Viviamo un periodo storico in cui i media stanno toccando il fondo della miseria umana e professionale.
Si ha come l’impressione che i giornalisti vip, prima di entrare nei propri studi televisivi, passino da una specie di laboratorio in cui, con delle cuffie, vengono indottrinati sulle parole da dire per alterare la verità con astuzia e sottigliezza di argomentazioni.
Un meccanismo che afferma notizie, espressioni, considerazioni e opinioni ripetute allo sfinimento dalle prime ore dell’alba fino a notte fonda su tutte le reti. Ma gli italiani che vogliono informarsi sulla situazione politica seguendo un talk show meritano questo lavaggio del cervello?
Si propaga l’allarme fascismo operando con metodi fascisti da Istituto Luce che pure era contestualizzato nel ventennio a differenza di questi strapagati giornalisti televisivi che dovrebbero dare un contributo prezioso alla vita democratica dell’Italia ma pare evidente, preferiscono il servilismo.
E’ questo il terreno in cui un arresto della scuderia 5 stelle, diventa assai più grave di 10.000 arresti di una classe dirigente che è sopravvissuta a tangentopoli annientando reati e magistrati a colpi di trattative con la mafia e di leggi che hanno instaurato impunità.
Miliardi andati in fumo; furti continuativi che abbiamo visto da vicino nella carenze di alcuni fondamentali servizi nell’ambito della sanità o della scuola, nell’università o nei trasporti, nella totale assenza di pari opportunità fra i cittadini.
Ovunque il peso di buchi neri nei bilanci pubblici dentro i quali possiamo vedere la stretta di mano fra corrotti e mafiosi.
La corruzione: una mappa dell’Italia in cui vedere opere pubbliche inutili, incompiute; infrastrutture fatiscenti perchè lavorando nel rispetto delle regole e della sicurezza, le mazzette scarseggiano. Scheletri di opere miliardarie in cui risiedono topi e immondizia.
Deturpazione del territorio che porta la firma dei partiti della prima e della seconda repubblica dalla Democrazia cristiana a Forza Italia, dal Partito Democratico alle varie forme di socialismo pre e post Craxi, dalla Lega di Bossi a quella di Salvini.
Davanti ad un guaio giudiziario dei 5 stelle, tutto questo diventa fumo che si dissolve nell’aria. Non degno di nota.
Tentiamo di identificare il burattinaio che muove i fili della manipolazione; prendiamo, quale esempio calzante, le parole utilizzate da Xi Jinping, nell’indicare il compito dei media nazionali cinesi che non sono chiamati ad informare ma ad “aiutare a forgiare le ideologie e le linee del partito comunista” al fine di creare uniformità con esso.
Considerazioni, quelle del presidente della Cina, che sollevano indignazione ma anche noi italiani siamo schiacciati dal peso di questa azione di uniformità. Col partito delle mazzette per l’esattezza.
L’informazione manipolata, mira a promuovere ogni giorno quelle forze politiche che non si soffermano troppo sul come e sul perché quando si tratta di fare affari. Se sporchi poco importa. Ciò che conta è far girare somme di denaro altissime perché più soldi si contano più stecche si distribuiscono.
Che piaccia o meno, i partiti tradizionali, sono quelli più avvantaggiati da questa operazione mentre il M5S, continua ad essere sotto assedio e lo sarà fino a quando non la smetterà di anteporre codici etici, norme anticorruzione come quelle imposte al compagno di governo e analisi di costi e benefici quando si tratta di valutare grandi opere.
Non si è mai agito cosi e visto che il gioco si fa duro, i duri che rispondono ad Urbano Cairo, Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi, per citare i più noti, cominciano a giocare.
Legittimo il dubbio di inquinamento notizie; è affidabile un editore, Cairo, che durante mani pulite, ha patteggiato i reati di falso in bilancio, fatture false e appropriazione indebita?
De Benedetti, sempre sotto le inchieste di mani pulite, “ammise di aver pagato tangenti per 10 miliardi di lire a partiti di governo funzionali all’ottenimento di una commessa dalle Poste Italiane”.
Per quanto riguarda i procedimenti giudiziari di Berlusconi, capite da voi che servirebbe un volume dalle dimensioni di Guerra e Pace e quindi mi limito a ricordare che non si svolgono competizioni politiche da troppi anni nel nostro Paese, è solo una guerra di faccendieri contro un movimento che nasce in seno al popolo e che certamente vedrà alcuni dei suoi uomini cedere alla tentazione del potere e della ricchezza, ma le differenze ad oggi sono notevoli.
Resta la difficoltà di rimarcarle dentro questo 1984 orwelliano made in Italy in cui il significato delle parole viene deformato abilmente in laboratorio e rivenduto ai cittadini che non si interrogano. Non tutti ma troppi ancora non si interrogano e tengono buono il caro vecchio “lo hanno detto in TV quindi è vero”.
Senza approfondimento dei contenuti ci ritroviamo ad incarnare il “conformista” narrato nella canzone di Giorgio Gaber, l’individuo “gonfiato dall’informazione che pensa per sentito dire”. Immagine pessima dell’uomo del terzo millennio.
Un terreno dove la libertà certo non prospera ma perde di valore e consistenza. Dove il tentativo di operare al governo del Paese proponendo e concretizzando buone norme, rischia di essere vanificato.