Maria Pia Capozza

Sistema IPAB e manovre oscure di Zingaretti mentre era “malato”

Pie volontà ed IPAB, scandali da nord a sud Italia. Esiste un sistema o sono solo coincidenze?

La RSA Santa Maria del Prato “potrebbe essere il caso Trivulzio laziale”: ora indaga la procura di Roma.
Il dato certo è che Campagnano è diventato zona rossa ed una donna di 47 anni con la sindrome di Down è morta per Covid19 lo scorso 11 aprile, nel giro di 12 ore, senza che i parenti sapessero nulla sulle sue condizioni.

Leggiamo che il 28/03/2020 La Regione Lazio ha invitato i titolari di strutture residenziali per persone non autosufficienti, anche anziane, a manifestare la disponibilità ad accogliere pazienti COVID positivi .
Le strutture sono quelle di cui alla normativa regionale in materia di requisiti autorizzativi (DCA 8/2011 e s. m. e i.) e la RSA Santa Maria del Prato nel 2014 è stata autorizzata proprio sulla base di quei requisiti, con Delibera del Commissario Straordinario Ad Acta Nicola Zingaretti.

Nuovo caso Trivulzio?

Il Pio Albergo Trivulzio, infatti, è di nuovo sotto inchiesta, sempre per ipotesi di reato di corruzione e di abuso di ufficio, ma in questo caso ci sono dei morti. Si legge che si uniscono i reparti rimasti vuoti per i troppi morti. Lo spostamento avviene perché il numero degli ospiti è diventato così esiguo, a causa dei decessi, da non giustificare la dispersione dei pazienti in più posti . Strano. Perché il Pio Albergo Trivulzio ha, o dovrebbe avere, l’unico fine di assistere gli anziani.

Ed invece, dopo essere stato il protagonista dell’avvio della nota inchiesta Mani Pulite, continua ad avere altri fini. Forse è opportuno allargare lo sguardo e capire bene.

Non tutti sanno che il Pio Albergo Trivulzio è una IPAB trasformata in ASP – Azienda di Servizi alla Persona – ed ancora prima era un’Opera Pia.

Una IPAB come lo è la RSA Santa Maria del Prato che è gestita dall’IPAB-EAS S. Salvatore

I beni oggetto delle Pie Volontà hanno posto le fondamenta del sistema assistenziale italiano. Storicamente nascono dall’attribuzione di un bene, donato da persone facoltose e vincolato all’adempimento di uno scopo da rispettare nei secoli dei secoli, salva la possibilità per gli eredi di richiedere la restituzione del bene in caso di mancato rispetto del fine.

Le Opere Pie hanno disegnato una «geografia della solidarietà» della quale è difficile tracciare un disegno preciso. Hanno dato vita ad asili, case di riposo ed ospedali.

Nel 1862 era stata avviata la prima mappatura su tutte le Opere Pie esistenti, per rilevarne la consistenza patrimoniale, il numero di assistiti ed i servizi socio-sanitari erogati.

Da tale mappatura era emersa una quantità davvero ingente di risorse private, immobili e mobili.

Nel 1890 la c.d. Legge Crispi, sulla base del principio della pubblica utilità, impose la personalità giuridica pubblica ad oltre 20.000 Opere Pie che vennero trasformate in Istituzioni di Assistenza e Beneficienza.

La Legge Crispi stabilì che «ogni anno il Ministro dell’interno deve presen­tare al Senato e alla Camera dei deputati una relazione intorno ai provvedimenti di concentra­mento, raggruppamento e trasformazione delle IPAB e di revisione dei relativi statuti e regola­menti emanati nell’anno precedente. Deve pure presentare un elenco delle amministrazioni di­sciolte, coll’indicazione dei motivi che avranno determinato lo scioglimento».

La Costituzione repubblicana stabilisce all’art. 38 il diritto inalienabile all’assistenza sociale.

Si conferma il dovere dello Stato di provvedere alla realizzazione della tutela dei soggetti protetti e, in ultima analisi, alla predisposizione e all’organizzazione di un compiuto sistema di sicurezza sociale.

Nonostante ciò, non è mai stata data appli­cazione alla ricognizione delle IPAB ed al loro coordinamento.

Non stupi­sce quindi che nel 1970 il Ministero dell’Interno, delle 21.819 IPAB presenti nel 1888, ne abbia individuate solo 9.000.

Dove sono andate a finire le 12.000 mancanti ? Nessuno lo sa.

Da notare che in una seduta della Camera dei Deputati del 17 febbraio 1982, i patrimoni delle IPAB sono stati valutati in 30-40 mila miliardi (di lire).

Nel corso degli anni si susseguono molte norme e la Corte Costituzionale, con Sentenza 161/2012, ribadisce la necessità di un coordinamento complessivo.

Con il D. Lgs. 207/2001 si prevede che le IPAB possano trasformarsi in Enti Privati o in ASP.

Resta la necessità di controllare attentamente la situazione delle IPAB e delle ex IPAB privatiz­zate e verificare se i beni ed i redditi vengono destinati ai poveri o veleggiano verso altri lidi.

Ed invece il riordino delle IPAB è stato realizzato in maniera frammentata e non uniforme sul territorio nazionale ed inoltre, dopo diciotto anni, il riordino non si è ancora concluso, talché, evidentemente, l’impostazione data dalla L. 328/2000 e dal successivo D. Lgs. 207/2001 è da ritenersi fallimentare.

In tutto il territorio nazionale si osserva che:

  • l’enorme patrimonio immobiliare delle IPAB – patrimonio spesso vincolato e da considerarsi bene culturale e/o di alto interesse storico – risulta locato a canoni di favore o sfitto o addirittura oggetto di dubbie forme di “dismissione”;
  • l’ingente patrimonio non è stato assoggettato a censimento, mappatura e valutazione, ai fini della sua protezione e della sua migliore gestione;
  • si osserva una drastica riduzione delle attività di assistenza e beneficenza delle IPAB, e ciò è in palese contrasto con il fondamento della Legge Crispi e di tutta la normativa secolare ma soprattutto è in spregio alla volontà dei fondatori.

In particolare, è singolare notare come molte IPAB siano coinvolte in inchieste giudiziarie che hanno come oggetto ricorrente i reati di abuso di ufficio e/o corruzione.

Da qualche notizia ripresa dai giornali, apprendiamo che:

  1. Regione Lazio

durante “la lunga notte” del COVID-19 e mentre il Presidente è in malattia, la Giunta Regionale del Lazio trasforma le principali IPAB in ASP.

 

Proprio quelle IPAB su cui tanto è stato scritto ma poi è calato il silenzio delle Istituzioni. Facciamo solo qualche esempio.

Nomine, Cantone ferma Zingaretti. L’Autorità anticorruzione applica la legge Severino e sospende per tre mesi il governatore dalla possibilità di assegnare incarichi amministrativi. La misura dopo la designazione “incompatibile” di Giovanni Agresti all’Ipab.

Regione Lazio: artisti teatrali occupano Fondazione Piccolomini Quattro palazzi sono in disuso. Due sfitti e in completo stato di abbandono e altri due occupati da senza casa. Le due palazzine occupate si chiamano Valente e Innocenzio XII e sono occupate dal Comitato cittadino Lotta per la Casa.

Il Segretario Generale DIRPUBBLICA ha chiesto al Ministro dell’Interno il commissariamento di IPAB ISMA di Roma. Dopo la risposta ambigua della Regione Lazio (conferma le circostanze denunciate ma le giustifica) sulla situazione IPAB ISMA, ai cui rappresentanti, fra l’altro, sfugge l’avvenuta consumazione di un reato nell’ambito dell’Ente vigilato, il Segretario Generale DIRPUBBLICA scrive al Ministro dell’Interno.

Più fa danni, più fa carriera. Bufera sul manager sanitario del Lazio. L’ex dg dell’Umberto I ha perso 477 milioni: guiderà l’Ipab San Michele.

Il “caso Lazio” è illuminante. La regione guidata da Nicola Zingaretti s’è ricordata di quel dlgs del 2001 solo due settimane fa. Peccato che durante la vacatio legis sia successo di tutto, tanto che persino il numero delle Ipab laziali è un mistero: l’assessorato al Patrimonio sostiene siano 55; nel 2017 l’assessorato alle Politiche sociali ne aveva censite 57; la Corte dei Conti ritiene che siano molte meno vista la “continua azione di fusione, accorpamento ed estinzione” in atto dal 2005 (….) Un fatto non banale se si pensa al recente passato: le tre Ipab più importanti della regione sono il San Michele, l’ISMA (Santa Maria in Aquiro) e il Centro Sant’Alessio, tutte coinvolte negli anni in inchieste della magistratura, esposti all’Anac e scandali come “affittopoli” a causa di canoni stracciati o non riscossi. La Corte dei Conti ha parlato di “indebito arricchimento dei conduttori” cioè degli affittuari. Quando ci sono: in parecchi casi gli immobili sono sfitti. Risultato: più stipendi che beneficenza, conti in peggioramento e qualche bell’affare per i privati.

  1. Regione Campania

Riteniamo che la privatizzazione sia stata di­sposta dalla Giunta della Regione Campania se­condo modalità che benevolmente possono es­sere definite disinvolte.

  1. Regione Sicilia assistiamo a situazioni a dir poco sconfortanti

Tutte le condotte ideate e poste in essere … erano finalizzate all’ampliamento sempre maggiore del potere di influenza del consesso criminoso nei settori nevralgici della politica, della pubblica amministrazione e della sanità; giungendo, come nel caso del Comune di Castelvetrano ad un controllo generalizzato e penetrante delle scelte politiche ed amministrative, al condizionamento delle scelte inerenti le nomine in enti pubblici o di interesse pubblico (come nel caso dell’IPAB Infranca e del Parco Archeologico di Selinunte e della nomina del BERLINO all’interno della segreteria dell’assessorato regionale),

  1. Regione Piemonte

Molti rappresentanti del Pd Alessandrino e vercellese risultano coinvolti nello scandalo degli appalti truccati delle case di riposo. Come da noi anticipato quasi un anno fa, come sempre in “beata solitudine”  a proposito dell’inchiesta condotta dalle Fiamme Gialle, la Procura di Vercelli ha concluso le indagini a carico di alcune strutture fra le quali spicca l’Ipab Borsalino di Alessandria.
Le accuse, a vario titolo, sono di turbativa d’asta, corruzione, istigazione alla corruzione, tentato traffico di influenze illecite. 

Quattro dipendenti pubblici sono stati denunciati a vario titolo per corruzione, peculato e abuso d’ufficio dai carabinieri di Acqui Terme, in provincia di Alessandria, nell’ambito dell’operazione ‘Big Mama’, avviata oltre un anno fa, con al centro la gestione dell’Istituto pubblico di assistenza e beneficenza (Ipab) Jona Ottolenghi. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno accertato numerosi reati e condotte illecite, tra cui delibere falsificate, appalti assegnati senza gara e guadagni indebiti.

  1. Regione Puglia

Anche l’assessore Salvatore Ruggeri è indagato e accusato di corruzione  nell’inchiesta sulla scelta del commissario dell’Asp (Azienda per i servizi alla persona) “Castriota e Corropoli” di Chieuti, in provincia di Foggia

 

Il quadro nazionale sembra desolante, ma come mai nonostante l’esistenza di norme che danno poteri di controllo allo Stato nessuno li esercita ?

Esiste un “Sistema IPAB” o sono tutte coincidenze ?

Due whistleblowers – che per noi rimarranno fonti anonime – continuano a denunciare il Sistema, sono attualmente senza lavoro ed inascoltati da tutte le Istituzioni, dalla Magistratura e dai giornalisti.

Diceva Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova» e qui sembra evidente che manca ogni forma di controllo, che ci stanno derubando non solo del patrimonio donato ma anche dei servizi socio-sanitari per le fasce più deboli.

Eppure nessuno sembra voler ricomporre il mosaico o mettere insieme i puntini. Chiunque vi si avvicina,  diventa interessato ad entrare nell’affair e/o a prendere a poco una bella casa in centro storico o un incarico, nella consapevolezza che il mondo delle IPAB è sommerso e nessuno renderà mai conto del suo operato.

In un momento di emergenza nazionale, chiediamo una verifica eccezionale da parte dello Stato e delle Istituzioni per tutelare il nostro diritto inalienabile all’assistenza sociale.

Le IPAB sono state per secoli una garanzia di tale diritto, ma oggi risultano luoghi di corruzione e finanche di morte.

Inizia così la nostra inchiesta sullo smantellamento del Patrimonio italiano.

Seguiteci. E, ove possibile, aiutateci.