Sabrina D'Elpidio

Generale Guido Conti: Lettera a Renzi prima del suicido.Corruzione su reati ambientali. Parte III

La Themis & Metis, intervenendo al Forum Risk Management , ha rappresentato al pubblico, il prepotente nesso che intercorre fra ambiente, salute e corruzione.Pubblicheremo a puntate, la relazione che ho presentato al pubblico. Fra le altre cose, la vicenda del Generale Guido Conti.

Nella puntata precedente, abbiamo visto come in Italia, 15 anni fa, il Governo emise un decreto legislativo in cui cambiava il concetto di rifiuti – i rifiuti non sono quelli che sono stati finora, i rifiuti sono “altri” – in risposta a ciò, qualcuno tra i giudici, ha sollevato la pregiudiziale comunitaria, per chiedere alla Corte di Giustizia Europea, “ poiché il concetto di rifiuto contenuto nel decreto legislativo è diverso dal concetto di rifiuto contenuto nella normativa comunitaria, io che devo fare ?”
 
La Corte di Giustizia rispose: “il concetto di rifiuto è quello del diritto comunitario, devi disapplicare il decreto legislativo”. Ora è impossibile sapere se quel decreto legislativo fosse stato fatto per fare assolvere qualcuno in particolare ma…tant’è.
Oggigiorno, il diritto è solo in piccola parte nazionale, La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha affermato più volte il principio che i giudici degli stati membri dell’unione europea sono in primis giudici dell’unione ed in seconda battuta giudici del loro paese, e quindi nel contrasto tra  il diritto comunitario ed il diritto nazionale devono applicare il diritto comunitario disapplicando il diritto nazionale.
BASTA QUESTO PER CHIARIRE COME NON CI POSSA ESSERE ALCUNA SUBORDINAZIONE DEL GIUDICE ALLA POLITICA NAZIONALE.
 
Questa vicenda la cito per sottolineare come nel settore dei rifiuti, l’ostinazione con cui il legislatore è intervenuto, al fine di sottrarre quante più sostanze possibili dal novero dei rifiuti sembra proprio non aver avuto eguali. In riferimento a quanto appena ricordato, vale la pena fare una precisazione; siccome il legislatore comunitario ha chiarito ciò che rifiuto non è, ed ha distinto il recupero dallo smaltimento, che ha fatto l’Italia? (pardon, il legislatore, cioè i politici italiani ?)
 
Ha coniato la categoria del “sottoprodotto” qualcosa di cui l’impresa non ha intenzione di disfarsi, ma che intende sfruttare o commercializzare  in un processo successivo, ecc ecc…una definizione che sembra innocua ma non lo è perché nasconde un’insidia pericolosissima. La nozione di rifiuto dovrebbe essere univoca, qui invece, RIFIUTO una volta definito “qualsiasi sostanza od oggetto derivante da attività umane e da cicli naturali, abbandonato o destinato all’abbandono”, crea una frattura concettuale con la disciplina comunitaria perché l’espressione “destinato all’abbandono” è soggettiva. 
 
Questi fatti accaddero nell’estate 2002 (sono l’oggetto di quel d.lgs. che ho citato prima).  E –ovviamente- dalla Commissione UE, nell’ottobre 2002, partì una procedura contro l’Italia, per il generato contrasto, originato dalla disposizione testè citata, con la normativa europea e con la giurisprudenza comunitaria, in totale dispregio e compromissione dei valori ambientali, prioritari nell’ambito delle politiche comunitarie.
 
La Commissione Europea, nella normativa intravide un chiara violazione delle norme comunitaria ed un’abile escamotage per sottrarre aziende, industrie e quanti altri alle regole imposte dalla disciplina sui rifiuti a difesa dell’ambiente.Si cercò allora di rimediare con la legge delega 308 del 15 dicembre 2004, recante disposizioni per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione si propone, teoricamente, l’ambizioso quanto auspicato obiettivo di razionalizzare, risistemare e semplificare la normativa ambientale, in sintonia con i principi comunitari, ma la pezza fu peggiore del buco.
 
 
Seguì poi il decreto correttivo ed integrativo del c.d. Codice dell’ambiente, d.lgs. 8 novembre 2006, n. 284, che non introduce alcuna significativa innovazione per finire poi, nel 2007, con tre pronunce della Corte di Giustizia che dimostravano la persistente inosservanza dello Stato Italiano della normativa comunitaria nel settore ambientale.
 
VI SI LEGGE INFATTI : Il legislatore nazionale mostra di strumentalizzare la categoria del sottoprodotto, coniata dalla giurisprudenza comunitaria per distinguere ciò che rifiuto è da ciò che effettivamente non lo è. Sintetizzando si può dire che come al solito “ci siamo fatti riconoscere”.
 
Tuttavia, sarebbe un errore grossolano valutare la questione corruzione/rifiuti “solo” nei termini sopra illustrati.Cìè molto di più. Vi siete resi conto, ad esempio, che in Italia, negli ultimi 50 anni, non c’è “quasi” vicenda di cronaca nera, mafie e\o depistaggi, misteri irrisolti e morti sospette che non sia legata al binomio corruzione\ambiente ? Da Natale Di Grazia a Ilaria Alpi.
 
Per i fini che qui interessano, basterà ricordare a noi stessi che esiste, in Somalia, una strada (chiamata “la strada dei pozzi”) che raccorda delle gigantesche discariche abusive e dove si interrano rifiuti altamente pericolosi in maniera illegale. Si trova nella zona dove opera anche la cooperazione italiana. 
 
Ma c’è una vicenda recente quanto inquietante CHE NON PUO’ ESSERE TACIUTA: qualche giorno fa, è stato trovato il cadavere del generale Guido Conti: si era appena congedato dai carabinieri per assumere un incarico nella gestione della sicurezza della multinazionale francese del petrolio Total.
 
Era l’ex comandante dei carabinieri forestali che dopo la riforma sul corpo forestale, scrisse una lettera anche all’ex premier Matteo Renzi, protestando per l’accorpamento del corpo forestale con i Carabinieri: “Lo scioglimento di una istituzione benemerita bisecolare e carica solo di dignità, abnegazione ed efficienza. Mio padre, anche lui forestale, è morto due volte – si legge nella lettera pubblicata su Facebook – Assieme a lui decine di migliaia di uomini che nella nostra missione hanno creduto e credono. E questo non posso permetterlo. Senza battermi fino in fondo”.
 
Esaminando il curriculum del Generale Conti, scopriamo che ha diretto ogni tipo di reparto nel Corpo forestale dello Stato. E’ stato infatti Comandante distrettuale ad Avezzano e Sulmona, Capo del Nucleo Investigativo di L’Aquila, Comandante Provinciale di Pescara, Comandante Regionale dell’Umbria, Coordinatore del Parco Velino Sirente, Docente e Comandante Battaglione Allievi nelle Scuole di Cittaducale e Sabaudia.
 
E’ stato nominato Commendatore della Repubblica a 48 anni, per meriti speciali, e primo Ufficiale C.F.S. premiato da Legambiente con il premio Ambiente e Legalità. Autore di numerose pubblicazioni tecniche, insegnante di materie giuridiche presso le scuole del CFS.
 
 
Sue le inchieste della mega discarica di rifiuti tossici più grande d’Europa a Bussi che sta avvelenando mezzo Abruzzo, ha indagato sui traffici di rifiuti in Abruzzo, si pensi all’indagine sull’acqua avvelenata, l’inchiesta “Mare Monti” sulle strade fantasma in Abruzzo e l’inchiesta  sul G8 a L’Aquila e Roma oltre che l’inchiesta “Cabina di Regia” che portò all’arresto tra gli altri dell’ex Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo.
 
E ancora sotto il suo comando sono partorite le inchieste sui fiumi alla diossina i sequestri di tutti i ripetitori delle maggiori reti televisive nazionali e regionali in Abruzzo per superamento dei limiti di legge. E le inchieste in Umbria dalla truffa alla Thyssenkrupp di Terni con decine di arresti e avvisi di garanzia a Gesenu a quella della TK-Ast, oltre alle numerose investigazioni nel mondo delle discariche abusive e nel campo degli incendi, a quelle sui maxi traffici di rifiuti in Umbria con più di 290 persone coinvolte e deferite, Iron 1 e Iron 2. Tante le operazioni portate a termine sull’inquinamento ambientale e sui reati legati alla caccia.
 
Insomma un eroe, eppure lui sembrerebbe non percepirsi tale, e, sembrerebbe soffrire di depressione per la vicenda di Rigopiano dello scorso gennaio dove persero la vita 29 persone (tragedia in riferimento alla quale LUI NON HA alcuna responsabilità, poichè le decisioni che portavano la sua firma erano del tutto marginali (aveva firmato alcune delle autorizzazioni per il centro benessere dell’albergo)  tanto che lui stesso scrive nelle lettera destinata alla famiglia:
 
”Non per l’albergo, di cui non so nulla, ma per l’edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi NON ESSERCI STATE VITTIME. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: Potevo fare di più?”. 
 
Un parente del militare, dichiara: “Apprendiamo con immenso dolore come la morte del nostro congiunto sia stata messa in relazione alla tragedia di Rigopiano. Stupisce che questa correlazione sia stata da taluno ipotizzata in assenza di qualsiasi collegamento diretto e indiretto tra l’attività svolta da Guido e le vittime di Rigopiano. Tutto ciò aggiunge dolore al dolore”,
 
Le missive scritte da Conti, sarebbero state diffuse prima che i familiari le leggessero!!!
 
“La pubblicazione del contenuto delle lettere, tuttora sconosciuto a noi familiari, ci lascia profondamente amareggiati e aggiunge dolore al dramma che ci ha colpito”, dice sempre il parente dell’ex generale”.
 
Si suicida il 17 novembre scorso,  il suo corpo verrà trovato privo di vita nel bosco. Manca una lettera la terza tra quelle inviate, attenderemo gli esiti. Ora, sulla vicenda indaga la Procura di Sulmona con un’inchiesta che porta a Potenza dove il primo novembre Conti s’era trasferito per assumere il nuovo incarico come responsabile della sicurezza ambientale della Total, compagnia petrolifera francese.
 
Conti aveva giustificato le dimissioni in una lettera con disturbi di salute comuni, come la sinusite e l’artrite. In una chat del 7 novembre con il blogger lucano Giorgio Santoriello, che criticava la sua scelta di lasciare l’Arma per andare a lavorare in una multinazionale del petrolio, disse: “alla fine della mia carriera ho accettato una sfida. Dimostrare che si può produrre e dare ricchezza diffusa  rispettando le leggi. Tutte. In primis quelle ambientali”. Santoriello scrive un articolo dal titolo Qualche legame di troppo tra carabinieri e petrolio? Dopo la nomina di Gay, adesso anche l’ex generale giustifica le trivellazioni.” .Passa del tempo e Santoriello dichiara: “Dopo la pubblicazione dell’articolo, Conti è sparito, avevamo deciso di incontrarci, ma non mi ha mai più risposto”.
 
Continua…