Francesco Erspamer

Coronavirus: l’Italia ne uscirà

Le crisi fanno emergere il meglio e il peggio di una società; rivelano persone capaci di solidarietà, altruismo e disciplina e al tempo stesso impietosamente ci mostrano quanti siano gli stronzi, gli egoisti, i codardi, tollerati per troppo tempo e moltiplicatisi. Ancora più folta la schiera degli ignavi, bollati da Dante con una delle definizioni più dure dell’Inferno: “sciagurati che mai non fur vivi”. Sono coloro che si sottraggono alle responsabilità, che non osano avere un’opinione o che se ce l’hanno è sempre quella più facile, sottratta alla fatica della verifica, dell’analisi. I superficiali, i conformisti.
Le crisi sono test e sono opportunità. Comportano sofferenze e lutti: non possono venire sprecate. Almeno, io non accetto che chi sta subendo le conseguenze di questa epidemia lo faccia invano. L’Italia che ne uscirà deve essere migliore, più preparata ad affrontare le future prove: perché verranno, più pericolose di questa, non illudetevi e non fatevi illudere dagli spacciatori di edonismo. Per farsi trovare pronti occorrerà fare qualche rinuncia e imporla persino ai vincenti e ai rampanti, quelli della Leopolda e del Billionaire e i ben più numerosi che aspirano a entrarci, i forzati dello spreco, degli status symbol, del culto delle celebrity, gli eterni Peter Pan che si chiudono nelle loro isole che non ci sono per fuggire la realtà e la paura di maturare.
Non mi illudo di convertire nessuno; trent’anni di berlusconismo e renzismo hanno modificato il DNA mentale di molti italiani, li hanno americanizzati. È una malattia dalla quale pochi guariscono. Ma sono ancora una minoranza. C’è molto da fare per salvare il nostro paese, la nostra idea di comunità, la nostra cultura. Serviranno però determinazione, organizzazione, rigore.
Questa mia pagina facebook mi ha consentito di individuare tanti potenziali compagni di viaggio e di lotta, con cui confrontarmi, con i quali verificare idee e progetti. Spero che presto venga il momento dell’azione. Ma c’è ancora molta zavorra e non ho più pazienza. Non parlo dei renziani in pectore o dei liberal non pentiti, scomparsi da tempo. Parlo dei disattenti. Gli ignavi di cui dicevo sopra. Sono stufo di leggere bufale, teorie del complotto, di perdere tempo a controllare e smentire. Prima di condividere un post o una notizia da siti improbabili, domandatevi se ha senso, verificate l’attendibilità della fonte.
Stiamo attraversando un periodo particolarmente stressante, caratterizzato dall’incertezza. La casta cercherà di accrescerla perché solo la confusione e la divisione la salveranno; i seminatori di cazzate sono suoi complici, quali che siano le loro intenzioni. Non ho purtroppo il potere di impedirgli di parlare ma ho quello di impedirgli di scrivere su questa mia bacheca. C’è ben altro da fare e per farlo è necessario conservare, insieme al pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà. Senza farsi distrarre e magari deprimere da coloro che mai non fur vivi.