Francesca Scoleri

Chi vuole il governo di frode nazionale?

Il mio articolo su Il Format.info

Non c’è Talk show o editoriale in cui, fra un’analisi e l’altra dell’emergenza sanitaria in corso, non si offra la presentazione del governissimo sotto l’elegante quanto ingannevole definizione di “governo di unità nazionale”.

Ormai abbiamo imparato – spero – che quando poteri istituzionali o paralleli alle istituzioni, vogliono far digerire qualcosa al popolo, lo fanno con piccoli bocconi quotidiani secondo il metodo Goebbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.

Ed è chiaro come un unico regista stia cercando di convincere i cittadini che, nel bel mezzo di un attacco letale alla salute pubblica, forse è il caso di cambiare governo sostituendolo con un altro di non ben precisata origine con non ben precisati scopi ma sicuramente – parola di giornalisti ed opinionisti – ci renderà tutti più ricchi e più sicuri.

L’assidua presenza di questa ipotesi su tutti i canali di informazione, spinge a pensare che il momento è propizio alla speculazione ma con questa gente al governo si fatica ad operarla. Resta il fatto che, chiunque offra il presagio del nuovo scenario politico, sta scadendo seriamente nel ridicolo. Esattamente di che unità ciancia e con quali soggetti si intende realizzarla?

Per spiegare bene la forma di unità sulla quale la maggior parte dei partiti potrebbe trovare convergenza, scomodo un episodio di cronaca giudiziaria di qualche mese fa, che ben raffigura il sodalizio criminale spacciato per governo di unità nazionale.

Dopo aver negato l’uso delle intercettazioni prodotte da un trojan a luglioForza Italia, Lega, PD, Fratelli D’Italia e Italia Viva a settembre, salvano Diego Sozzani, deputato di FI indagato per corruzione e finanziamento illecito, anche dall’arresto in una operazione che ha portato in carcere ben 43 persone fra Milano e Varese anche per legami con la ‘ndrangheta.

“Sodalizi criminali, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, dediti alla commissione di più delitti di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici”.

In queste parole dei pm per la questione Sozzani, c’è racchiusa la perfetta rete di complicità che potrebbe dar vita ad un governo come quello auspicato a reti unificate. Queste e non altre le basi.

Su questi punti, i soggetti in questione convergono e l’unità è davvero forte. Bsogna ammetterlo.

Un governo a cui prenderebbe parte anche il partito che affianca il M5S in questo governo, quel Partito Democratico che influenza, in egual misura della destra, l’informazione e di cui Alessandro Di Battista (M5S) dice:

“Sono sempre stato contrario ad un governo con il PD. Non è un segreto. Ho sempre reputato il PD il partito del sistema per eccellenza, quindi il più pericoloso. Il PD è un partito “globalista”, liberista, colluso con la grande imprenditoria marcia di questo Paese”

Ed è cosi, che come sciacalli e voraci avvoltoi, approfittano di un dramma che sta devastando la vita in 5 continenti, per fare l’ennesimo gioco sporco all’ombra della bandiera italiana. Prima mossa, distruggere la figura del Presidente del Consiglio.

Attribuire alla sua persona ogni nota dolente riscontrata nel pieno di una emergenza è la velina che passa in ogni studio televisivo e gli unici a non condividerla, sono gli esperti – scienziati, virologi ed infettivologi – chiamati a dare la propria valutazione sugli sviluppi del contagio i quali concordano con le scelte coraggiose compiute da Giuseppe Conte nel rispetto dei dettami costituzionali e non al di fuori. Nel rispetto di un monitoraggio costante che chiede anzi pretende “prudenza”.

Stanno puntando su tutto, come ludopatici davanti alla roulette in attesa di veder uscire il numero fortunato; ci hanno provato con la religione: “ci negate il diritto di andare a messa”, appello talmente serio che persino Papa Francesco lo ha ignorato. Le chiese peraltro sono aperte e chi ha bisogno di raccoglimento o di una parola di conforto a distanza di sicurezza certo può trovarla senza fatica. Per la messa invece si potrebbe immaginare una diretta Facebook con Matteo Salvini prossimo all’abilitazione che nell’ambiente ipocrita concedono a divorziati eccellenti come lui.

Hanno mentito sulle misure in fase di concertazione con l’Unione Europea; a loro dire Conte avrebbe accettato non si sa quanti cappi al collo per noi italiani peccato che oltre ad essere una menzogna – si va infatti nella direzione di misure straordinarie e nuove – le difficoltà nel portare avanti le trattative, hanno sede in oltre 20 anni di terrificante gestione pubblica per mano di chi? Degli stessi partiti che oggi accusano Giuseppe Conte.

Il debito pubblico che si frappone fra noi e le rassicurazioni chieste in Europa, dove non siamo entrati accettandone veti e aiuti per volontà di Giuseppe Conte, è uno degli ostacoli peggiori e nemmeno qui troviamo il PdC o il partito di maggioranza dell’attuale governo. Non per mano loro è stato contratto. Vedi sopra. Sempre loro. Quelli che oggi si propongo alla fetecchia di unità nazionale.

E che dire poi del continuo paragone sottoposto all’opinione pubblica: “negli altri paesi soldi subito a tutti qui non si vede un euro”. Posto che la burocrazia è un fardello di cui non riusciamo a liberarci, nei paesi indicati dal nascente fronte di liberazione, hanno una forza ed una disponibilità economica superiore alla nostra nonché meriti creditizi che noi possiamo solo sognare, grazie a governanti che hanno fatto una cosa semplicissima negli anni: hanno lavorato per la crescita del proprio Paese.

Cose diverse da chi occupa buona parte del tempo in festini con minorenni mentre i propri avvocati redigono leggi ad personam, ad famiglia ad azienda. Cose diverse da chi, ignorando i veri problemi dell’Italia, decide di cambiare faccia alle banche bruciando in una notte milioni di risparmi. E mentre qualcuno arrivava al suicidio per aver perso tutto altri, per le medesime operazioni, potevano festeggiare i profitti raggiunti. Amici di Matteo Renzi per intenderci.

Cose diverse da chi arriva al governo con in tasca le istanze di Matteo Messina Denaro – il caso Siri & Arata insegna –  e con senatori che hanno frodato 49 milioni di euro.

E che dire poi dell’indignazione riversata ancora sul governo Conte nonché sul ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per scarcerazioni incomprensibili decise su ben altri banchi. Indignazione da parte di chi esiste politicamente grazie al finanziatore istituzionale  di Cosa nostra, il milanesissimo Silvio Berlusconi.

nelle motivazioni della sentenza Trattativa dove vengono dettagliate le elargizioni di Silvio Berlusconi (già a Palazzo Chigi) ai mafiosi tramite il co-fondatore di Forza Italia: “È determinante rilevare che tali pagamenti sono proseguiti almeno fino al dicembre 1994”. Non solo. Secondo i giudici, lo stalliere di Arcore – e rappresentante dei clan – Vittorio Mangano era informato in anteprima di novità legislative relative alla custodia cautelare direttamente dal fondatore di Publitalia “per provare il rispetto dell’impegno assunto con i mafiosi”.

Giorgia Meloni indignati anche per queste verità processuali e magari fallo negli studi televisivi sudici di finta antimafia come quello di Massimo Giletti dove hanno scoperto persino la mafiosità di vacche e lombrichi ma della trattativa Stato-mafia non sono riusciti a parlare nemmeno nei giorni successivi alla clamorosa sentenza di Palermo.

Quanti ne ha scarcerati di mafiosi e corrotti il papabile partner al governissimo di criminali intese nella notte del 13 luglio 1994 col Decreto Biondi? Ab uno disce omnis, da uno capisci come sono tutti gli altri che ne faranno parte.

E quel teatrino incomprensibile di appelli e annunci “gli artisti spingono per riaprire”“I commercianti: riapriamo o moriremo”, Operatori del turismo: “Cosi il governo ci affossa” e molti altri.

Posto che meritano solidarietà ed aiuti concreti per le perdite che stanno subendo e che sembrano destinati a subire, ma esattamente, come si può pensare di aprire tutto subito confidando che vi sia poi il consueto afflusso di clienti?

Le restrizioni non sono frutto di capriccio ma di analisi che arrivano da più parti e, in questo caso, dando più autorevolezza a chi segue l’emergenza sanitaria dal punto di vista medico.

“Aprire graduatamente”. Cosa c’è di difficile in questo concetto applicato peraltro da tutti gli altri governi europei?
Si apre a stadi, si fa monitoraggio e poi si procede in avanti o indietro a seconda dei riscontri.

Se la bussola è il buonsenso si fa cosi, se la bussola è la gestione della Lombardia – Dio ce ne scampi – o Salvini – aprirechiudereaprirechiudereaprirechiudere – o Meloni – “Conte deve dare 1000 euro a ciascun italiano”, quando lei sarà al governo ve ne darà 3000 a testa contateci- o Renzi il baro più baro di tutti i bari – o Confindustria che notoriamente ha a cuore la salute dei cittadini – Bergamo ne sa qualcosa – si materializzerà il baratro.

Quello che trovo invece condivisibile è la critica verso quei metodi farraginosi di cui il governo potrebbe liberarsi e liberarci, le critiche alle misure come i prestiti bancari di cui si dovrebbe fare decisamente a meno in favore di misure istantanee a fondo perduto e chiedere magari senza sosta, in modo costruttivo, un fermi tutti sul piano fiscale perché in queste condizioni, far pagare tasse è davvero criminale.

Questo è comprensibile ma il resto è frutto di psicopatia generale. Governo di unità nazionale compreso.