Francesca Scoleri

Anac: fuori Cantone dentro Antonio Di Pietro

All’Anac – Autorità Nazionale Anti Corruzione – il posto da Presidente è rimasto vuoto. Ha lasciato infatti Raffaele Cantone in carica dal 2014 e lo ha fatto in anticipo di un anno. Il suo mandato sarebbe scaduto l’anno prossimo ma l’aria dev’essere diventata irrespirabile nell’ambiente tanto da indurlo a lasciare.

Per noi che ci occupiamo quotidianamente di corruzione, è importante esprimere delle considerazioni e lo facciamo pubblicamente come sempre.

Innanzitutto, apprendiamo del congedo di Cantone, rammentando l’infelice elogio alla Milano attualmente governata da un sindaco condannato per falso a 6 mesi di reclusione: “Milano capitale morale d’Italia caratterizzato da profonda sinergia istituzionale difficilmente esportabile”.

Nell’occasione, si rammaricava di come il modello non fosse replicabile a Roma dove, secondo l’ex presidente Anac, mancava “una squadra che funzioni”.

Pronunciava queste parole mentre riceveva da Giuliano Pisapia il sigillo della città alla presenza di un altro personaggio che da “pienezza” alla considerazione di alta moralità diffusa nelle istituzioni della città, Edmondo Bruti Liberati, il procuratore accusato di gestire fascicoli e aperture di indagini con discrezionalità.

Il procuratore elogiato pubblicamente da Matteo Renzi per aver mostrato  “sensibilità istituzionale”, rendendo possibile la realizzazione di Expo 2015; tradotto: in procura si indagava o non si indagava quando lo stabiliva lui.

Il procuratore che avrebbe preso una pesante sanzione – per andarci leggeri – da un CSM sano non inquinato da manovre di potere, al cospetto del suo accusatore, Alfredo Robledo, se Giorgio Napolitano non fosse entrato a gamba tesa, a dettare la linea .

Ricordiamo, a chi non lo sapesse, che nella Capitale morale, l’appalto più grosso degli ultimi 20 anni, Expo, è stato gestito in gran parte dalla ‘ndrangheta- qualcuno deve aver offerto contratti vantaggiosi dentro le istituzioni – e va ricordato con attenzione sul tema, che sempre nella capitale morale, si sono consumate le peggiori frodi a danno dei contribuenti e della sanità:

Dall’editoriale di Marco Travaglio di oggi sulla scarcerazione di Formigoni che passa ai domiciliari: “Il processo ha accertato che, per dirottare 200 milioni pubblici alle cliniche Maugeri e San Raffaele, il trio Formigoni (per 18 anni presidente ciellino della Regione Lombardia)- Daccò (faccendiere ciellino suo amico)-Simone (ex assessore regionale ciellino alla Sanità) aveva movimentato uno spaventoso giro di tangenti sulla pelle dei malati: almeno 61 milioni, di 6,6 finiti al Celeste. In gran parte mai trovati”.

Abbiamo voluto ricordare questi fatti, per rappresentare simbolicamente, l’operato e il punto di vista dell’Anac rappresentarta da Cantone: acqua da tutte le parti.

A questo punto, confidiamo che chi prenderà il suo posto, sappia differenziarsi e sappia dare un senso ad una autorità nazionale che non deve solo vigilare, ma dare risultati; la condizione attuale non ci consente di evidenziarne.

La Themis & Metis propone, insieme alla neo nata associazione Osservatori della Legalità che il nuovo presidente di Anac, sia Antonio Di Pietro, l’ex magistrato che ha condotto con onore la stagione “mani pulite” e che si è distinto, nella sua esperienza politica, per essere stato un valido oppositore ad ogni tentativo di sovvertire lo Stato di diritto con leggi e norme create ad arte per favorire mafiosi e corrotti.

Siamo certi che Antonio Di Pietro, saprà dare la giusta direzione all’Anac e farà tremare, ancora una volta, i polsi di chi ha sin qui gestito la Cosa pubblica come cosa propria e degli amici, come bancomat dal credito illimitato per  frodatori, corruttori e mafiosi che, senza politici e pubblici ufficiali corrotti, resterebbero confinati nel proprio territorio con l’unica ambizione, di portare a casa qualche gallina rubata.

Confidiamo quindi, di incontrare la volontà delle istituzioni e dell’ex pm.