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“ENIgmi, coRRUzioNE” & Made in Italy

“White Collar Crime”. Se avete studiato Diritto Penale e Criminologia sapete di cosa sto parlando. La criminalità economica organizzata che delinque (molto spesso impunemente), in giacca e cravatta. La delinquenza dei “colletti bianchi” appunto.

Sul tema ho imparato molto da un insigne studioso della materia, il compianto Prof. Avv. Federico Stella, uno che della tematica parlava non certo “per sentito dire” ma con assoluta cognizione di causa. E’ stato per svariati anni consulente legale dell’ENI colosso dell’energia che attualmente è sotto indagine per corruzione e mazzette pluri-miliardarie elargite a generali e uomini di governo africani e mediorientali.

Stiamo parlando di catene montuose di quattrini, maxi-tangenti pagate a politici Nigeriani, Algerini e Congolesi; per non parlare di Kazakistan, Iraq, Libya e Quwait etc etc. Un fiume di miliardi di dollari che da solo sarebbe bastato non solo a sfamare l’Africa intera ma a dar gran benessere a tutto il continente nero per i secoli a venire.

Ma non vi annoierò con analisi economiche sul riciclaggio di denaro e  frodi transnazionali. Colgo invece l’occasione per  condividere alcune riflessioni con voi, dubbi che m’assillano dal 1999.

Può il  Made in Italy essere criminale ?

Me lo chiedo da quando ho letto di quell’azienda italiana che fabbricava giubbotti di “salvataggio” certificati come perfetti  che anziché tenere a galla i superstiti, facevano l’esatto contrario; 16 gli annegati nel gelido mar di Norvegia del traghetto Catamarano Sleipner. Molti si sarebbero potuti salvare, ma avevano dei giubbotti di salvataggio difettosi (v. documento pdf all. n. 1

Me lo chiedo da quando ho visto colare a picco navi certificate come idonee alla navigazione da una grande istituzione italiana che ha consegnato alle onde  “carrette dei mari” con enormi difetti costruttivi.v. Documento pdf all. n. 2

La stessa multinazionale dell’impiantistica che (alla faccia dell’embargo) faceva affari con gli Ayatollah per costruire in Iran una fabbrica di armi v. Documento pdf all. n. 3

Poco prima del 1999, una rispettabilissima e nota Holding nazionale fa carte false nei Paesi Arabi per vincere un Tender internazionale (spia l’offerta delle aziende concorrenti per formulare un’offerta migliorativa).(v. documento pdf all. n. 4

Scoperta dai sauditi, l’Italian Company, viene accusata di corruzione internazionale ed esclusa dalla gara per spionaggio commerciale. Evito di  rivelarvi il nome della società perché con un’azione legale l’holding nostrana ha ottenuto l’oscuramento del sito internet Indymedia.org che si è permesso di denunciare pubblicamente il malaffare pubblicando le carte di questo scandalo e rendendo (quasi) impossibile la diffusione della notizia.

Non disperate. Non faticherete molto per trovarne traccia quà e là tra le pieghe della rete. Il web (benedetta invenzione) ha la memoria lunga. E’ un po’ come la storia. Non c’è giudice più severo ed intransigente della Storia (e di Internet). Non si perde mai nulla. Prima o poi viene sempre tutto a galla. E’ solo questione di tempo.

Dicevamo, è l’anno domini 1999. Il tam tam e la vasta eco di questo deprecabile episodio di corruzione internazionale fa presto il giro del globo. Lo scandalo per un pelo rischiò di danneggiare seriamente le nostre relazioni commerciali con l’ Arabia Saudita e con tutto il mondo Arabo, gettando per moltissimi anni un’ombra sinistra su tutte le stimabili aziende italiane (e ce ne son tante) che operano nell’area del Medio Oriente.

Ancor oggi quando ci si siede attorno ad un tavolo con i sauditi – a memento di quel triste episodio – ci vien raccomandato sempre di operare con la “correttezza di Enrico Mattei” e non la disonestà di queste aziende.

Correva l’anno di grazia 1999. E’ il il 25-28 aprile. Mentre in Italia si festeggia l’anniversario della Liberazione, l’Ing. Moscato dell’ENI vola alla volta dell’Arabia Saudita guidando una delegazione del Gruppo del Cane a 6 zampe formata da Moscato, Colini, Sgubini, Luciani, Carbone, Incerti, Puce, Spreafico, Rescigno).

L’appuntamento è a Riyad, Jeddah e Dhahran per incontrare le autorità Saudite, tra cui il Ministro degli Esteri Principe Saud Al Feisal, l’erede al trono Sua Maestà Principe Abdulla bin Abdalaziz al Saud ed altri alti dignitari. Nel pieno delle trattative l’Ing. Moscato ha un colpo di genio.

Per impressionare i suoi interlocutori, mette sul piatto investimenti in progetti per un volume complessivo di 5-6 miliardi in $ cash. I Sauditi, per nulla spiazzati da cotanti mirabolanti effetti speciali, stroncano subitamente l’entusiasmo della delegazione ENI tirando fuori tutta la loro proverbiale rabbia Saudita (scusate lo spirito). Gelano il Board ENI senza troppi giri di parole, dicendo che nel fare affari con loro le imprese italiane non si dovranno minimamente azzardare a corrompere alcun funzionario saudita e dovranno condurre le trattative commerciali col massimo rispetto per la trasparenza e la correttezza (come ci conoscono bene).

Diversamente, non esiteranno un istante a cacciar via a calci in culo le imprese italiane corrotte, come han già fatto pochissimo tempo prima con un’altra società italiana. Ritorniamo, nostro malgrado, alla famosa Holding italiana della discordia, accusata di corruzione internazionale e spionaggio commerciale. Torna ciclicamente il peggio del Made in Italy.

Trovo ingiusto che prodigiose ed oneste realtà imprenditoriali che quotidianamente si sforzano di tenere alto il prestigio dell’Italia in Europa e nel mondo, debbano venir pesantemente penalizzate dal comportamento scorretto di qualche  imprenditore disonesto. Traiamone almeno un’insegnamento, e che questo ci serva di lezione. Per ricordarci che l’onestà paga sempre. La corruzione no.

Son passati alcuni decenni da “Mani Pulite” ma la fantasia corruttiva di alcune aziende non perde smalto, alla faccia dei vari Codici Etici, Codici Antifrode, legge 231…

Pensateci, la prossima volta che sentirete parlare di Made in Italy o del prossimo scandalo tangenti. Alcuni fautori del diritto quando si parla di corruzione (specie internazionale) sorridono. L’illustre Prof. Sapelli amava dire ai manager ENI riuniti in conclave all’Eni Corporate University di San Donato Milanese e Castel Gandolfo: “la corruzione è un fatto connaturato nella natura umana”. Quasi un fatto ineluttabile. Se vogliamo sventolare anche noi la bandiera della libertà, dell’uguaglianza e della fratellanza facciamo nostra una rivoluzione  perché’ giustizia, legalità ed etica non rimangano pura utopia.

A proposito di corruzione internazionale e di Made in Italy criminale, avrei voluto raccontare altre cose interessanti, ma devo lasciarvi. Sento salire qualcuno dalle scale e avverto dei rumori sospetti…chissà se ha pensato la stessa cosa Mattei prima che si “guastasse” il bireattore…

Trascrizione della Relazione  dell’ENI S.p.A. sugli incontri avuti a Riyadh, Jeddah e Dhahran, nei giorni 25-28 aprile 1999. Delegazione del Gruppo Eni guidata dal Presidente, Ing. G. Moscato. v. documento pdf all. n. 5

Si sono tenuti in Arabia Saudita a Riyadh, Jeddah e Dhahran degli incontri tra la delegazione del Gruppo Eni (Ing. G. Moscato, Dr. M. Colini, Ing. L. Sgubini, Dr. G. Luciani, Dr. A.  Carbone, Ing.A. Incerti, Dr. G. Puce, Dr. C. Spreafico, Dr. F. Rescigno) e le autorità locali saudite (in allegato i partecipanti sauditi ai vari meetings).

 

Incontro con il Ministro del petrolio, Ali Naimi (Riyadh, 26 aprile)

 

All’incontro ha partecipato l’ing. Moscato accompagnato dal Dott. Carbone. L’ing. Moscato ha illustrato nelle loro linee generali i progetti proposti dall’Eni, ed è stata concordata una  presentazione più dettagliata per il giorno successivo (v. oltre). Il Ministro Naimi ha affermato tra l’altro:

 

– di condividere l’idea dell’Eni di creare un sistema di trasporto e distribuzione del gas, che nella sua visione deve tenere conto anche del fabbisogno energetico indotto dai  programmi di sviluppo del settore minerario non petrolifero.

 

– che la creazione di un sistema di trasporto nazionale del gas potrà servire anche per convogliare quantitativi di gas verso il mercato europeo, ma questo richiede una cooperazione  a livello regionale e l’uso di gas degli altri paesi del Golfo (accennato al progetto di JV per shipping company con nuova flotta di navi metaniere);

 

– di prevedere l’ulteriore espansione delle capacità di trattamento del gas associato, e di realizzare l’upgrading del sistema di raffinazione con l’obiettivo di aumentare le disponibilità  di cariche petrolchimiche. (In seguito da fonte Snamprogetti abbiamo saputo che Saudi Aramco avrebbe allo studio con Stone and Webster l’utilizzo a Rabigh della stessa tecnologia  DCC da noi anche proposta);

 

– di giudicare positivamente l’ipotesi Eni di una collaborazione industriale nel campo della raffinazione (con particolare riferimento all’idea di individuare delle sinergie tra Rabigh ed  una raffineria italiana).

 

 

Incontro con il Ministro degli esteri, principe Saud al Feisal (Jeddah, 27 aprile)

 

All’incontro con il Ministro, come pure al successivo incontro con l’Erede al Trono, ha partecipato da parte ENI l’ing. Moscato accompagnato dal Dott. Luciani e dal Dott. Carbone.  Era presente anche l’Ambasciatore d’Italia in Arabia Saudita, Marco Sorace Maresca. Il principe Saud al Feisal ha esordito ricordando la sfortunata presenta dell’Eni nell’Empty  Quarter negli ultimi anni sessanta e primi anni settanta. Ha ricordato di essere stato personalmente implicato nei negoziati con l’allora rappresentante dell’Agip, Selem.  Il principe ha ascoltato con interesse la presentazione in particolare per l’aspetto riguardante il progetto di gasdotto. Ha sottolineato il fatto che molte compagnie avevano reagito all’ apertura saudita, anche se il governo non aveva dichiarato ancora quali fossero i suoi desideri. Ha spiegato come questo fosse deliberato, volendo prima rendersi conto dell’offerta  delle compagnie per essere certi di prendere le decisioni utili a sbloccare il coinvolgimento desiderato. Il prossimo passo sarà da parte saudita la formulazione di una “short list” di  compagnie con le quali verrà dato inizio ad un dialogo più serrato. Ha sottolineato la volontà del governo di seguire una procedura molto trasparente (accennato ad episodio di  corruzione di impresa italiana che ha fatto molto scalpore nel paese saudita – v. oltre). Ha infine auspicato che si possa presto concordare una data per la progettata visita dell’Erede  al Trono in Italia.

 

Incontro con l’Erede al Trono, principe Abdulla bin Abdalaziz al Saud (Jeddah, 27 aprile)

 

All’incontro hanno partecipato anche il Ministro degli Esteri, principe Saud al Feisal, e il Ministro del Petrolio, Ali Naimi. Il principe Abdulla ha ricordato gli ottimi rapporti politici  esistenti fra Arabia Saudita ed Italia ed espresso il desiderio di rinsaldarli ulteriormente. Ha ascoltato con interesse la presentazione dell’ing. Moscato con riferimento al progetto gas,  esprimendo ripetutamente il suo assenso per l’impostazione proposta. Ha introdotto lui stesso il tema della raffinazione ed ascoltato con interesse la nostra proposta per Rabigh. Ha  espresso compiacimento quando l’ing. Moscato ha sottolineato come i progetti da noi proposti implichino un volume complessivo di investimenti di 5-6 miliardi di dollari, e sia nostra   intenzione provvedere al finanziamento senza richiedere alcun contributo al bilancio pubblico saudita. Sua Maestà il Principe Saud al Feisal ha posto l’attenzione – ribadendolo più volte – che è ferma intenzione del governo seguire una procedura della massima trasparenza, nel massimo rigore e pertanto le compagnie italiane debbono astenersi dal ricercare appoggi particolari. Ha insistito che è intenzione del governo punire severamente qualsiasi funzionario governativo che tenti di trarre un vantaggio personale dall’apertura iniziata. Questa sottolineatura (abbiamo saputo in seguito da indiscrezioni) faceva riferimento ad un episodio di corruzione specifico recente nel quale è risultata implicata una società armatrice italiana, tal xxxxxxxxxxxx  (di Genova). La società xxxxxxxxxxx (fa capo agli imprenditori xxxxxxxxxxxxx) han posto in essere azione corruttive di alcuni funzionari della società Hadeed volte ad acquisire informazioni confidenziali. xxxxxxxxxxxx è stata espulsa dal tender ed eslcusa da tutte le future gare internazionali nel paese. La notizia ha destato molto scalpore nel mondo arabo (non abbiamo ancora completi elementi di conoscenza pare che lo scandalo sia partito dalla denuncia di un giornalista italiano). Il Dott. Moscato ha assicurato Sua Maestà che in Italia l’attenzione è alta (prova ne è il fatto che la stampa è in vigile osservazione ed è pronta a dare notizie di quelle società che non si comportano correttamente sul mercato finanziario). L’ing. Moscato ha ricordato a Sua Maestà il codice etico dell’ENI e la nostra ferma  volontà di seguirlo con il più assoluto e scrupoloso rigore (indicato anche che si darà disposizione alle controllate nel nostro Gruppo di radiare la società armatrice colpevole da ogni tipo di accordo commerciale). In un incontro con il Presidente Moscato successivo al ritorno in sede, l’ambasciatore saudita a Roma, principe Mohammad bin Nawat, ha affermato che il principe Abdallah ha rivolto la medesima raccomandazione a tutte le compagnie, trattandosi di una sua preoccupazione costante, con riferimento particolare alle imprese italiane). Ha chiuso l’incontro ribadendo il desiderio di visitare il nostro paese.

 

Incontro presso il ministero del petrolio con il vice-ministro del petrolio HRH Principe Abdulaziz bin Salman bin Abdulaziz , e con il vice-ministro per i rapporti con compagnie

 petrolifere Mr. Abdulrahaman Abdulkarim (Riyad 27.4)

 

All’incontro da parte ENI hanno partecipato: Sgubini, Colitti, Puce, Spreafico, Incerti, Rescigno. I due viceministri erano accompagnati da una nutrita delegazione nella quale era presente il rappresentante saudita presso l’OPEC Suleiman Harbish. Relativamente ai temi di approfondimento presentati da ENI, un interesse di principio è emerso per le tecnologie esplorative e di produzione tese alla riduzione dei costi, illustrate a titolo esemplificativo da Sgubini. Sono stati consegnati materiali con un repertorio più completo dei prodotti disponibili presso la divisione Agip. Sull’ingresso nell’upstream è stato preso atto della disponibilità di Agip. Particolare interesse, deducibile anche dal numero e dalla qualità delle domande è emerso per la ipotesi di estensione della rete gas ad alta pressione alle regioni occidentali del Regno. In particolare, partendo dalle quantità trasportate è stato  chiesto, da un lato da dove verrebbe preso il gas, per esempio per lo scenario di 30 miliardi di mc anno, dal momento che le produzioni attuali sono già impegnate, dall’altro se l’ENI dispone di tecnologie proprie per quanto riguarda il trasporto ad alta pressione. Per quanto riguarda il supply del gas si è risposto che potrebbero essere sviluppate aree a gas finalizzate al progetto, ed a richiesta sono state indicate in ordine di priorità decrescente le aree del Central Arabian Arch, del Tabuk Basin, e con scarse prospettive l’off-shore del Mar Rosso (Midyan). Relativamente all’alta pressione si è fatto presente che l’ENI dispone di tale tecnologia in casa, ed alla osservazione che la Arco avrebbe parlato di una propria tecnologia esclusiva, si è fatto rilevare che il problema centrale non è, come sembravano ritenere i nostri interlocutori, nei tubi, che possono essere acquistati ovunque, ma piuttosto nel fornire le specifiche per realizzarli, e nel rendere compatibili le pressioni del trasporto primario con quelle della distribuzione. Per sgomberare il campo da eventuali perplessità è si è fatto riferimento alle dimensioni ed alla complessità del sistema italiano gestito dalla Snam, ed alla expertise della Snamprogetti sullo specifico argomento. Altro tema di evidente interesse è risultato essere la raffineria di Rabigh. Qui l’interesse saudita è per un investimento sul sito. Sono state fatte domande circa le sinergie con una raffineria AP in Italia, e sul significato di ulteriori investimenti dopo quelli iniziali. E’ stato rilevato che per una definizione del progetto vero e proprio occorre un altro livello di approfondimento, raggiungibile con uno studio ad hoc eventualmente da fare insieme. Una raffineria italiana, ad esempio Gela potrebbe da parte sua costituire una opportunità, per avviare un progetto più completo, qualora si reputi interessante collocare prodotti petroliferi sul Mediterraneo, tenendo conto della grande quantità di residuo prodotto a Rabigh. In conclusione dell’incontro il principe Abdulaziz ha proposto un incontro con Aramco, organizzato poi per il giorno successivo.

 

Incontro con il Ministro dell’Industria H. Yamani (Riyadh, 28.4).

 

All’incontro hanno partecipato l’ing. Moscato, accompagnato da G. Luciani, A. Incerti , F. Rescigno, il ministro era accompagnato dal suo vice, S. al Husseini, e da altri fùnzionari (vedere allegato). Il ministro ha dimostrato interesse per le proposte dell’ENI, in particolare per Rabigh e per il progetto gas. Relativamente a questo ultimo argomento ha fatto una serie di domande per quanto riguarda gli effetti dell’uso del gas sull’apparato produttivo saudita, in particolare per l’area industriale di Yanbu, e di Jeddah; sulla struttura organizzativa per il trasporto e per la distribuzione, sul know-how dell’ENI nella gestione di reti, sulla disponibilità di tecnologie per il trasporto ad alta pressione. Anche in questo caso è stata illustrata: la situazione del sistema gas italiano, e i ruolo della Snam nell’approvvigionamento gas per il sistema; la disponibilità di tecnologie per il trasporto ad alta pressione. Si è fatto altresì presente, riscontrando un immediato consenso, che la proposta ENI oltre a basarsi su criteri di economicità, prevede la partecipazione di capitale privato saudita, e non esclude possibilità di alleanze con altre compagnie. Il ministro ci ha informati che altre compagnie hanno presentato proposte analoghe ed ha citato la presenza a Riyadh il giorno precedente della Total. Ha quindi invitato l’ENI a dettagliare ulteriormente la proposta, perché così stanno facendo gli altri.

 

Incontro con il viceministro delle finanze 3. Al Sueiseri (Riyadh, 28.4)

 

Hanno partecipato l’ing. Moscato, Sgubini, Luciani, Incerti, Carbone, Rescigno. Con il Viceministro era presente una sola persona della staff ministeriale. Al Sueiseri ha manifestato un interesse generico sulle diverse proposte sottolineando l’importanza dello sviluppo del settore gas in S. Arabia, mentre si è dichiarato d’accordo sia sulla intenzione di coinvolgere privati sauditi, sia che i diversi progetti fossero pensati su di una base di project financing.

 

Incontro presso Saudi Aramco (Dhahran, 28.4)

 

Hanno partecipato per l’ENI, il dr. M. Colitti, Puce, Spreafico. La S. Aramco era rappresentata da Saleh Al-Musa (Manager, reservoir Description and Simulation Dpt), più alcuni consulenti. Le domande più numerose hanno riguardato: il prezzo del gas all’utenza in rapporto all’attuale prezzo praticato per il gas nell’area del Golfo (si è fatto rilevare, così come al ministero del petrolio, che il prezzo finale dipenderà dal prezzo di cessione da parte Aramco); il ritorno sul capitale; la convenienza a generare energia elettrica con più combustibili. E’ stato poi chiesto dove si intende prendere i quantitativi di gas previsti (nuovi giacimenti), data la situazione domandai offerta in S.. Arabia, e se la ipotesi contempla trasporto per terzi (es. Qatar). E’ stato fatto presente, infine, che ulteriori comunicazioni verranno attraverso il Ministero del Petrolio.

 

Altri punti di interesse

 

– E’ in atto una verifica circa la possibilità di una visita in Italia del Ministro dell’Industria Saudita (o viceversa di quello italiano a Riyadh). I governi di altri paesi interessati USA, Francia) hanno sostenuto le proposte delle rispettive compagnie con visite analoghe.

 

– L’insistenza delle domande e la maniera con la quale sono state fatte osservazioni circa le capacità tecnologiche per il trasporto ad alta pressione, rendono utile una presentazione della suddetta tecnologia in una specifica presentazione da parte SP. Al riguardo si stanno predisponendo i passi opportuni per poter arrivare ad un incontro ad hoc.

 

– L’interesse dimostrato sia a livello di Ministero del Petrolio che dell’Industria per gli aspetti organizzativi e gestionali di un sistema gas, potrebbero rendere opportuno un invito per una visita a S. Donato (Centro dispacciamento Snam; Snamprogetti, Agip Divisione, etc.), durante la quale si può anche illustrare la struttura di gestione del sistema italiano.

 

– L’informazione circa la presenza di altre compagnie attive sugli stessi argomenti presuppone da un lato che è in corso da parte saudita una specie di preselezione con la quale capire interessi delle singole Compagnie e forse compatibilità per eventuali alleanze. In merito si ricorda che sul progetto di trasporto gas risulta l’interesse di ARCO, come ci è stato detto dagli interlocutori sauditi, e di ELF, come appreso per altre vie. L’invito a dettagliare le proposte richiede una valutazione circa la maniera di promuovere eventuali studi congiunti almeno per i temi più significativi. Nell’ipotesi, che si ritiene ragionevolmente fondata, che Eni sia inclusa nella “shortlist” in corso di definizione da parte del governo saudita, ci si deve attendere una nuova convocazione a Riyadh per discutere in maggiore dettaglio i progetti proposti entro un lasso di tempo non inferiore ad un paio di mesi. Le ripetute richieste di concretezza inducono a ritenere che sarà opportuno utilizzare questo tempo per approfondire i numerosi aspetti della nostra proposta che per il momento sono solo poco più che abbozzati. Successivamente al rientro a Roma, si è avuta notizia dell’intenzione del Principe Abdullah di venire in visita di Stato in Italia nei giorni 24 e 25 maggio p.v.

 

AI/FR

Roma 7.5.99

(firma: Moscato)