Francesca Scoleri

Barcellona Pozzo Di Gotto e i Veleni Mafiosi

Piante ammalate, un giardino distrutto, un cucciolo che respira a fatica e due anziani signori la cui salute tende a peggiorare di giorno in giorno.

Nulla di normale in tutto questo. Nulla di accettabile.

Dopo aver visto le fotografie di quel giardino, postate su Facebook dalla signora Angela Manca, non mi è stato certo difficile credere che veleni di ormai certa provenienza, fossero sparsi nell’aria. Altra cosa però, respirarli quei veleni.

Una ventata d’aria puzzolente, interrompe una piacevole conversazione in casa Manca. La lingua inizia a pizzicare, la gola si irrita di colpo, il naso è chiuso e sembra arrivare un cerchio alla testa. Questo è quel che accade a me, questo accade anche agli altri presenti e al cucciolo di chihuahua che accenna a conati di vomito accompagnati da tosse stizzosa.

Una sconvolgente verità sotto gli occhi di tutti ormai.

Un fatto di per se crudele, eppure c’è qualcosa che supera la malvagità di questo avvelenamento: chi lascia fare. A maggior ragione se si tratta di persone in divisa o uomini dalle istituzioni che dei cittadini dovrebbero preoccuparsi ed occuparsi.

E’ cosi oggi. E’ stato cosi 12 anni fa, quando questa famiglia, si trovò a fare i conti, con un figlio morto prima, e con menzogne che risultano a tutt’oggi “verità” rese alla nazione all’interno del Parlamento dopo : Attilio Manca è morto per overdose.

Un giovane urologo che a soli 34 anni era considerato un luminare, un vanto per la famiglia e per la comunità di provenienza. Peccato che alcuni abitanti di questa comunità, lo hanno tenuto in considerazione solo per suggerire il suo nome ad un malato di cancro alla prostata che vagava da una parte all’altra dell’Italia con qualche puntatina all’estero e qualche visita di cortesia ad un mafioso che stava agli arresti domiciliari a Roma, tal Vito Ciancimino. Un latitante. Il ricercato numero uno.

La parte peggiore di questa comunità, di Barcellona Pozzo Di Gotto, consegna Attilio Manca alla mafia, facendo in modo che Bernardo Provenzano fosse da lui operato e poi visitato in tutta tranquillità presso vari siti della cittadina. Tutti posti fidati sotto il controllo non solo della mafia, ma delle istituzioni deviate e piegate agli interessi mafiosi perché, pare, che soldi, palazzi e ville, non si facciano lavorando onestamente.

Dopo Totò Riina, l’Italia attendeva l’arresto di Provenzano. L’Italia intera, non solo la Sicilia. L’eco di quelle bombe a Capaci e via D’Amelio e dei colpi di kalashnikov, riecheggiavano dentro e fuori la penisola.
Ma qualcuno dormiva sogni tranquilli :”lo Stato che ha assicurato Riina alla giustizia, certo farà lo stesso con Provenzano. Lo Stato è forte, più forte della mafia.La mafia si indebolirà e cadrà per sempre”.

Alcuni lo hanno davvero pensato, anche chi scrive. Illusi. Nessuno cercava Provenzano, come nessuno cercava Riina fino al giorno in cui, per stabilire nuovi equilibri politico-mafiosi, fu concordato il suo arresto a tavolino.

Le mancate catture di Provenzano, oggi vengono raccontate al Paese come atti di “distrazione”, “dimenticanze”, tutte cose che non costituiscono reato, ma inspiegabilmente, rendono carriere prestigiose.

Una vergogna dietro l’altra, a volte mi chiedo come questo Paese possa contenerle tutte.

Prima gli uccidono il figlio, poi cercano di uccidere loro, gli anziani genitori che parte di quella comunità imbevuta di mafia, non può perdonare. Diranno con arroganza “come si permettono questi di alzare la testa cosi ? Come si permettono di non accettare la “verità” imposta dalla mafia?”

Loro si permettono perché la memoria di quel giovane, brillante sotto tutti i punti di vista lo si osservasse, grida giustizia. Non so come faccia questa famiglia, a sopportare tutto questo. Me lo chiedo oggi più di ieri, dopo aver visto cosa sono capaci di fare per azzittirli. E mi chiedo anche, quando prenderanno parola i silenti che seppur innocenti, si trasformano in colpevoli complici.

Angela e Gino Manca, porto con me la vostra frase che, nonostante tutto, è per me Vangelo : “La verità ha una forza dirompente. E’ solo questione di tempo. Emergerà”