Andreas Zanin

Come Internet ha Migliorato il Modo di Fare Politica

Recentemente l’Onu ha affermato che avere la possibilità di accesso ad Internet è, ormai, un diritto umano, in quanto strumento indispensabile per realizzare la libertà di opinione ed espressione negli individui. Infatti, durante il discorso “Sulla protezione e la promozione del diritto alla libertà di espressione e opinione” del relatore speciale Frank La Rue, la questione internet è positivamente dibattuta, tanto che ci si pone l’obiettivo di farlo usufruire anche a quei paesi in cui le informazioni sono pilotate dai governi e non vi è libertà di stampa. Ma prima che Internet rivestisse un ruolo così importante per la società, a tal punto da essere riconosciuto fondamentale dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, ne ha fatta di strada. Vediamo un po’ nel dettaglio come la rete ha cambiato positivamente diversi aspetti della nostra società, primo fra tutti, il modo di fare politica.

Esempi oltre Oceano

I pionieri del web a fine politico sono stati, come era abbastanza immaginabile, gli americani. Sappiamo, infatti, che, il primo a servirsi del mezzo, fu Bill Clinton che, nel 1992, usò l’e-mail per comunicare con gli elettori. Da quel momento in avanti, l’importanza di Internet nella politica americana è cresciuta sempre più e non si è mai arrestata. D’altronde, l’ultimo caso eclatante di utilizzo della Rete a scopo politico, avvenne durante le elezioni presidenziali del 2008, dove, per la prima volta, Internet ha superato i quotidiani cartacei, come seconda fonte di informazione politica, e soprattutto ha fruttato a Barack Obama i due terzi degli oltre 750 milioni di dollari raccolti per la sua campagna.

L’uso della Rete da parte dei politici

Dunque, possiamo affermare che già durante gli anni 2000 si è cominciato ad assistere ad una vera e propria ondata sul tema. I politici americani hanno cominciato a prendere sempre maggiore dimestichezza con i siti web di propaganda politica e ad usare Internet, in modo attivo, come strumento per raccogliere fondi e per finanziare con successo le proprie campagne elettorali. Successivamente, con la scoperta dei social media, l’importanza di internet è stata sempre più dirompete, basti ricordare la campagna di Obama del 2008, per capire come il mezzo sia stato sfruttato magistralmente, fondendo in modo sapiente le tradizionali strutture della politica e con il fundraising online, portando Obama alla vittoria. Ma cosa succede in Italia? L’ondata social è riuscita a bagnare anche le nostre coste? Ebbene, pare proprio di si. Anche i politici italiani, si sono quasi tutti convertiti alla Rete e usano con frequenza giornaliera diversi social network. Sono infatti presenti in diverse piattaforme sociali, ma pare che tra tutte prediligano Twitter. Considerato dall’opinione pubblica l’arena dei colti, i rapidi cinguettii di Twitter da parte dei nostri politici si fanno sempre più spazio, tanto da creare un vero e proprio circuito politico-mediatico qui in Italia. Ma oltre ai cinguetti, c’è di più. La Rete, infatti, non ha solo permesso di strabiliare una comunicazione diretta e bilaterale tra il mondo della politica, che sia un partito, un movimento o un singolo politico, ed i propri elettori, ma ha anche dato la possibilità di portare avanti proposte innovative. Eccone alcune.

Elementi significativi nella politica italiana

Tra le innovazione che meritano di essere citate, c’è, sicuramente, l’impegno della politica italiana verso le così dette startup. Ad oggi, in Italia se ne contano oltre cinquemila non solo grazie ai fondi europei, su cui è possibile contare per la realizzazione, ma anche grazie ad un provvedimento legislativo, emanato dal Governo Monti, che ne ha permesso l’accelerazione. Il governo successivo al Governo Monti, ovvero quello Letta, ha invece segnato la strada per una strategica più definita dell’agenda digitale italiana, includendo l’anagrafe, l’identità e la fatturazione, per citarne alcuni.

Mentre, durante il Governo Berlusconi ha preso piede la comunicazione digitale tra cittadino e Stato attraverso la cosiddetta Posta PEC. In tempi più recenti, invece, anche alcuni partiti e movimenti, celebre è stato il caso del Movimento 5 Stelle, hanno dato un grande contributo alla digitalizzazione della politica. Ad esempio, attraverso il sito ufficiale del Movimento 5 Stelle è possibile scegliere i candidati da presentare attraverso delle elezioni online, ripristinando quel senso di politica ”dal basso” grazie al web.

Un altro evento significativo, sempre in tema di politica nazionale, è stato rappresentato dalla Dichiarazione dei diritti in Internet da parte della Camera dei Deputati che l’ha votata all’unanimità, approvandola e pubblicandola il 28 Luglio 2015. Questa sorta di “Costituzione della rete” tocca argomenti fondamentali e tematiche estremamente sensibili quali il copyright, la cultura, il digital divide e il “potere contrattuale” di chi usa Internet per divertirsi, lavorare, fare impresa, “dialogare” con lo Stato ed esercitare i diritti di cittadinanza nella dimensione immateriale della rete. In accordo con ciò che stabilisce anche l’Onu, questa Carta pone estrema attenzione nel porre l’accesso ad Internet come un diritto fondamentale per tutti i cittadini. Si rivolge non solo ai legislatori, che in questa dovranno trovare la giusta ispirazione per legiferare su tematiche sensibili, ma anche e soprattutto ai cittadini, come cita in maniera chiara il terzo articolo, che così recita: “Ogni persona ha diritto ad essere posta in condizione di acquisire e di aggiornare le capacità necessarie ad utilizzare Internet in modo consapevole per l’esercizio dei propri diritti e delle proprie libertà fondamentali“. Dal momento che al centro della questione vi sono i diritti della persona, è indubbio che una grande attenzione venga posta ai temi della privacy, della tutela dei dati personali e dell’anonimato in rete. A sostegno di ciò vi è anche il diritto all’oblio, ripreso nell’Art.11 e cioè il diritto cioè alla cancellazione di dati e notizie personali non più attuali ai fini dell’informazione e della ricerca storica, come già messo in evidenza a livello europeo.

Da questa breve panoramica e osservando con attenzione i cambiamenti che la Rete ha comportato nell’ambito della politica sia in Italia che all’estero, non possiamo negare che questa abbia avuto impatti significativamente positivi. Le ragioni sono diverse, ma di base c’è la forte relazione che Internet ha con la democrazia e che il suo sviluppo pone le nuove basi del diritto dell’uomo in questa nuova era 2.0.

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