La gestione della “Emergenza ed Urgenza”, sia a livello territoriale che in ambito ospedaliero, è un problema nazionale e la sua soluzione rappresenta attualmente la vera sfida del SSN italiano.
Quotidianamente, i media riportano episodi di c.d. “malasanità” nelle aree della emergenza/urgenza, di continue aggressioni fisiche e verbali dei pazienti/parenti agli operatori sanitari e di lunghe ed estenuanti attese.
I nostri Pronto Soccorso si sono ormai trasformati – impropriamente e soprattutto nelle città metropolitane – in veri e propri ambulatori di medicina generale o ambulatori territoriali specialistici.
Tutto ciò è spia di un malessere sociale profondo, che dura ormai irrisolto da molti anni, e sta minando alla base il nostro SSN – una volta invidiato in tutto il mondo per efficienza ed efficacia.
I Pronto Soccorso o D.E.A. spesso assolvono a funzioni surrettizie di sostegno della socialità generale (povertà assoluta e relativa, migranti, violenze sociali, solitudine, ecc.) e del territorio, ormai lasciato quasi del tutto sguarnito causa restrizioni di fondi o politiche miopi.
Spiace constatare che ogni tentativo legislativo fatto per migliorare la situazione si è risolto in un insuccesso palese e avvilente.
Si è assistito non a politiche di lungo periodo o di largo respiro, ma a revisioni pensate con il bilancino del manuale Cencelli, per non scontentare questa o quella parte sociale, questo o quel sindacato, questo o quel partito politico.
Uno dei temi di fondo è quello della c.d. “continuità assistenziale e presa in carico del paziente”, base della sfavorevole realtà odierna in Italia.
Attualmente, il cittadino che diventa “paziente in condizioni di urgenza” è sottoposto a ben TRE DIFFERENTI REALTA’ AMMINISTRATIVE, molto variegate sia dal punto di vista gestionale che amministrativo all’interno del SSN.
1. La ASL, il medico di famiglia o MMG (medico di medicina generale), il medico specialista ambulatoriale (SUMAI e/o dirigente SSN) ed il medico di guardia medica notturna e festiva del TERRITORIO DI RIFERIMENTO.
2. Il sistema del soccorso mediante ambulanze pubbliche o private convenzionate facenti capo al 118 (attualmente quasi sempre senza medico a bordo) con il compito di trasportare obbligatoriamente – e senza possibilità di decisione alternativa – il paziente in emergenza/urgenza all’ospedale del SSN più vicino che sia sede di un Pronto Soccorso/DEA.
3. Pronto Soccorso (PS) o Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA di I° o II° livello), luogo di filtro e di smistamento del paziente verso le sue possibili destinazioni finali (sala operatoria, ricovero ospedaliero, trasferimento in lungodegenza RSA o riabilitazione, dimissione a domicilio). I PS/DEA fisicamente sono situati dentro un Ospedale o un Policlinico Universitario SSN e sono dotati di spazi contigui più o meno ampi per le barelle dei pazienti, che stazionano oltre le 12-24 ore, definiti “astanterie” o “osservazioni brevi intensive”.
La proposta che sottoponiamo al Legislatore è quella di RIFORMARE EFFICIENTEMENTE MA SEMPLICEMENTE la catena amministrativa che regola questi TRE PASSAGGI, semplificandola ad un solo ed UNICO passaggio amministrativo.
Si propone di trasferire tutto il percorso di “continuità assistenziale” del PROCESSO “urgenza/emergenza” ad un solo riferimento amministrativo aziendale: la ASL territoriale, che si farà carico UNITARIAMENTE di tutta la gestione clinica, amministrativa, contabile, economico-finanziario informatica e fiscale e del procurement del PROCESSO EMERGENZA/URGENZA ivi compresa la permanenza in OBI o Astanteria del paziente medesimo a tariffe preconcordate.
Solo al termine di tutto il processo il paziente tornerà dimesso al proprio domicilio (previa comunicazione al suo MMG), oppure verrà trattenuto in Ospedale/Policlinico per affrontare più impegnativi ed onerosi percorsi di diagnosi e cura, passando amministrativamente dalla ASL territoriale di riferimento a quella dell’Ospedale/Policlinico.
I vantaggi di questa innovazione sarebbero molteplici.
A. Personale specializzato, con stipendi e benefit adeguati all’urgenza e con percorsi di formazione continua ed accreditamento monitorato dalla ASL di riferimento territoriale. Si eviterebbe il facile “travaso” amministrativo di medici ed infermieri dalle aree cliniche dei PS e DEA verso le più comode realtà ospedaliere di ambulatori e corsie o finanche attività amministrative cliniche. Si potrebbe fare così reale programmazione sanitaria del PROCESSO EMERGENZA/URGENZA e la rotazione del personale all’interno di questa unica nuova grande realtà amministrativa sanitaria assistenziale, permetterebbe di ridurre moltissimo il frequente fenomeno del “burnout” di medici ed infermieri, a causa di turni estenuanti.
B. Creazione di un “unicum” di CONTINUITA’ ASSISTENZIALE digitalizzato del paziente in emergenza/urgenza per comprendere tutte le fasi del processo. Uniformare i dati clinici dal punto di vista informatico permetterebbe di allargarne l’uso anche alle funzionalità – attualmente escluse – delle varie banche dati pubbliche (Agenzia Entrate, INPS, ecc.); di mettere in rete, mediante un sistema multilevel, anche le farmacie pubbliche e private che effettuano il servizio pubblico per renderle direttamente comunicanti tra di loro e con i vari servizi ASL. Il tutto, con evidenti risparmi di spesa pubblica, senza duplicazioni e ritardi nella diagnosi e cura, permetterebbe lo sviluppo incontrastato di realtà moderne come la TELEMEDICINA.
C. Standardizzazione dell’architettura degli spazi fisici, dei farmaci e del relativo prontuario, delle procedure per il personale medico ed infermieristico, personale amministrativo e tecnico e per il controllo di gestione amministrativo-contabile-finanziario, che avverrebbe con maggiore fluidità e con minori sprechi e inefficienze.
D Studio dei percorsi “fast track”, accessi appropriati e compartecipazione eventuale del cittadino, anche introducendo in maniera non ideologica forme di Pronto Soccorso privato in collaborazione con Mutue Sanitarie, Fondazioni Private del tipo ETS ed Assicurazioni Sanitarie.
E. Riduzione del ricorso INAPPROPRIATO da parte del Cittadino al processo della emergenza/urgenza.
La nostra proposta non è la soluzione di tutto e per tutto, ma potrebbe essere una luce nuova nella attuale tenebra vischiosa dei Pronto Soccorso italiani, da sperimentare.
Dott. Francesco Russo
Medico-Chirurgo
Ricercatore Confermato – Dipartimento di Chirurgia
Università di Roma Tor Vergata
Maria Capozza – Avvocato Rotale