Comodo rifugiarsi nell’antipolitica: da lì si può far finta che onestà e verità siano la normale condizione umana e sociale, e dunque dare la colpa delle ingiustizie e degli abusi a chi li commette; e se continua a commetterli, al popolo bue o al destino cinico e baro. Invece la civiltà è fragile e va confermata quotidianamente; se va alla deriva la responsabilità è di chi si accontenta di non fare il male, per indifferenza, paura o anche per incapacità, mentre il male va combattutto e chi non lo combatte è un ignavo, giustamente la categoria di peccatori che Dante disprezzava di più: “sciagurati che mai non fur vivi”.
Mi pare che il M5S stia maturando ma deve farlo più rapidamente, approfittando anche di questa crisi e di ciò che, come prevedibile, sta facendo emergere: il meglio e il peggio degli italiani. Il peggio è Renzi, al quale si sta facendo l’ennesimo favore considerandolo un abile stratega solo perché alterna bluff e ricatti. Lo fa perché può permetterselo, ossia perché non ne paga le conseguenze: conta sul fatto che i suoi avversari non siano delle carogne come lui. Bisogna dimostrargli il contrario; ci sono persone scaltre anche nel M5S: che qualcuna venga incaricata, a tempo pieno, di preparare trappole e tranelli, dopo aver studiato le sue debolezze, per esempio l’amore per il lusso dimostrato nel leasing milionario per il suo aereo privato e soprattutto l’immensa presunzione. Lo stesso con i suoi gerarchi, a cominciare da Bellanova. Anche se non ci si riuscisse sarebbe comunque un’utile scuola di azione politica.
Nel frattempo occorre smettere di cedere alle sue richieste. Perché i ricattatori, se accontentati, alzano la posta, indefinitamente. Adesso Renzi vuole un patto alla tedesca; ovvio, ha appena ottenuto la conferma dei suoi uomini sulle più importanti poltrone delle società a partecipazione statale, a cominciare da Descalzi. Perché esattamente gli sono state concesse? In cambio di cosa visto che pochi giorni dopo ha scatenato i suoi ministri per mettere in difficoltà il governo e chiedere di più? Sono stufo di indignazione: servono fatti. Calci nei denti, se necessario, a verificare se davvero a Renzi e al Pd conviene andare a elezioni anticipate. E di nascosto preparare la vendetta; e poi servirla, fredda.