La Democrazia. Attenzione: il termine quì descritto è realmente esistente. Non come Babbo Natale, la Padania, la Repubblica di Svervegia, Pikachu e/o gli Elfi. So che questa sarà un’informazione sconvolgente per molti che credevano fermamente nell’inesistenza di questa cosa chiamata “Democrazia“, ma non è così.
Pier Paolo Pasolini soleva dir che: “La democrazia è l’arte di far credere al popolo che sia lui a comandare e l’Italia è, a detta di tutti, il paese più ricco d’arte al mondo”. Un’altro, non ricordo più chi (forse Funari) diceva che “Senza la democrazia il potere sarebbe nelle mani dei più forti invece grazie alla democrazia è nelle mani dei più furbi”.
Ma la più calzante, è una citazione (a giudizio mai notificata): “Rispetto le persone di tutte le culture e/o etnie, che questo pianeta offre, ma non c’è nulla di più gratificante di vedere dei gruppi di individui che scoprono la loro vocazione nel dividere con il loro prossimo più sfortunato il dono della pace e libertà in nome dell’amore che ci rende tutti fratelli. Solo grazie al processo di democratizzazione essi hanno potuto mostrare al mondo quanto sono fighi e come abbiano potuto plasmare le idee di libertà e democrazia su quei corpi inermi, su quelle menti duttili per molto, troppo tempo tenuti all’oscuro dalla grande verità” (un tizio democratico prima di ordinare lo sgancio della Bomba Atomica su Hiroshima e Nagasaki).
Il termine democrazia è una parola greca che significa letteralmente potere al popolo. Si sa, i greci sono sempre stati dei fini umoristi. In realtà il concetto di democrazia non è affatto, come alcuni potrebbero pensare, la mera trasposizione della “Legge della Giungla‘, ‘il più grosso ha sempre ragione’. Perché la democrazia garantisce i diritti umani (infatti ognuno ha la possibilità di scegliere la suoneria che più gli piace sul cellulare). Tuttavia, secondo quello che la maggior parte della gente sostiene, il concetto di democrazia ha vissuto una continua evoluzione subendo importanti modifiche nel corso della sua storia, proprio come la Chiesa Cattolica Apostolica Romana e Michael Jackson. Tenete ben presente che Democrazie, così come Dittature, crisi economiche, tassi di cambio, guerre, errori, niente di quel che accade oggi è del tutto nuovo. Per farvi solo un ‘esempio, mi vien in mente Nerone Imperatore. Un background mica da ridere. Vien universalmente rappresentato come Democratico, Letterato, Poeta, fine dicitore, sedicente musico sopraffino, così virtuoso da riuscir sempre ad ‘infiammare’ le platee. Si dice anche gli autobus della città eterna (ma non v’è evidenza storiografica al riguardo). Roma in quel tempo fu teatro di un’accesa (molto accesa) disputa tra senatori che sostenevano ch’era necessario creare un’Impero più democratico per contenere i malumori che insidiavano il welfare-state. Un bel dì, non si sa bene come – forse per autocombustione – l’urbe fu rapidamente divorata dalle fiamme e Nerone, sperando di riuscire a prendere due piccioni con una fava, elaborò l’algoritmo dell’ ambarabarabbaciccoccò che gli avrebbe permesso di attribuire con certezza pressochè assoluta le responsabilità della tragedia. Tra legionari, pretoriani, artigiani, schiavi, contadini, tribuni, centurioni la scelta dell’oracolo ricadde casualmente sui Cristiani che furono deportati in lager per la soluzione finale. Non prima d’avergli concesso d’esprimere un penultimo, democratico desiderio (dopotutto i romani non erano poi così barbari ed insensibili come sostiene Manfredo Manfredi). Lo storico Giuseppe Flavio scrive che gli fu chiesto: “qual’è il vostro ultimo desiderio?”. Pronta la risposta: ”vorremmo fumarci almeno una sigaretta … Scusi Nerone, ha da accendere?”. Per i seguaci di Gesù fu una ‘bruciante’ sconfitta.
Con l’età dei Lumi, in particolare la Rivoluzione Francese con il suo motto di libertà, uguaglianza e fratellanza, si riaffermò l’idea di democrazia. Ad es. Luigi XIV (detto Re Sole) promulgò alcune nuove leggi che cambiavano il cerimoniale di corte. Si dotò di sale da pranzo lunghe 16 chilometri con ai lati due autostrade ciottolate dove passavano i carri trainati dai camerieri con le famose brioches, il latte caldo, i polli arrosti e le anatre all’arancia che venivano lucullianamente serviti a colazione. Strano ma vero, a volte questo accade, lo disse anche il boia a Robespierre salendo sul patibolo: “sono cose che decapitano”.
Ma non fermiamoci alle apparenze. Certo fare il Re era un mestiere molto ambito, assieme a quello di calciatore di serie A. Il Re guadagnava cifre enormi, stratosferiche tutte esentasse, senza necessità di pre-costituirsi Trust in Paradisi Fiscali. Solo lui poteva dire: “guardie, arrestatelo… che subisca il supplizio dello schiacciapollici, la frusta a nove code, la Vergine di Norimberga… e che sia giustiziato all’alba” (e molte altre meraviglie e prodigi della tecnica troppe da elencare), famose frasi che tutti noi abbiamo sognato di dire almeno una volta nella vita. Ma soprattutto il Re poteva farsi le leggi a proprio favore per favorire i propri interessi, un atto vergognoso che per fortuna oggi non accade più.
Oggi le basi della Democrazia sono i princìpi della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), il suffragio universale e il primato della costituzione con al vertice chi comanda veramente. Un’altra importante caratteristica della democrazia moderna è la separazione tra Stato e Chiesa: la Chiesa dice quello che è giusto e quello che è sbagliato, lo Stato ci fa stare lontano dalle cose sbagliate e c’indirizza verso le cose giuste. In seguito s’è diffuso il concetto che una democrazia compiuta dovesse avere anche una stampa libera, in modo che tutti possano sapere come affrontare intelligentemente il cenone di capodanno e natale. Ah, e da qualche parte ci dovrebbe essere anche scritto qualcosa sulla separazione dei poteri, ma questa è un’altra storia.
Essendo la democrazia una delle forze del bene, combatte i cattivi grazie ai suoi poteri speciali, vediamone alcuni quì di seguito.
I diritti di cittadinanza. Per diritti di cittadinanza s’intende l’insieme dei diritti civili, diritti politici e diritti sociali che sono alla base della democrazia moderna. Essi giungeranno alla loro piena affermazione domani. Portate pazienza e vedrete.
Ecco i diritti (si consiglia di leggerli a voce alta con in sottofondo il Te Deum o l’Inno alla Gioia):
- Libertà della persona e diritto alla proprietà;
- Libertà di parola, pensiero e fede, basta che non siano antidemocratiche (v. oltre Nicoletta Dosio e NoTav);
- Diritto alla giustizia e diritto a partecipare all’equo processo;
- Diritto a un minimo di benessere economico e sicurezza e a vivere secondo gli standard prevalenti nella società (v. oltre Clochard e Homeless);
- Diritto di partecipare alla vita politica e diritto a un’istruzione dignitosa per tutti, ma si può partecipare alla vita politica anche con Quoziente Zero (da non confondersi col Paziente Zero);
6) Diritto a fare i sondaggi, per vedere da che parte sta la maggioranza.
Purtroppo, dopo trecento anni, questi diritti risultano ancora un po’ incoerenti e contrastanti. Questo perché la democrazia ha tempi più lunghi, ma ha il vantaggio che alla fine, una volta convinti i detrattori e i faziosi, saranno tutti d’accordo. O se non tutti, perlomeno tutti.
I Sondaggi. I sondaggi sono la spina dorsale d’ogni moderna Democrazia. Infatti chi fa i sondaggi sono generalmente aziende private che lavorano per la stampa libera e indipendente, ma anche per i partiti politici o per le multinazionali, per sapere cosa desidera veramente il consumatore. O il cittadino, se preferite un termine vetusto. O i vecchi, se vogliamo non ricorrere ad arcaismi inutili e fuori luogo. S’occupano principalmente dello studio e dell’analisi dei comportamenti espressi e dei processi decisionali dei cittadini in una democrazia, o della definizione della struttura d’un Governo. Grazie ai sondaggi una democrazia moderna può capire subito cosa piace alla maggior parte della gente, disponendo così di prove oggettive dei gusti soggettivi.
Il Voto. “Il progresso e la civilizzazione ha portato l’uomo ad evolvere la propria società giungendo ad un sistema rappresentativo basato sul voto. Non più legge naturale del più forte, bensì scelta democratica. Ora è possibile scegliere liberamente da chi farsi inchiappettare” (Ignazio Sbarbagianni da Svervegia). Il voto, da non confondersi con vuoto, è forse la cosa più bella della democrazia. Se sei così fortunato da vivere in un paese democratico, grazie al voto puoi scegliere chi incaricare per pensare al posto tuo, e tu puoi sfruttare il tempo libero che automaticamente ne deriva per giocare al Gratta e Vinci. L’estensione verso il basso del diritto di voto. Dopo aver dato il diritto di voto ai deboli, ai poveri, alle donne, ai bianchi, ai neri, a quelli a colori e a quelli che nemmeno gli interessava, si pone di fondo un interrogativo: basso quanto? Ci fermiamo ai lillipuziani? Lo diamo anche ai microrganismi unicellularii? E allora perchè ai trapassati no? Che sei razzista? “No, son loro che son trapassati”? Al di là delle questioni filosofiche, non si capisce se spostare l’asticella del diritto di voto sempre più in basso – in favore di chi si ritiene che sosterrà utilmente gli interessi del proponente – sia una soluzione percorribile all’infinito, o solo giusto fino a dare il diritto di voto anche ai Puffi. In tanti dibattono sull’argomento, e anche illustri teologi si sono proposti per dare una lettura trasversale della questione; il loro aiuto è stato ritenuto però non fondamentale, e quindi cortesemente declinato. Guardando le vicissitudini delle specie che già hanno attraversato questa fase evolutiva (dinosauri, draghi, unicorni, gnomi, trolls, svervegi, etc etc), risulta infatti evidente che aggiungere sempre un nuovo posto a tavola – pur di avere qualcuno che ti da ragione – porta inevitabilmente all’estinzione; tale processo di reazione a catena è stato codificato nell’espressione algebrica: “Al contadino non far sapere/com’è buono il formaggio con le pere“. Difficile arrivare ad una risposta buona per tutte le stagioni.
Ah scordavo un passaggio importante. Anche alcuni concetti collaterali che hanno grave importanza nelle democrazie moderne, risalgono al pensiero greco (v. Clistene), per esempio quello dell’ uguaglianza davanti alla legge. Ne abbiamo fulgidi ed attualissimi esempi; come quello di Vittorio Cecchi Gori, anziano produttore cinematografico, condannato a 7 anni e mezzo per bancarotta flatulenta, con pena definitiva che espierà a casa sua per valide ragioni umanitarie e sanitarie (anche sui pregiudicati incombe il Covid-19). E Nicoletta Dosio, ragazzina di 77 anni con meno d’un anno da scontare, rea d’essersi resa autrice d’insopportabili provocazioni antidemocratiche (“l’imputata non ha proferito alcuna espressa minaccia … però ha scandito slogan, retto striscioni, distribuito volantini… dando apporto materiale e morale alla manifestazione NoTAV“). Natutalmente – sempre per le stesse ragioni umanitarie – sta espiando la sua condanna non a casa sua ma in galera. Su questa tipologia di pregiudicati non incombe il Coronavirus, ma a scanso d’equivoci, voi lavatevene bene, Ponziopilatianamente le mani (con la mucchina). Anche questa è la Democrazia Baby.
Pensiamoci in questi giorni d’emergenza Coronavirus. Un Virus che non deve spaventarci, come diceva Re David: “più sono grandi e cattivi, più si fanno male quando gli farai lo sgambetto”. In qualche modo questa non è solo una pestilenza ma, forse, anche 1 dono al contrario. E’ sotto gli occhi di tutti come in questi giorni si sia azzerata la criminalità e siano calati i reati dell’80%, specialmente rapine, estorsioni e furti (anche i ladri han paura dell’acaro cinese). Ciò che è più ‘stupefacente‘, ZERO droga nelle strade. Le città son SÌ spaventate ma pulite (c’è chi dice di non aver mai visto Napoli così immacolata). L’epidemia terrorizza anche gli scafisti gli sbarchi si son di colpo fermati. Tutti i Clochard, i mendicanti, gli Homeless, i senzatetto finalmente posson avere una casa tutta loro dove trascorre la quarantena. E’ la rivincita delle piccole botteghe sui supermercati. Nascono nuovi riti. La Famiglia riscopre il gusto della Famiglia. Le piccole cose ritrovano il gusto delle piccole cose, delle piccole ‘evasioni’ (v. Foggia). Finalmente è iniziata la folle corsa per proteggere i valori della democrazia. Siamo tutti più credenti, andiamo a messa senza andare in Chiesa. Come abbiam debellato le carestie nel mondo, le povertà, le diseguaglianze, le guerre, anche stavolta ce la faremo.
Oggi il Covid-19, un domani forse, come sostiene Bi££ G@t€$, potrebbe esserci un Covid-20, 21, 22, 23, che ci costringerà in qualche modo a far i conti con la nostra indifferenza. Ieri intanto, un’altro virus ha colpito Marcello Di Finizio, l’Apatia Virale (300 giorni – e notti – su una Gru per protesta contro varie ingiustizie subite nell’indifferenza dei più), il paziente – nel senso più Giobbico del termine – continua a rimanere isolato in modalità ‘smart working‘ per evitare un aggravamento delle patologie, in attesa che l’umanità trovi la cura. Speriamo almeno che il contagio faccia riscoprire la solidarieta’ a tutte le latitudini (tranne 1). Muoiono ogni giorno milioni di persone per denutrizione. Il cd. ‘mondo civilizzato e democratico’ terrà ancora i piu poveri ad oltre 1 metro di distanza? O approfitterà dell’emergenza sanitaria per dire: “mi raccomando laviamocene bene le mani”?. Eppure fame e sete non son virus incurabili!
Concludo con quello che non vorrei fosse il solito, stereotipico slogan del Mulino Bianco: Italiani, teniamoci ben stretta questa nostra Democrazia. Come dice Betty (che italiana non è), una graziosa signora Belga che vive in Germania:
“L’Italia è come quella tipa che ha più talento di tutti. E’ come quella che le altre se le mangia, perché è nata bella, più bella di tutte e le altre se le asfalta. L’Italia è come quella più ingegnosa, che ha le mani di una fata, che si inventa 1000 cose, perché è piena di risorse. Sa discutere di Storia, di mare, di montagne, sa di cibo, di buon vino, di dialetti, di pittori, di scultori, di scrittori, di eccellenze nella scienza; non c’è niente che non sa. E quando questa figa bella e talentuosa inciampa e cade, la platea delle sfigate incartapecorite esulta. E’ la rabbia delle poverette ingelosite, quelle al buio, perché Lei è comunque bella anche quando cade a terra. L’Italia rimane una tipa sexy con ‘stivale’ tacco 12 (ovviamente Made in Italy) che nessuno sa portare meglio di lei. Solo il tempo di rialzarsi…”.