Problemi interni al M5S, sbattuti in prima pagina come problemi di carattere nazionale. La stampa tocca il livello più basso di sempre, oscurando sistematicamente, illeciti e trascorsi di PD e FI creando scandali inesistenti.
Si parla molto in questi giorni, di The Post, il film di Steven Spielberg che racconta la vicenda dei Pentagon Papers. Protagonisti: The Washington Post e Nixon. Una storia di segreti di Stato imbarazzanti portati alla conoscenza del popolo americano da coraggiosi giornalisti che vengono trascinati in tribunale.
Una riflessione sulla sentenza che assolve i giornalisti indisponendo l’allora Presidente degli Stati Uniti; il giudice, conclude con queste parole: “La stampa non è destinata a servire coloro che governano, bensì quelli che sono governati”. Parole di fuoco che gettano nello sconforto lo strapotere governativo portando alle dimissioni di Nixon.
Non accomodatevi troppo su parole che animano sentimenti di libertà perchè stiamo per tornare in Italia, ai giorni nostri cioè sotto l’ancien régime del 2018. Il punto più basso toccato dal giornalismo. Da chi finge di praticarlo al solo scopo di appagare il potente di riferimento per meglio dire. Pensavamo di aver visto il peggio del peggio con la lapidazione quotidiana di Virginia Raggi sulle prime pagine della stragrande maggioranza dei giornali italiani per mesi e mesi.
E invece no. C’è sempre un punto più basso da raggiungere, soprattutto in periodo di campagna elettorale. Non era difficile in quei mesi, comprendere come fatti ben più gravi, in altre città d’Italia, fossero oscurati ed emarginati al fine di consegnare il mostro ai cittadini: il neo sindaco della Capitale di un movimento che ha sconfitto i giganti marci della politica italiana. Imperdonabile il sindaco, imperdonabile il movimento. E allora guerra aperta!
Ieri, le prime pagine dei maggiori quotidiani, e le aperture dei telegiornali nazionali, tuonavano contro “lo scandalo rimborsopoli del M5S”. Rimborsopoli ? Chi doveva rimborsare cosa?
Il M5S, ha come regola interna, la restituzione di buona parte dello stipendio – in Parlamento come nelle sedi regionali – al fine di donarla alla piccola e media impresa.Pare che qualcuno, abbia eluso il regolamento e all’interno del movimento, sono stati avviati tutti i controlli per verificare chi ha trattenuto l’intera somma percepita. Non si tratta di illecito, ma di mancanza di correttezza sia nei confronti del partito d’appartenenza, sia nei confronti di chi lo sostiene. Per questa ragione, chi si è sottratto alle regole, sarà messo fuori.
Non è cosi che ne sentirete parlare. La stampa racconta altro e lo fa azionando quei meccanismi indicati da Edward Louis Bernays, nipote di Freud, come “manipolazione consapevole ed intelligente delle opinioni al fine di dare stabilità alla vita democratica”. Tecniche adottate e applicate da gente come Stalin o Hitler che con la vita democratica, cosi ad occhio, poco simpatizzavano.
Si tratta di subdole pratiche, caratterizzate da manipolazione dell’inconscio, che imprimono nelle masse, la percezione di conoscere e comprendere quel che gli sta capitando attorno. Tutto un inganno. Non a caso, dobbiamo proprio a Bernays, la nascita dell’espressione “fabbrica del consenso“.
E cosi, la guerra aperta col M5S nel 2013 a causa di quei dieci milioni di voti consegnati dagli italiani al movimento di Beppe Grillo, richiede più determinazione o la massa, finirà per sferrare il colpo di grazia a quelle “macchine di potere e clinetela” in cui Berlinguer riconosceva i partiti. La stagione di mani pulite, confermò le parole dell’ex segretario del partito comunista italiano peraltro. Mazzette e favori a carico dei contribuenti.
Il giornale: “Disonestà disonestà”- Il tempo “Onestà ma ndò stà” – La verità “Anche ai grillini piacciono i soldini” – Il Corriere della sera “M5S buco da un milione” – Il Secolo XIX “I falsi rimborsi squassano il M5S”.
Tutto rigorosamente in prima pagina. Le aperture dei Tg e dei talk show politici inutile dirlo, perfettamente allineati. Una somministrazione continua di menzogne che ci allontana da fatti gravi, quelli si, che interessano la vita di tutti noi; una scuola completamente soggiogata dalla burocrazia, una sanità pubblica che perde pezzi, impoverita e ingestibile, un mercato del lavoro che ha da offrire solo condizioni al limite della schiavitù.
E ci deve allontanare soprattutto, dal saper riconoscere i responsabili dello sfacelo di quella che fu l’ottava potenza mondiale: i partiti e i propri leader. Berlusconi ha favorito l’ascesa mafiosa degli uomini che hanno assassinato Falcone e Borsellino. Li ha finanziati. La sua vita politica, dal 94 ad oggi, è stata finalizzata all’ arricchimento personale e alla ricerca, indomita, della totale impunità per tutti i reati commessi. Il centro destra italiano è rappresentato da un criminale.
La sua campagna elettorale, degna di un circo; passa da una trasmissione all’altra senza che una voce si levi a chieder conto dei suoi rapporti acclarati con la mafia. Gli rivolgono domande sul Milan e lui risponde fiero e allegro fra una promessa irrealizzabile e l’altra. Ma che ne sa Cetto La Qualunque…
Alessandro Di Battista, evidentemente stremato da questo stato di cose, si è recato ad Arcore per leggere pubblicamente la sentenza che incrimina Berlusconi e qui abbiamo assistito all’assurdo, il criminale che minaccia querela alla verità. I manipolatori come presentano la notizia ? Han forse detto che Di Battista si è limitato a raccontare pezzi di storia certificata da indagini e sentenze ? Scordatevelo! Significativo il titolo di Repubblica: “Arcore, Di Battista attacca Berlusconi”.
Lo attacca. Povero anziano indifeso. Cosa avrà fatto mai ? Non sarà mica accusato di aver ordito una strage ? Più di una per l’esattezza .
Matteo Renzi, leader del Partito Democratico, concorre nella manipolazione di massa con abilità e strategia e riguardo al M5S dice: “Si sono trasformati nell’arca di Noè e sono saliti a bordo truffatori, scrocconi, riciclati di altri partiti politici e massoni”. Potrebbe essere autocritica di eccezionale umiltà e invece, è l’ennesimo atto di arroganza di un individuo che ha contribuito all’impoverimento del Paese ma non degli amici, come abbiamo già raccontato.
Quella che potremmo definire un’oasi di giornalismo libero e indipendente, Il Fatto Quotidiano, oggi presenta la lunga lista di impresentabili fra condannati e indagati, che occupano le liste PD. Posso solo dire, che la lettura dei misfatti farebbe impallidire l’ala distaccata di San Vittore, altrimenti detta Forza Italia. L’ideologia del passato – destra sinistra – sostituita dall’uniformità del malaffare ampiamente esteso all’interno dei partiti che mirano, come sempre, all’occupazione della Cosa Pubblica.
Un altro Matteo, Salvini, è in gara per l’imbarbarimento del Paese, ed essendo dentro il circuito del potere berlusconiano, resta al riparo dalla manipolazione. Ne faranno le spese i tanti ( spero un numero inconsistente ) cittadini che gli affideranno voto e fiducia nella speranza che li liberi dai neri, dalla criminalità e dalle tasse. Salvini : “Io prima che leghista sono bossiano, per Umberto nutro un’autentica venerazione”. Per chi non lo sapesse, Umberto Bossi è stato condannato a 2 anni e mezzo per una truffa di 56 milioni ai danni dello Stato, soldi rubati ai contribuenti, a noi, a voi e sfido qualunque sporco negro ad arrivare a compiere un furto simile ma l’ebete dalle mille felpe fa un tweet al giorno contro i ladri.
Per buona parte dell’opinione pubblica, quella che “sente per sentito dire” – per dirla alla Gaber – lo scandalo del momento è “lo scandalo dei rimborsi” legato al M5S. Per noi, lo scandalo del momento, e lo è da oltre 20 anni, è che vi sia uno scandalo del momento, sempre costruito ad arte e manipolato da una cupola, che opera sull’inconscio, sulle paure dell’essere umano, sulla percezione pressocchè inerte, indebolendo giorno dopo giorno, la capacità critica di ciascun individuo.
Coltivate approfondimento e discernimento dettato da fatti oggettivi.