Il 25 Aprile 1945 crollava la repubblica sociale italiana con la morte del dittatore Benito Mussolini, quel giorno fu posto fine ad un regime totalitario che si era distinto per spargimenti di sangue che portarono alla morte di più di mezzo milione di italiani, una propaganda subdola e tartassante, il totale asservimento al padrone nazista che ci ordinava di commettere genocidi (ordini ai quali i fascisti erano felici di obbedire) e una corruzione totale in combutta con la mafia, infatti, nonostante i neofascisti abbaieranno, è largamente riconosciuto che molti mafiosi facevano parte del PNF e l’operato di Mori in Sicilia fu soltanto una copertura per una purga interna del partito atta ad eliminare i membri meno controllabili come dimostra il caso Cucchi, difatti nel 1931 in Sicilia si ammazzava e rubava allegramente come prima secondo una nota lettera indirizzata a Mori da un avvocato locale. Due anni dopo, nel 47, doveva iniziare una nuova era per l’Italia, un’era di pace, equità, giustizia e democrazia, questo poiché veniva varata in quell’anno la nostra costituzione che rappresentò un esempio per tutto il mondo, dal momento che a differenza di altre costituzioni che esaltano la totale libertà personale, libertà anche di commettere violenze e atti disumani decisamente poco valorosi, la nostra poggiò le sue basi su principi di giustizia laica e kantiana e collaborazione fra esseri umani di eguale dignità e diritti. Oggi, 72 anni dopo la nascita della repubblica, dopo gli anni di piombo, la P2 col golpe Borghese ed il piano di rinascita democratica, i bombardamenti in Jugoslavia e le ‘’missioni di pace’’, le stragi di Capaci e via D’Amelio, Mani pulite, stiamo ancora aspettando l’inizio di questa nuova era…
In Italia oggi, come in ogni buon stato oligarchico e corporativista, dove una ristrettissima minoranza detiene la grande maggioranza del capitale (secondo Oxfam infatti il 5% più ricco degli italiani è titolare da solo della stessa quota di patrimonio posseduta dal 90% più povero), la corruzione è dilagante, la ONG americana RAND ha calcolato che l’Italia perde ogni anno 237 miliardi di euro, pari al 13% del PIL, per corruzione, siamo i primi in Europa in termini assoluti e in termini percentuali siamo preceduti solo da Romania, Bulgaria, Lettonia, Grecia e Croazia; con quei soldi, se non si volesse sfamare la popolazione mondiale e debellare la malaria (ci vorrebbero circa 233 miliardi di euro), si potrebbero usare per aumentare del 150% gli investimenti sanitari del paese, del 300% gli investimenti per l’istruzione o in alternativa si potrebbero ridistribuire alla popolazione, ne risulterebbero 21mila euro annui per ognuno. Attualmente diversi membri dei due partiti al governo, la Lega e il Movimento 5 Stelle, sono coinvolti in vari processi per corruzione, i casi più eclatanti sono sicuramente i 49 milioni di fondi fatti sparire dal carroccio ed il caso Siri, sottosegretario leghista ai trasporti indagato per tangenti, proprio in questi giorni è stato firmato il decreto di revoca per Siri ma si teme che il ministro degli interni Matteo Salvini (famoso per i suoi post culinari e le sue infelici uscite su meridionali, immigrati, omosessuali, comunisti, consumatori di cannabis, mussulmani ecc ecc…) trovi qualche berlusconiana via di fuga per il suo camerata.
Proprio sul vicepremier Salvini c’è molto da dire in quanto ad illegalità e richiami mussoliniani, perché oltre ad avere ottimi rapporti con i neofascisti di Casapound (rapporti talmente buoni da risparmiare la loro sede abusiva a Roma nella sua opera sfratto dei locali occupati abusivamente) egli è accusato di abuso d’ufficio e sequestro di esseri umani per via del divieto di sbarco della nave Diciotti, la quale aveva a bordo 177 migranti senza viveri ne sussistenza, accusa che è stata bloccata a causa della concessione anticostituzionale e antidemocratica dell’immunità al ministro (grazie anche al provvidenziale intervento dei 5 Stelle). Il ministro degli interni oltre a negare i diritti di vita e immigrazione ai profughi violando apertamente i trattati di soccorso in mare, nega i diritti civili delle coppie LGBT (ancora scarsamente tutelati in Italia), come ha dimostrato la sua partecipazione al world congress of family di Verona, nonostante egli sia divorziato con figli è un fiero difensore della famiglia tradizionale e si trova sempre a suo agio fra i fascisti e gli ultracristiani. Salvini inoltre si è distinto come il primo politico ad entrare in divisa in parlamento dai tempi del fascismo.
Nel 2019 del fascismo non rimane solo il retaggio e la corruzione ma anche e soprattutto la macchina propagandistica, la destra infatti ha ereditato la capacità di entrare nella testa delle persone e giocare con i loro più bassi istinti: un tempo il bersaglio della propaganda erano ebrei, liberali e comunisti; oggi sono immigrati, mussulmani e comunisti. La ricerca di un capro espiatorio è fondamentale per la creazione di un regime di terrore, bisogna sviare l’attenzione del popolo dai problemi reali (come quelli di cui abbiamo parlato prima) per concentrare la sua ira irrazionale verso un bersaglio comodo per lo stato, così che il duce possa peggiorare la situazione e passare pure per eroe. I mezzi usati oggi sono soprattutto le fake news sui social, come ha dimostrato il caso di Ebbw Vale in Galles, dove una serie di fake news contro l’immigrazione e contro l’UE diffuse su Facebook hanno portato gli abitanti, che non avevano visto un immigrato in vita loro e la cui città era stata tirata su a colpi di finanziamenti dell’unione europea, a votare a favore della Brexit. Allo stesso modo in Italia le fake news vengono diffuse insieme ai post della Lega, di Forza Nuova e Casapound per portare la gente a vedere un nemico esterno inesistente come l’islamizzazione e il piano Kalergi, offrendo le spalle ad un nemico interno ben più minaccioso ma soprattutto reale come la deriva di estrema destra e la polarizzazione del potere e della ricchezza nelle mani di pochi. In tutto questo la sinistra italiana si esprime in uno dei suoi migliori silenzi assordanti, naturalmente non voglio dire che il PD e gli altri partiti di sinistra italiani non siano interessati a fare opposizione o a vincere le prossime elezioni o che ormai, visto anche che fondamentalmente il PD oggi è una forza liberista di centro destra, siano una forma di opposizione controllata, ma sicuramente si comportano come tale; e la destra, come nel ventennio, domina incontrastata le masse.
La recente conclusione del processo sulla trattativa stato-mafia ha posto fine ad ogni dubbio sul coinvolgimento della malavita organizzata nella politica del paese, come nel ventennio il controllo sulle piccole realtà provinciali e i privilegi di appalto sul territorio sono affidati alla malavita in cambio di ingenti tangenti; con Matteo Messina Denaro ancora latitante da 26 anni e accuse di collusione continue ai funzionari pubblici di tutta Italia, specie nel meridione dove ormai fare politica significa scendere a patti con qualche signorotto o vivere per sempre sotto scorta. Nonostante l’impegno di grandi eroi della legalità come il Magistrato Di Matteo o lo scrittore Roberto Saviano, la problematica non accenna a migliorare, come dimostrano molteplici fatti di cronaca riguardanti non solo le attività mafiose in se ma anche i comportamenti mafiosi dei giovani e giovanissimi, fra i quali il bullismo e il cyber bullismo, segno di come la cultura mafiosa, che altro non è che la giustificazione e l’organizzazione sistematica delle angherie del più forte su più debole, sia estremamente viva. E in tutto questo i politici (molti dei quali sono già indagati per collusione con la mafia) rispondono a colpi di selfie e hashtag , soprattutto il ministro Salvini che per farsi una manciata di selfie in Sicilia ha deciso di non partecipare alle funzioni della festa della liberazione, considerata da lui ‘’una festa per comunisti’’.
Come ha recentemente detto la ex partigiana Francesca Wronowski: l’Italia di oggi non è meritevole di tutto il sangue e la fatica spesi per costruirla. Questo perché il cancro fascista e tutto il retaggio di corruzione, bigottismo, classismo, inciviltà e manipolazione della verità non è morto quel 25 Aprile, si è semplicemente riciclato, ha cambiato nome e facciata, dalla Democrazia Cristiana alla Lega sono sempre gli stessi: gli egoisti, i superficiali, gli oligarchi antidemocratici e i sadici. L’Italia non cambierà mai finché chi ha occhi per vedere se li tappa e tace, il nichilismo passivo è il nostro peggior nemico in questa battaglia, finché accettiamo passivamente che deportino gli immigrati, che picchino la povera gente, che tolgano casa e coperte a chi non ha nulla, che vadano in guerra e bombardino senza motivi apparenti, che discrimino donne e omosessuali, che facciano il bello e il cattivo tempo con i nostri soldi loro vinceranno sempre; i sistemi corrotti, deviati e totalitari si fondano sull’indifferenza del popolo davanti alle mostruosità commesse da chi è al comando ed è per questo che, come Gramsci, odio gli indifferenti.
Luca La Ferla
5°anno
Liceo Classico Gargallo
Siracusa