Un’ associazione che tenta di dare il proprio contributo al contrasto della corruzione, non può non rivolgersi a chi, nella pubblica amministrazione come nel privato, cerca di denunciare gli illeciti di cui diviene testimone.
Sosteniamo da sempre che chi non resta indifferente dinanzi a fatti di corruzione, ha un grande merito; dinanzi a se stesso può vincere, alla maniera indicata da Indro Montanelli “Ho perso quasi tutte le battaglie, ma vinco tutte le mattine quella che ingaggio con lo specchio”.
Con la collettività, ha il merito di anteporre il bene pubblico al resto, fosse anche il percorso di grande sofferenza cui certamente andrà incontro. Nei Paesi realmente civili – sentiamo di escludere il nostro dalla lista per le ragioni che periodicamente condividiamo coi nostri lettori – in cui la democrazia è una realtà compiuta, il valore delle denunce dei cosiddetti Whistleblowers non si discute.
In contesti diversi dal nostro dunque, queste figure vanno incontro ad atteggiamenti premiali in cui emerge il principio che la legalità vince sempre e conviene perseguirla.
Negli Stati Uniti, l’azione di denuncia degli illeciti nella Cosa Pubblica, è stata calcolata minuziosamente dalle Corti Contabili che hanno restituito un risultato eccellente: prevenire la corruzione fa punti di PIL.
Impedire pratiche di corruttela dunque conviene e ne era convinto anche Raffaele Cantone – ex presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – quando, nel 2016, presso l’università romana di Tor Vergata diceva: “Chi denuncia fa sempre la cosa giusta! E’ un atto di coraggio che tutti dovrebbero compiere” .
Potremmo anche condividere queste parole non fosse che, viviamo nel Paese sbagliato per rilanciarle. Innanzitutto, perché ci sono passate sotto gli occhi importanti denunce totalmente ignorate proprio da ANAC . Nel migliore dei casi. Nel peggiore, da quel passaggio in poi, la condizione dei denuncianti si è persino aggravata. In modo incomprensibile.
E non possiamo condividerle perché non c’è ancora la giusta tutela verso queste figure che nella maggior parte dei casi – quasi sempre – vanno incontro a vere e proprie forme di persecuzione da parte dei denunciati quando questi, sono in posizioni più rilevanti. Quasi sempre.
Siamo quindi lieti di ospitare una piattaforma in cui potranno esprimersi liberamente e fare aggregazione. I responsabili di Italian Whistleblowers per Themis & Metis:
l’Avv. Maria Pia Capozza: ha denunciato come le IPAB – patrimoni immobiliari fruibili ai soli fini di beneficenza – vengono invece distratti dalla funzione istituzionale.
l’ex poliziotto Daniele Contucci : ha denunciato la gestione fallimentare dell’immigrazione negli anni di maggior affluenza.
L’ex funzionario di Polizia Gaetano Pascale: ha denunciato la presenza di clan mafiosi nel litorale romano e nel tentativo di contrastarli, si è ritrovato dinanzi a pratiche insabbiate e operazioni depotenziate.
La nostra associazione è grata per il contributo che queste persone hanno dato al contrasto della corruzione e della mafia su più fronti e per questo, vi invitiamo a conoscere le loro storie professionali in cui purtroppo, molti Whistleblowers si ritroveranno.
Insieme a loro ed alle persone che vorranno unirsi a questa iniziativa, ci faremo carico di nuove istanze che porteremo dinanzi alle istituzioni affinché anche in Italia, la pratica del whistleblowing, venga percepita come atto di onestà non di “infamia” come accade oggi.
“Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”.
Giovanni Falcone