Andreas Zanin

Sovranità: una moneta parallela potrebbe salvare la nostra economia

Riceviamo e pubblichiamo da parte di Sonia Macrini.  imprenditrice del centro Italia.

C’è un sistema attraverso il quale il nostro governo può “ritornare” ad esercitare la sovranità
monetaria?
Stiamo vivendo tempi difficili. Qualcosa di eccezionale, ci ha fatto aprire gli occhi portandoci a  riflettere sulle nostre vite che credevamo  invincibili come l’intera società. Questo qualcosa ha un nome: Coronavirus.
Un virus molto pericoloso che sta mettendo tutti in ginocchio, in ogni angolo del globo.

Talmente aggressivo da costringere i governi ad intervenire in modo anomalo per  gli standard occidentali; interventi duri, specialmente sul piano delle libertà individuali che, in altri tempi, sarebbero stati classificati quasi dittatoriali. Ma, quando c’è di mezzo la salute pubblica, l’esistenza dell’uomo stesso, questo tipo di comportamento forte è necessario.

Aldilà della situazione sanitaria e del pericolo che corriamo, dobbiamo anche parlare di economia, in quanto ci siamo accorti che, con le misure drastiche adottate dal governo, il nostro tessuto politico-economico e sociale sta subendo (per la conseguenza della chiusura forzata di molte attività economiche) un collasso storico che potrebbe portare a scenari inimmaginabili sulla tenuta e la conservazione di uno Stato. L’Italia, come sappiamo, fa parte da anni dell’Unione Europea e, come sappiamo, non può più agire da sola per affrontare questa terribile crisi.

A prescindere da come funzioni l’apparato europeo, questa epidemia ha messo a nudo le storture di una comunità che, secondo le intenzioni dei suoi fondatori, avrebbe dovuto essere un’unica zona pacifica ed una sola voce. Sta di fatto che, non solo non lo è mai stata, ma, con questa emergenza ha accentuato le sue incongruenze sia a livello politico sia a livello economico.

L’Italia nel momento del bisogno, si è ritrovata sola. Sola a combattere, non solo il virus, ma anche il pericolo
di una devastazione economica. Ora, lasciando in disparte i tecnicismi, molti italiani hanno iniziato a capire
che, in questo modo, l’Europa non è di nessuna utilità, anzi agli occhi di molti essa si sta mostrando una
gabbia senza uscita.

La gabbia è proprio dovuta al fatto che l’Italia si trova in una posizione di non sovranità.
Sovranità che, una volta, era prerogativa imprescindibile per essere un vero Stato. Quindi la discussione passa
sulla questione del monopolio di battere moneta. L’economia non tratta solo beni, domanda e offerta o,
peggio, di alta finanza, ma tratta anche il mezzo di scambio per eccellenza: il denaro. Se il nostro Paese avesse
avuto ancora l’esclusiva della sovranità monetaria, forse non avrebbe dovuto chiedere aiuti a destra e a
manca.

COME RISOLVERE QUESTA SITUAZIONE?
Qui ci rivolgiamo direttamente al Governo, nella speranza che ci ascolti. Ci sono molti modi per poter ovviare
alle storture monetarie dell’Unione Europea: dall’uscita totale dalla zona euro (ma ciò è molto complicato)
fino all’idea della moneta parallela. Quest’ultima potrebbe essere una vera soluzione. La moneta parallela o
moneta di Stato (biglietti di Stato) consiste in una via senza traumi nella zona dell’euro e senza andare allo
scontro certo con gli altri Stati. Parliamo della cosiddetta moneta di stato non a debito. Una cosa importante
è che i trattati europei non ne fanno menzione e, quindi, logicamente, è permessa. Infatti il trattato di
Lisbona, negli articoli 128A e 128B, regola soltanto l’emissione di banconote ad uso esclusivo della banca
centrale europea (Bce) e l’emissione delle monete metalliche coniate dai singoli stati; per cui niente vieta la
creazione, da parte del singolo Stato, di biglietti di stato o “statonote”. Essi avrebbero valore legale solo
all’interno dello Stato che li emette e servirebbero per coprire il fabbisogno statale nel momento in cui, per
varie ragioni, le entrate sono inferiori alla spesa pubblica. Attenzione però: è necessario non superare una
certa quantità rispetto al bisogno economico, in pratica non si deve esagerare nell’emissione perché si
arriverebbe ad una svalutazione deleteria per lo Stato. Comunque una quantità di questa moneta uguale alla
capacità produttiva non porta assolutamente al terrore dell’inflazione. Dato che in questo momento, l’Italia
ha una sovrabbondanza di mezzi produttivi e di capitali fermi, la circolazione di biglietti di Stato non
porterebbe nessun danno, anzi rimetterebbe in moto l’economia.
Perché questi biglietti sono senza debito?
Perché vengono emessi direttamente dallo Stato, senza passare per le banche che, nel prestare il denaro,
farebbero gravare su di esso un certo costo: l’interesse. Se c’è l’interesse, siamo di fronte ad un debito. E’
molto importante capire il funzionamento della moneta parallela (biglietto di stato) in quanto non va a
scalfire il monopolio dell’euro e non va contro i trattati; essa ha valore solo nel territorio dello stato emittente
e può essere impegnata per assumere giovani e per pagare le tasse. Un’altra cosa importante è che essa non
è convertibile in euro ma avrà lo stesso valore. Ancora, abituandoci a questo sistema, un giorno, qualora
l’euro dovesse collassare, ci sarebbero meno traumi per lo Stato nel riconvertire in valuta nazionale.
Per concludere, ciò che è stato detto non è “campato in aria”. Basta tornare indietro nel tempo per vedere
all’opera i biglietti di Stato: la 500 lire di Moro (Aldo Moro) emessa dall’apparato statale senza passare per le
banche e senza che venisse contabilizzata nelle passività (come invece avviene oggi nelle banche); infatti non
incideva assolutamente sul Debito Pubblico.

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