Una sconcertante campagna elettorale dalla quale difficilmente potremo estraniarci. Berlusconi- Renzi: menzogne, promesse impossibili da realizzare e un coro unanime dalle due forze politiche che racchiudono al proprio interno partiti minori e fittizi: “Il M5S distruggerà l’Italia per incapacità”.
“Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni”. Lo pensava Georges Clemenceau, primo ministro francese all’inizio del secolo scorso ma, siamo pronti a scommetterci, non assistette nemmeno a un decimo di quel che il popolo italiano ha ormai assimilato con colpevole indifferenza.
Teatro di questa campagna elettorale, un Paese che arranca. I punti più critici riguardano l’occupazione e l’illegalità diffusa in ogni settore della vita pubblica e privata. Il Jobs Act in numeri : 2,7 milioni di lavoratori con contratto a termine di cui il 33% è di un solo giorno
Il Provvedimento, partorito dal governo Renzi, induce ad un approfondimento; Tiziano Renzi, in trent’anni, ha avviato ben 10 societa’ con fatturati milionari e un bel numero di lavoratori ma solo un dipendente nella storia delle sue imprese ha avuto un contratto a tempo indeterminato: il figlio Matteo. Lo stipendio più alto ricevuto dagli altri ? 400.00 euro al mese.
I dati rilevati, indicano il clamoroso insuccesso del Jobs Act che solo una parte in causa può apprezzare: i grandi gruppi industriali. Hanno ottenuto infatti, estrema facilità nel poter licenziare a costi molto bassi e attraverso gli incentivi erogati dallo Stato per favorire – dicevano – le assunzioni, hanno messo in tasca più di 20 miliardi. Ora che sono finiti i soldi e gli sgravi fiscali prospettati dal governo Renzi, assistiamo all’aumento di contratti a termine e di licenziamenti.
Le ricadute sociali di questa scellerata politica priva di lungimiranza e grondante di servilismo nei confrotni della parte forte del Paese, la grande industria, sono catastrofiche. Paul Krugman, premio Nobel per l’economia, sostiene che “Il precariato lavorativo cambia il modo in cui un’intera generazione vede se stessa. Il lavoro precario significa un profondo mal di vivere. Il lavoratore precario si sente un’ombra invisibile in questa società”.
Intanto, il resto d’Europa cresce. L’Italia no. Al contrario, quando si tratta di illegalità, passiamo ai primi posti in classifica. Amaramente attendiamo il report di Transparency international per il 2018, consapevoli di come la cronaca giudiziaria sia occupata quotidianamente da casi di corruzione, concussione, turbativa d’asta e falso.
Tutti reati che aprono scenari catastrofici per il Paese, a partire dall’ambiente, come abbiamo dimostrato recentemente al Forum Risk Management ; la catena è la seguente: corruzione nello smaltimento rifiuti, disastro ambientale, danni per la salute.
Reati noti ai leader che si candidano, contro ogni logica della legalità, a governare il Paese. Siamo seri; ma pensiamo davvero che la campagna elettorale di Silvio Berlusconi sia plausibile ? Condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita, creazione di fondi neri e corruzione e la sentenza sulla condanna definitiva per mafia di Marcello Dell’Utri, stabilisce che Berlusconi ha intrattenuto rapporti con la mafia corleonese e che la finanziava.
Queste le condanne e se entriamo nell’ambito dei processi penali in corso, vi troviamo tutta robetta rassicurante: dall’accusa di stragi ( quelle del 92/93) all’accusa di aver favorito la prostituzione ( da Presidente del Consiglio all’interno di una sede istituzionale ) e non di meno, la corruzione all’interno di Montecitorio “comprando” deputati di altri partiti.
Fuori dalla lista i vari reati prescritti o annullati da provvidenziali leggi ad personam. Innumerevoli e rassicuranti anche quelli; dalla corruzione al falso in bilancio, la sequenza di fatti contestati è impressionante.
Siamo seri. C’è chi chiama questo delinquente “avversario politico”; il Partito Democratico ad esempio, che esprime un segretario parimenti imbarazzante dal punto di vista di quell’Art. 54 che pretende disciplina e onore. Nel gennaio 2015, l’allora Presidente del consiglio Matteo Renzi, fa passare in tutta fretta e in modo inaspettato, il decreto banche popolari.
Oggi scopriamo che la sera del 15 gennaio, quando nessuno era a conoscenza di quel che stava per accadere nel mondo delle banche italiane, Carlo De Benedetti beneficiava delle informazioni necessarie a investire con ottimo risultato. Un’operazione che gli valse 600.000 euro. Molto di più per Davide Serra, amico e finanziatore di Leopolde e fondazioni che sostengono Renzi; l’incetta di azioni sulle popolari gli valse ben 10 milioni di euro.
Che vi fu un’informazione privilegiata in cui si configura il reato di insider trading, è ormai evidente, ma se non vi basta la sorte fortuita di Serra e De Benedetti in quanto amici di Renzi, vi citiamo altri casi; l’appalto milionario per l’aereoporto di Firenze, a chi è stato concesso ? A Marco Carrai altro grande amico del segretario PD che gli pagava l’affitto di casa, ben 1200 euro al mese. Chi di noi non ha un amico cosi generoso ?
Altro bel colpo, fortunatamente fallito, il tentativo di nominarlo a capo del Nucleo per la Sicurezza Cibernetica. L’ntelligence italiana. Servizi segreti. Meritocrazia allo stato puro, nel senso che, se sei amico di Renzi “meriti” incarichi prestigiosi e ben stipendiati a prescindere.
Amici fidati anche in magistratura; è il caso del pm Roberto Rossi, capo della procura di Arezzo, premiato con una consulenza a Palazzo Chigi dal governo Renzi proprio nel momento in cui sta indagando su Banca Etruria. Notizie recenti, dicono che penda su di lui l’accusa di “gravi omissioni” sulla vicenda. Ribadisco il “SIAMO SERI”.
E poi, non bastava l’imbarazzante performance di Maria Elena Boschi, super protetta da Renzi, col suo tour fra gli organi di sorveglianza a chiedere trattamenti di favore per la banca amministrata dal padre, ci si è messo pure Tiziano Renzi con l’affare CONSIP definito “la più grande tangente d’Europa”. Altra coincidenza che tutti gli indagati facciano parte del tristemente celebre “Giglio magico” babbo compreso ?
Tutto a posto, tutto normale. Normale soprattutto che questa gente definisca Berlusconi, corruttore e amico dei corleonesi, “avversario politico”. E i giornalisti che intervistano i due leader ? Nemmeno a pagarli a peso d’oro, tirano fuori queste faccende o…forse proprio pagandoli a peso d’oro non le tirano fuori…
Ricapitolando; questi partiti si alternano alla guida del Paese da oltre 20 anni e i risultati sono quelli raccontati all’inizio: precarietà, mancata crescita e corruzione ai massimi storici. Come si sposa tutto questo con le continue accuse di “totale incapacità” rivolta all’unisono all’unico movimento politico che mai ha governato il Paese ?
Non si sposa in effetti. E’ semplicemente la strategia del momento. Chiara, evidente e lampante. Ma altrettanto lampante è ciò che unisce la due forze politiche apparentemente contrapposte: Forza Italia e Partito Democratico. Berlusconi e Renzi.
La Themis & Metis, nelle prossime settimane, ne parlerà in un convegno organizzato a Roma di cui daremo aggiornamenti.