Sabrina D'Elpidio

Appalti: Commissari di gara in clausura per evitare corruzione. Dove siamo arrivati ?

Seconda parte dell’intervento che la Themis & Metis, ha portato all’incontro pubblico con la comunità di Cremona il 24 febbraio scorso: Ambiente, Lavoro, Legalità. Perchè la pubblica amministrazione si muove tra incompetenza e corruzione. La giungla degli appalti pubblici.

Dopo aver visto la vergognosa fine che fanno ben 30 miliardi  di soldi pubblici bruciati fra sprechi e malaffare, proseguiamo il  cammino nella Pubblica Amministrazione italiana.

Guardiamo ad esempio, come il  colosso  Anas, riesce fare opere abusive. Anas è una società totalmente pubblica ed è la stazione appaltante più importante d’Italia con un fatturato di 2 miliardi di euro, 6000 dipendenti, 30.000 km di strade statali gestite, ora entrata a far parte del gruppo ferrovie dello Stato, quindi un colosso europeo. Eppure, il tratto della Salerno Reggio Calabria posto sotto sequestro dalla magistratura, presenta gravissime irregolarità.

ANAS inizia i lavori senza tener conto del parere dell’Autorità di bacino. Ma c’è di più. L’impresa che vince l’appalto,  comprende subito di lavorare su un’opera progettualmente carente e di conseguenza incarica a predisporre uno studio idraulico sull’opera da un consulente esterno che -intercettato in una conversazione col direttore di cantiere- esprime tutte le sue perplessità.

Le sviste si assommano alle inerzie colpose e difatti l’inchiesta della Procura ha coinvolto 26 indagati tra imprenditori e funzionari dell’Anas e le ipotesi di reato sono: disastro doloso, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico, subappalto senza autorizzazione della pubblica amministrazione. Ma ancora non basta.
Tutto è iniziato per caso, durante un normale posto di blocco in cui gli uomini della Guardia di Finanza, controllando i documenti di un camion che trasportava terre di scavo per conto dell’impresa che eseguiva i lavori (la Cavalleri S.P.A.), verificano che in una sola giornata, la ditta, utilizzando solo 4 autocarri (ogni autocarro aveva una portata massima di 18 metri cubi),  aveva rifornito l’arteria statale di oltre 2500 metri cubi di materiale. Come poteva essere possibile?
Non solo erano troppi, ma siccome il materiale era prelevato da una cava distante oltre 20 km dal luogo di destino, non sarebbe bastata un’intera giornata per rifornire l’arteria di tutto quel materiale.
Gli inquirenti mettono sotto intercettazione i vertici della Cavalleri e scoprono gravi irregolarità nello svolgimento dei lavori. Talmente tante che quando i periti le hanno analizzate, hanno riempito 3 fascicoli.
Si accerta che: per risparmiare ha messo meno volumi di materiale sulla strada, tanto che l’autostrada era mediamente più bassa di 30 cm rispetto a quanto previsto dal progetto e che i bitumi e l’asfalto del manto stradale, pregiudicavano l’aderenza in frenata da parte dei veicoli in transito.
E pensare che all’impresa sono state liquidate somme maggiori rispetto alla quantità di lavorazioni eseguite, 13 milioni di euro – su un appalto di 60 milioni di euro – che non dovevano essere percepiti. La Cavalleri S.P.A. aveva vinto l’appalto con un ribasso del 30% ma poi aveva fatto di tutto per lucrare illecitamente in danno dell’opera. La resistenza meccanica del calcestruzzo infatti, era inferiore a quella di progetto e meno materiale.
IL SISTEMA DEGLI APPALTI E’ IL VENTRE MOLLE DELL’ITALIA
Corruzione, mala gestio, truffe, ma non solo. In Italia imperversa un malcostume che è l’esatto opposto del meccanismo premiale che farebbe crescere e prosperare un Paese. A Palmi, cittadina calabrese, un imprenditore edile, Gaetano Saffioti, ha avuto il coraggio di denunciare i suoi estorsori mandando in galera 48 persone. Come vanno ora i suoi affari ?
Subito dopo la denuncia ha smesso di lavorare in Italia anche se per la sua bravura, nel resto del mondo ha decuplicato il fatturato. Un caso relegato al meridione?
Nel terzo valico tra Piemonte e Liguria è stato messo sotto accusa il general contractor; Cociv, una  grande azienda altamente qualificata, un consorzio di imprese che dovrebbe consegnare l’opera “chiavi in mano” allo Stato.
Sono stati annullati i vertici di Cociv e si sono dovute rifare le gare d’appalto perché secondo la Procura di Genova ci sarebbero state gravi irregolarità.
Per capire le proporzioni del danno basti pensare che nel sopra citato terzo valico,  l’Alta velocità ha un valore di 6,2 miliardi di euro con appalti irregolari per 861 milioni di euro. 
Sono arrivati a mettere in clausura i commissari di gara per far scegliere le offerte delle aziende. Pratica più unica che rara.
Grazie a questo sistema, alla fine le 4 gare aggiudicate, non hanno conseguito ricorsi. 
Insomma, progetti sbagliati, tempi biblici, costi altissimi. La metro c di Roma rischia di essere la più costosa di tutti i tempi e la Torino Lione lievita ogni giorno. Sono 762 le opere incompiute in Italia.
 Il nuovo codice appalti prevede la riduzione di stazioni appaltanti e limiti alla regola del massimo ribasso anche se quest’ultima norma, vale per gli appalti oltre i 2 milioni non per tutti gli appalti quindi, siccome la maggioranza è sotto i 2 milioni – lo è quasi l’80% degli appalti – la regola del massimo ribasso rimarrà e rimarranno anche le sue dirette conseguenze riguardo l’eventuale corruzione perché si ribassa al minimo – a volte sottocosto – la base d’asta per poi fare modifiche e varianti in corso d’opera,  esattamente corrispondenti agli importi a base d’asta.
Ma la preoccupazione maggiore espressa da ANAC,  è che manchino ancora i decreti attuativi del nuovo codice appalti perché così,  non  si possono ridurre le stazioni appaltanti e neanche riqualificarne il personale che sono i due punti cardine del provvedimento. Infatti il numero dei ricorsi – dal nuovo codice appalti in poi – è lo stesso identico.
 Ma il vero scandalo del codice degli appalti, è che termina con questa frase:”Tutto quanto scritto sopra, deve essere fatto senza spendere un euro in più”. Quindi che riforma è ?
 Ma veniamo ad una buona notizia. Il Prof. Piga,  studiando la materia appalti afferma (con i colleghi della columbia e london school ) che: gli sprechi delle stazioni appaltanti dell’amministrazione pubblica sono pari a 30 mld euro
ma di questi, l’87 % di sprechi nella PA è dovuto a incompetenza, e solo il 13 % a corruzione.
Perchè questo rappresenta una  buona notizia ? Perchè è più facile sconfiggere l’incompetenza che la corruzione. Teniamo presente che gli appalti pubblici rappresentano circa il 50% della spesa della pubblica amministrazione, dunque una amministrazione pubblica scintillante farebbe la differenza.
 Per capire di che volume di opere parliamo, basti pensare che su 1000 gare all’anno della PA per progetti ingegneristici ( analisi di OICE ) almeno un bando di gara su due è scritto male, perché non ci sono bandi tipo. Stazioni appaltanti diverse emettono bandi diversi.
Questo compora la possibilità di incorrere in errori e comporta ricorsi amministrativi e tempo che si perde. Dall’approvazione del codice non è cambiato nulla.
Segue….