermata una casta di privilegiati ormai persuasa che la propria inettitudine e arroganza siano indici di superiorità (esattamente come la nobiltà prima della rivoluzione francese) e che i vantaggi di cui gode siano un diritto divino: una aristocrazia del denaro, prevista da Marx nel terzo libro del Capitale e costituita da usurai e parassiti che prosperano o magari soltanto sopravvivono grazie a un sistema di frodi finanziarie legalizzate – il privilegio non si misura in assoluto bensì per differenza, basta che gli altri non ne godano. Essa reagirà con determinazione, forse con violenza, a ogni attentato al proprio potere. Il boicottaggio senza precedenti effettuato con la scusa dei mercati da Mattarella nei confronti del primo governo proposto da Conte, ne è un indice.

Alla fina la casta ha perso questa battaglia ed è giusto essere soddisfatti; consapevoli, però, che ne vincerà altre: chi bara vince più spesso, almeno finché non venga smascherato e in Italia coloro che dovrebbero smascherarlo, i giornalisti e gli intellettuali,  sono per lo più suoi complici. Il tradimento della sinistra ha per di più lasciato la responsabilità della lotta antiliberista a movimenti nuovi, con poca esperienza politica e minore preparazione ideologica; i quali magari considerano questo un vantaggio e un attestato di autenticità, senza rendersi conto che i princìpi e i valori di riferimento sono sempre serviti a impedire alle organizzazioni di massa di scivolare nel qualunquismo e nel perseguimento di meri interessi di nicchia.

Cosa accadrà non è scritto da nessuna parte: stiamo attraversando uno di quei periodi in cui si decide ciò che poi verrà e che diventerà un destino solo perché sarà stato scelto. Un po’ di prudenza è necessaria e la ragione deve restare pessimista: pericoloso illudersi di vivere già ora nel migliore dei mondi possibili. Ma insieme, gramscianamente, serve l’ottimismo della volontà, dell’azione, del progetto – il piacere di lottare, e di lottare insieme, per un nuovo risorgimento, e poco importa che ci vorrà tempo a realizzarlo e magari lo vedranno i nostri figli. Come disse Churchill nell’ora più buia per il suo paese, nessun successo è definitivo, nessun fallimento è fatale, e l’unica cosa che davvero conta è il coraggio di continuare.