Cari amici della Themis & Metis, chiudiamo l’anno sotto la cupola della corruzione e della mafia. Come gli anni precedenti d’altronde. Spero non sovvenga nei lettori l’angoscia per una specie di “pessimismo cosmico” primo, perché chi scrive non è minimamente avvicinabile alla figura di Giacomo Leopardi.
Secondo, ad ogni cosa corrisponde un nome e in questo caso, si tratta di realismo.
Chiudiamo l’anno con la bruttissima notizia dell’arresto di Nicoletta Dosio, militante No Tav e, consapevolmente o meno, militante anti corruzione. L’appalto contrastato in Val Di Susa, è difatti un cantiere in cui persino la ‘ndrangheta con l’appoggio dei politici romani e piemontesi, ha messo le mani.
In carcere a 73 anni per un ideale di libertà verso la propria terra; una lotta contro usurpatori che muovono mazzette da nord a sud d’Italia e d’Europa. Cara Nicoletta “cercavi giustizia, ma trovasti la legge”, quella italiana che andrebbe riformata innanzitutto nel nome; “Iniustitia” mi pare perfetto.
Ricordo ancora le parole di Nino Di Matteo durante il nostro convegno in Cassazione Condannati all’impunità:
Ed è quello a cui stiamo assistendo impotenti.
Chiudiamo l’anno del CSM tutto scandali e sotterfugi al telefono o nei sobborghi di Roma con imputati e indagati ma per fortuna, anche del CSM rafforzato dalla presenza di Nino Di Matteo nel gruppo di Piercamillo Davigo; uomini dello Stato scomodi per la criminalità organizzata, quanto il neo presidente della Prima Commissione dell’organo, Sebastiano Ardita.
Oasi rassicuranti in un deserto di corruzione che tocca anche il Consiglio di Stato. Peggio di un politico disonesto, c’è indubbiamente un giudice infedele e durante l’anno appena trascorso, molti cittadini hanno realizzato quanto già sospettavano: processi e sentenze sono pilotate in cambio di soldi e favori.
Che cosa resta da fare a chi affida alla magistratura il proprio destino, spesso tutto quello che ha, per ottenere giustizia? Ci siamo resi conto di quanto sia difficile mantenersi onesti in questo Paese. Ci siamo resi conto di quanto possa convenire stare dall’altra parte della barricata ma ciò nonostante, siamo ancora ancora convinti che fra gli onesti, vi sia lo spazio più confortevole alla coscienza e al buon funzionamento della vita democratica.
Chiudiamo l’anno con la storica ondata di arresti: 330 persone in 11 regioni italiane; Nicola Gratteri dalla Procura di Catanzaro ha dovuto realizzare l’impossibile con un giorno di anticipo rispetto a quanto stabilito per evitare che ulteriori fughe di notizie rilevate, danneggiassero l’operazione.
In manette coi mafiosi, sono finiti i soggetti determinanti alla vita stessa della criminalità organizzata: politici, imprenditori, finanzieri, poliziotti e carabinieri. Tutte persone che hanno un prezzo e la mafia paga bene i suoi militanti in doppiopetto e in divisa.
Di questo scorcio d’anno, segnaliamo le dichiarazioni di una deputata del PD, moglie di un indagato, tale Enza Bruno Bossio secondo la quale, Gratteri attraverso questa maxi operazione, avrebbe fatto “spettacolo”.
Non risulta che i vertici del PD, fra i quali l’indagato segretario Nicola Zingaretti, abbiano preso le distanze da queste vergognose affermazioni. La rete omertosa composta negli anni dentro i partiti, mantiene un codice di comportamento inequivocabile. Tranne che per gli elettori degli stessi i quali, abboccano imperterriti.
Non si pensi che chi scrive voglia offendere chi vota individui che affollano le celle dei più noti istituti penitenziari d’Italia; diciamo che la mamma degli intelligenti ha smesso di fare figli, mentre la genitrice degli stupidi, abbonda in fertilità.
Chiudiamo l’anno col crollo del soffitto di una galleria sulla A26, in Liguria, dove recenti ispezioni, ne avevano stabilito la sicurezza, come per il Ponte Morandi poche settimane prima del suo crollo costato la vita a 43 vittime innocenti.
Di corruzione muoiono uomini e città, come Venezia, lesa da opere pubbliche costate più di viaggi su altri pianeti. L’acqua alta continua a deturpare importanti opere d’arte che ci rappresentano nel mondo evidenziando i miliardi sottratti alla collettività da individui condannati ma fuori a piede libero o ai domiciliari in lussuose case coi conti al sicuro, come Giancarlo Galan, ex presidente del Veneto ed ex ministro.
E cambiamola quella scritta nelle aule dei tribunali perchè “tutti gli uomini nascono uguali, però è l’ultima volta in cui lo sono” – Abraham Lincoln-
Roberto Formigoni ad esempio, una condanna di oltre 5 anni per corruzione ed una dalla Corte dei Conti a restituire 47 milioni alla Regione Lombardia, nessuna forma di collaborazione, nessuna volontà di rendere noti i suoi complici, dove si trova? In carcere? Ma non scherziamo proprio. Ha una bella casa ed è giusto che se la goda, anche perché è un ultra 70enne.
Come Nicoletta Dosio. Si ma che può pretendere? Non ha mai rubato nulla, peggio per lei se non ha capito come si sta al mondo. Anzi, in Italia.
Chiudiamo l’anno del sud che muore; i dati di Svimez sul tessuto sociale e produttivo del Sud sono molto preoccupanti: “i giovani continuano a fuggire, crollano gli investimenti pubblici, continua l’emigrazione ospedaliera verso il Centro Nord. Solo poco più di 3 diplomati e 4 laureati su 10 sono occupati da uno a tre anni dopo aver conseguito il titolo. Prosegue l’abbandono scolastico”
Una situazione raccapricciante che dovrebbe indurre a serie riflessioni ciascun meridionale soprattutto quando al danno, si aggiunge la beffa.
Le continue offese di imbecilli vestiti da direttori di giornale come Vittorio Feltri o Pietro Senaldi, che durante una trasmissione televisiva, risentito per il quadro fatto da Di Maio e Bonafede sulla Lombardia corrotta e mangia soldi anche nell’era post Formigoni ha detto “vi auguro che a Pomigliano e Mazara possiate avere corrotti abili e competenti come quelli lombardi visto che vengono da tutto il sud per farsi curare in Lombardia…”
Imbecilli a dir poco. E pensiamo al potere mediatico di quella specie di Vucciria – con tutto il rispetto per il mercato palermitano fra le cui bancarelle si alternano momenti più edificanti – di trasmissioni come Non è l’arena o Quarta Repubblica in cui si getta continuamente fango sulle nobili terre del sud infettate dai rifiuti che dal nord, cercano vie di fuga poco costose nelle mani della mafia.
I luoghi comuni offendono dignità e civiltà.
Chiudiamo l’anno con la conferma del calo delle nascite. Non si fanno più figli e qualcuno si sorprende. Come se questo Paese fosse strutturato a misura di famiglia. I nostri auguri più affettuosi alle madri ed ai padri, veri eroi di questa nazione, che fra mille difficoltà cercano di mettere insieme lo stipendio più basso d’Europa che serve quasi tutto a pagare tasse e bollette fra le più alte d’Europa.
Come dicevamo all’inizio, si tratta di realismo e l’unico messaggio di speranza che ci sentiamo di rivolgere ai nostri lettori ed ai nostri associati, riguarda l’impegno, unico fattore in grado di fare la differenza.
Impegnarsi per se stessi e per la collettività nella politica e nell’informazione, nella conoscenza e nella comprensione di quello che siamo stati, di quello siamo e di quello che possiamo essere.
Se non lo decidiamo noi, lo decidono gli altri e se a deciderlo è una bolla d’aria altrimenti detta Matteo Salvini, col carico di razzismo e menzogne che si porta dietro, il rischio è che ne usciamo ancora peggio di come ci entriamo. Non sono messaggi politici, sono consigli di buon senso fondati su anni di indagini giudiziarie e giornalismo di inchiesta.
Auguri di buon anno, rispolverando le parole di Pier Paolo Pasolini. Sempre vive. Sempre attuali.
“Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui”