Francesca Scoleri

Giorgio Napolitano: il compleanno del boss

Tutti pazzi per Napolitano. Oggi è il compleanno dell’ex Presidente della Repubblica ribattezzato Re Giorgio; 94 anni di cui 66 vissuti a carico dei contribuenti italiani. Alla radio impazzano auguri: “al grande presidente”, “al geniale statista”, “all’abile diplomatico” e noi chi siamo per non unirci agli auguri? Sudditi senza rispetto?

Auguri al massone!

Nel libro Massoni di Gioele Magaldi, (mai contestato e mai querelato), si parla del suo ingresso nella potente loggia americana: “Tale affiliazione avvenne nel 1978, anno nel quale divenne apprendista muratore Silvio Berlusconi. E mentre Berlusconi venne iniziato a Roma in seno alla P2 guidata da Licio Gelli nel gennaio, Napolitano fu cooptato dalla prestigiosa Ur-Lodge sovranazionale denominata Three Architects o Three Eyes appunto nell’aprile del 1978, nel corso del suo primo viaggio negli Stati Uniti”.

Napolitano, primo dirigente del Partito Comunista a cui fu permesso di entrare negli USA, operò un’azione diplomatica con gli americani – non si capì bene a che titolo – presentandosi con l’autorevolezza di segretario del partito comunista che non era certo lui ma Enrico Berlinguer col quale non correva buon sangue.

Soprattutto dopo le dichiarazioni di quest’ultimo sulla questione morale, a cui Napolitano rispose stizzito: “Saper scendere e muoversi sul terreno riformistico’ anziché pretendere di combattere il riformismo con ‘pure contrapposizioni verbali’ o ‘vuote invettive’”.

Ha sempre avuto la tendenza a fare moniti e a spostare l’attenzione dai fatti concreti alle polemiche tattiche. La risposta a Berlinguer, tradotta: “corruzione e clientele dettagli insignificanti. Si badi a riformarci e con gli americani cos’è sta questione morale? Una perdita di tempo…via via…”

Auguri al despota fanatico della monarchia!
In Italia comanda “lui”. Nessuno come “lui” a memoria d’uomo.
Ha scritto il libro “Europa, politica e passione” che avrebbe invece potuto chiamarsi “Mafia, massoneria e passione”.
Ha deciso le cariche più importanti, ha imposto al Paese tre governi che hanno operato politiche di impoverimento economico e democratico.
Ha elaborato pene e castighi per i magistrati che ha presieduto al CSM elogiando pubblicamente quelli “prudenti“ed attaccando nemmeno tanto velatamente quelli “votati al protagonismo“; anche qui c’è una traduzione: “mi piacciono i giudici che stanno al posto loro, lontano dagli intrighi di potere. Che sarà mai qualche reato qua e la, è pur sempre commesso da gente superiore non da plebaglia”
Auguri al soccorritore di imputati!
Nessuna pietà per i magistrati minacciati da Totò Riina come Nino Di Matteo al quale non ha mai manifestato solidarietà e vicinanza – chissà forse alla controparte si – lui si preoccupa degli amici ancora di più se imputati in processi di mafia. Come in una specie di Call Center, il Quirinale occupato da Napolitano, riceveva e telefonate da un minaccioso Nicola Mancino che chiedeva aiuto e sostegno contro quei magistrati di Palermo che lo accusavano di falsa testimonianza. Ottenne aiuto e sostegno.
Il suo consigliere giuridico, Loris D’Ambrosio, è morto di colpo fra la scoperta di una telefonata e l’altra mancando cosi la deposizione in commissione antimafia dove avrebbe dovuto spiegare a cosa si riferiva quando, in una lettera inviata a Napolitano, scriveva: “Lei sa…”  “…non ho esitato a fare cenno a episodi del periodo 1989- 1993 che mi preoccupano e fanno riflettere; che mi hanno portato a enucleare ipotesi – solo ipotesi- di cui ho detto anche ad altri, quasi preso anche dal vivo timore di essere stato allora considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi”. Nessuna autopsia è mai stata disposta.
Due giorni prima  di D’Ambrosio, in Africa, moriva in un incidente un altro conoscitore di quei fatti, il giudice Michele Barillaro. Incredibile che solo poche settimane prima, il ministero dell’Interno gli avesse tolto la scorta e negli stessi giorni, il giudice Barillaro, riceveva una letera di minacce:
Compagni!!!! BARILLARO senza SCORTA Senza PIU’ celerini che lo guardano come un bambino idiota: CHE REGALO!! Grazie ai neri burocrati suoi degni compari che l’hanno giustiziato con le loro mani!! Ladro di stato era ora! Fascista e impunito!! Gli scrivani del popolo diventano giustizieri della storia I Compagni lo manderanno a far compagnia a un altro fascista (Paolo Borsellino) vent’anni dopo via d’amelio BARILLARO è il nostro regalo di compleanno”. Nessuna indagine è mai stata disposta sull’incidente mortale.

Auguri all’ambiguo Napolitano!
Quando Berlusconi, da presidente del consiglio, ricevette l’avviso di garanzia dal pool di mani pulite durante il G7, Giorgio Napolitano stava all’opposizione eppure lo difese pubblicamente contro quei giudici sfrontati. Inspiegabile posizione. Ma fu la prima di una lunga serie che riguarda i due.
L’intelligence sotto la sua gestione, non si rende conto del potere di Licio Gelli men che meno delle sue fughe e “lui”, sempre morbido nella sua linea.
Forse perchè, come viene raccontato da un noto massone, la sua parte politica, era “la dependance della massoneria”?
Nel libro “Il capo della banda”, viene descritto come “l’interlocutore del potere globale che calpesta gli ultimi, distrugge lo stato sociale, trasforma la sinistra in riformismo liquido e costruisce un sistema che impedisce ai cittadini di andare al voto”.
Buon compleanno a lei, alla  sua pensione dorata, al suo chauffeur, al suo maggiordomo, al suo ufficio di 100 mq, alla sua segreteria composta da 10 persone, alle sue ricche vacanze protette con decine di uomini di scorta sarà nostra premura lavorare per garantirle tutto quello che è abituato ad avere senza aver mai faticato per averlo. Si chiama parassitismo.
“La realtà del lavoro operaio ha rappresentato una parte importante della mia vita ed io non lo dimentico.” Sono parole sue, ma che lei abbia fatto l’operaio, non risulta a nessuno.
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