Una cosa va riconosciuta ai seguaci di Forza Italia, il partito del fu Silvio Berlusconi: la coerenza. E aggiungerei la mancanza di vergogna, così come il senso delle istituzioni e dello Stato.
Il capogruppo di Forza Italia al consiglio comunale di Terni, Francesco Ferranti, mantiene la promessa fatta il 16 giugno, giorno della morte del suo padre politico: presenta un atto che impegna il sindaco e la giunta a individuare una via o un luogo rilevante della città di Terni da intitolare alla memoria dell’ex presidente del consiglio.
Nel lungo testo dell’atto riporta frasi degne di un grande statista, di un politico valoroso e onesto, di un imprenditore degno di ammirazione e stima; leggendo si comprende facilmente il delirio politico ed emotivo che muove i tanti italiani cresciuti alla scuola del Caimano.
Leader di caratura mondiale, così è scritto, “Silvio Berlusconi rappresenta un’eccellenza del nostro Paese, al quale ha dato lustro e prestigio in vari ambiti (imprenditoriale, politico, sportivo)”, tanto da meritare, appunto, l’intitolazione di una strada, una piazza o altro luogo di rilevanza cittadina.
Ognuno ha i propri maestri di vita e le proprie passioni che rispetto pur non condividendole, ma negare fatti e circostanze note, riguardo la storia politica e personale del capo di Forza Italia, è un fatto gravissimo e irrispettoso nei riguardi di quelle italiane e quegli italiani che realmente hanno portato solo prestigio al nostro paese.
Si sta provando a riscrivere un pezzo di storia italiana, si vorrebbe mettere in un cassetto un periodo storico in cui si è lavorato per devastare le istituzioni e l’etica pubblica.
La frode fiscale, con condanna definitiva e pena scontata; i rapporti con la mafia (Dell’Utri e Mangano lo confermano) e i pagamenti alle cosche avvenuti fino al 1992 quando era Presidente del Consiglio. La corruzione di giudici e di testimoni nei processi.
I rapporti con le minorenni, la prostituzione delle stesse e il disprezzo per le donne; la creazione di una tv spazzatura che ha concorso a crescere un’intera generazione di giovani attratti dal Grande fratello e dalle ospitate facili; lo scontro con la magistratura e nessun rispetto per la divisione dei poteri.
L’aver favorito la “normalizzazione” del reato se commesso da chi è ricco e potente e molto,molto altro…
Che la morte porti almeno l’oblio su uno dei peggiori personaggi della politica italiana.L’intitolazione di una strada è una faccenda importante: dobbiamo lasciare messaggi positivi ai bambini di oggi che saranno cittadini di domani.
Dovranno vedere targhe in memoria di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Carlo Alberto Dalla Chiesa, don Pino Puglisi, Giancarlo Siani, Francesca Morvillo, Angelo Vassallo, Attilio Manca e di tutti gli altri che tengono alto l’onore di questo paese senza più vergogna.
La memoria è fondamentale, non calpestiamola.