Corre l’obbligo di esprimere gratitudine al Tribunale di Torino che ha voluto accendere un faro sull’articolo dell’Associazione Themis & Metis pubblicato in data 5 novembre 2018 (“Croce Rossa Italiana in rosso. Dove sono finiti i soldi?”) tutelando non solo Themis & Metis, ma il diritto/dovere del giornalismo d’inchiesta (come riconosciuto da Pubblici Ministeri e Giudici) di svolgere la propria attività senza subire l’intimidazione di azioni penali, difendendo il diritto dei lettori di conoscere cosa accade realmente dietro le quinte del potere. Senza questa importante funzione sarebbe probabilmente impossibile garantire le libertà costituzionali (in primis la “libertà di stampa”). Purtroppo un perverso sistema normativo costringe Magistrati, con ben altri più importanti impegni, a doversi occupare anche di liti come queste (alquanto temerarie), che tentano di attivare azioni penali ‘a raffica’ che costeranno poi ai contribuenti italiani milioni di euro.
La Querela contro l’autore dell’articolo della discordia è a firma del Presidente della Croce Rossa Italiana Avv. Francesco Rocca (da cui scaturisce il Proc. Pen. del. Trib. di Torino n. 10343/2019 R.G.N.R. Mod. 21).
Non è un caso isolato. Di recente sono partite diverse analoghe iniziative intimidatorie.
Una denuncia/fotocopia del Presidente Rocca ha colpito anche il giornalista Marco Gregoretti, reo d’essersi reso autore d’insopportabili inchieste pubblicate sul settimanale Panorama. Diverse altre iniziative giudiziarie hanno interessato la testata giornalistica Sudpress per diversi reportage (ben documentati).
Il Presidente Avv. Francesco Rocca ritiene sia fortemente diffamatorio e lesivo della reputazione scrivere che la Croce Rossa è: “un’eccellenza italiana ridotta a colabrodo… forse la spiegazione può arrivare dagli sprechi pazzeschi, le ruberie, gli sperperi e le consulenze d’oro? Non si sa bene…”.
Ci rendiamo ben conto, che al disattento lettore, questa potrebbe apparire alla stregua d’un attacco offensivo alla sfera morale d’una persona dagli inestimabili ed indiscussi ruoli sociali, umanità, valori ed integrità.
Certamente trattasi di valutazioni che – occorre ribadirlo – pur nell’asprezza dei toni appaiono pienamente giustificate sul piano penale, dall’esercizio del diritto di cronaca e di critica che connatura il cd. giornalismo d’inchiesta. La Croce Rossa è un’organizzazione non solo benemerita ma persino eroica, che purtroppo negli ultimi anni sta subendo complesse trasformazioni, come abbiamo ampiamente descritto nel nostro articolo. E come hanno ben delineato molti altri giornalisti. Le affermazioni contenute nell’articolo – a nostro sommesso avviso – ci paiono nel caso in questione ampiamente coperte dall’esimente del “diritto di cronaca”. I toni usati non sembrano per nulla discostarsi dal comune modo d’esprimersi cui la giurisprudenza ritiene da sempre (ed anche in casi di maggiore offensività dei toni) applicabile l’esimente del legittimo esercizio del “diritto di critica”. Non solo. Degna di rilievo è anche la circostanza che sia pure enfatizzando, abbiamo comunque riportato fatti di sicuro interesse pubblico, oltre che di un certo rilievo per tutta la collettività, in gran parte confermati da esiti di varie indagini compiute.
Conclusivamente teniamo ad evidenziare che non ci sono mai state contestate condotte inopportune e/o violazioni editoriali. Non abbiamo mai ricevuto nessuna lettera di diffida, minacce di querela, né tantomeno alcuna richiesta di rettifica e/o rimozione dell’articolo né da parte dell’Avv. Francesco Rocca che da parte della Croce Rossa Italiana. Se quanto pubblicato avesse potuto causare turbamento – anche solo per placare il disappunto dell’Avv. Rocca – avremmo certamente provveduto all’autocensura rimuovendo dall’articolo incriminato ogni riferimento a vicende oggetto di contestazione. Ma questo l’Avv. Rocca non ce l’ha mai chiesto.
La politica editoriale dell’Associazione Themis & Metis è stabilmente caratterizzata da chiarezza espositiva, totale trasparenza, dal momento che gli articoli editi toccano tematiche di rilevanza sociale d’interesse generale per la comunità (come legalità e corruzione) e dall’attento vaglio delle fonti d’informazione, da cui gli articoli traggono spunto ed ispirazione. I lettori avranno certamente notato che tutte le notizie pubblicate sul Ns. portale sono scrupolosamente suffragate da atti scritti e dal supporto probatorio di documentazioni, quando possibile (indicate in forma di link ipertestuali) e/o anche solo semplicemente citate quando è in gioco la tutela delle fonti (su cui siamo ovviamente/deontologicamente tenuti alla massima riservatezza). Lo stesso iter è stato seguito per l’articolo concernente il caso in esame.
Chi scrive non si sognerebbe mai – neppure lontanamente – di suggerire ad un degnissimo cultore del diritto come l’Avv. Francesco Rocca, quali norme seguire (del buon galateo) e/o come ci si deve comportare in certe situazioni. Ma una valida indicazione in tal senso la si può ricavare dalla missiva che un business lawyer ha inviato allo scrivente (e all’Associazione Themis e Metis), all’indomani d’uno ‘sgradito’ articolo.
Al quale noi abbiamo immediatamente (nonché garbatamente) replicato.
Nella vita nessuno è immune da sbagli, però non si sbaglia mai nel fare la cosa giusta. Per questa ragione rettifichiamo sempre con tempestività e appropriato rilievo, le informazioni che dopo la loro diffusione si siano rivelate inesatte, soprattutto quando l’errore può ledere o danneggiare singole persone, enti, categorie, associazioni o comunità. E garantiamo sempre l’opportunità di replica a chiunque.
Anche all’Avv. Francesco Rocca e alla Croce Rossa Italiana …
Interrogazione Parlamentare sulla vicenda da parte del Senatore Elio Lannutti