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Castelnuovo Di Porto: le deportazioni di Salvini

DEPORTAZIONE (fonte Wikipedia): “La deportazione è il trasferimento coattivo di un’individuo o un gruppo di individui poi obbligati a risiedere in un luogo diverso dal proprio dove vi vengono condotti con la forza”.

Siamo casualmente proprio a  ridosso del  “Giorno  della Memoria”  giorno  in cui tutti condanniamo con orrore le  deportazioni nei  campi di  concentramento di Buchenwald, Mauthausen e Auschwitz e poi  siamo  incapaci di incazzarci di fronte al  crudele  contegno del Prefetto di Roma Paola Basilone e del Governo Italiano per il  repentino allontanamento  di centinaia di migranti (contro il  loro  volere) dal Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto. Ho  visto immagini forti, di gente senza cibo, al freddo gelido, sotto shock per  l’abbandono forzato delle loro scuole,  del  lavoro, le  relazioni. Istantanee di gente che  piange a singhiozzo e a dirotto, tante  lacrime  che  scendono, i silenzi di gente  inebetita che  non sa che sta  per  accadergli, l’incubo del dolore e dell’ingiustizia dipinto  sui loro volti. Quanto  di  meno democratico, etico, cristiano ed  umano  si potesse  mai immaginare. Il tutto – è  bene precisarlo –  nel pieno  rispetto dei principi di umanità della nostra Costituzione Italiana, in piena coerenza con fondamentali Diritti dell’Uomo sanciti  dai Trattati Internazionali. Tutto in  un sol giorno,  mazza  che  bravi.  Se  provassimo a chiedere  a  Sami Modiano (uno dei pochi sopravvissuti al campo di  sterminio  di Birkenau)  cosa   pensa  di  tutto  questo  son certo  che  avrebbe cose molto interessanti  da  dirci. Se  in  quello  che  è  accaduto in questi  giorni a Castelnuovo di Porto  cercate  logiche sensate lasciate  perdere. Non ce  ne  sono.

Fino a ieri pensavo che il  mondo  è  bello  perché  è  vario. Oggi invece son  più che  mai convinto che oltre a vario   è  anche  ripetitivo. Sapete che  ciclicamente  le  cose  nel  corso dei secoli accadono  almeno  due  volte  (a volte  anche tre). Perché   la  storia  si  ripete. Lo dice  anche  il detto: “non c’è  due senza Tria”. Dai Faraoni a  Gesù Cristo. Dalla Rivoluzione  Francese  a  quella  Bolscevica. Da  Cesare  a  Napoleone Bonaparte.  Dai Campi di sterminio nazisti ai Gulag in Siberia.  L’interpretazione storica  dei  fatti  poi  è  molto  soggettiva,  come sostiene  un  dotto  cultore  della  Materia, il Dott. Luca Luciani (eclettico manager/motivatore di Telecom Italia) uno  dei  massimi  esperti di rivisitazioni storiche  in  chiave fantastica che riteneva  quello di  “Napoleone a Waterloo un  vittorioso capolavoro”.

Dittature, democrazie, crisi economiche, tassi di  cambio, guerre, errori, deportazioni, niente  di quel  che  accade è del  tutto nuovo. Seppur  con infinite  variabili, le  persone agiscono e ripetono  le  stesse azioni, ricalcando più o  meno gli  stessi stupidi errori. E’ utile  quindi studiare  il  passato  per  comprendere  il futuro.  “Magistra Vitae”,  la storia è   ‘Maestra  di  vita” (Themis &  Metis  dedica proprio una  sua una  rubrica al tema). Ciò  m’induce  a  ritenere che il  comportamento  umano,  in  un certo  qual  modo può  esser   prevedibile.

Lasciamo perdere le ben  note vicende del  Secondo conflitto mondiale, dove migliaia di civili innocenti, diciamocelo  con onestà,  sono anche stati dati coscientemente in pasto alle belve fascio-naziste proprio da chi  doveva  proteggerli (vedi Prefetti, Giudici, Carabinieri, Servizi Segreti, compaesani, informatori, traditori, partigiani reggiani e  quant’altri). La guerra è finita e quindi viva la pace. E’ di  questi  giorni invece  una nuova emergenza umanitaria che  è sotto gli occhi di tutti,  che quasi certamente (grazie  a scellerate scelte) diventerà  anche  un’emergenza  sicurezza.  L’arrembaggio dei  Pirati  dei Cara… Centinaia di migranti strappati dal territorio  dov’erano  perfettamente  integrati e  portati  via  con  la  forza (della  ragione e del  buon  senso sostengono taluni).  Netta l’inutile  auto-assoluzione dal  banco  degli  imputati del nuovo Prefetto  di Roma Paola  Basilone  e   degli inferiori di grado: “Noi  non  deportiamo …. il  nostro  dovere  è quello  di  applicare  le  leggi!”. Certo, come dice la rockstar  dei prefetti italiani, obbligo e disciplina!. D’altronde era anche  nel  Programma di Governo e  la Legge  di  Bilancio 2018. Ma ci  comportiamo come se quel che è accaduto a Castelnuovo di Porto fosse la cosa più normale del mondo.  “Obbekdienza cieka, pronta und  assoluten”.  Pressapoco la  stessa tiritera già sentita  al  Processo  di  Norimberga  di molti  gerarchi  Nazisti  quando tentarono di discolparsi  del  genocidio degli Ebrei. L’identico copione ricalcato anche  da  Adolf  Eichmann (è uno  dei massimi responsabili dell’Olocausto  che pianificò  il trasporto degli ebrei verso i campi di concentramento) quando fu arrestato nel 1960 a Buenos Aires dal Mossad: “Ma  che deportazione … Ho solo  obbedito agli ordini”.  Dobbiamo tristemente constatare che nonostante i moniti della Storia l’uomo è più che mai  capace di inventarsi sempre nuovi modi per far del male ai propri simili. E chi lo  compie poi si  giustifica negando ogni diretta responsabilità, dipingendosi come un’impotente burocrate, mero esecutore di ordini inappellabili. Che  siamo diventati noi  italiani, per  questi  esseri  umani  a cui  abbiano dato ospitalità… Amiken? Nemiken? Non si sa. Dico solo  al  Prefetto Basilone  (se  è  credente) che: “con la misura con cui voi misurate, sarete misurati”. Questo  per  dire  che bisognerebbe  anche essere preparati alla possibile esistenza di Dio. Nel caso esistesse davvero e dovesse tornare dal suo sempiterno pisolino per il  giorno del  Giudizio, non so proprio come reagirà vedendo questo spettacolo raccapricciante. Il creatore di tutto l’ambaradan,  quando  vedrà  tutto sto casino che  qualcuno ha combinato a Castelnuovo di Porto, conoscendolo,  da 1 a 100, secondo me,  s’incazzerà a 1000.

Chissà  se anche  oggi,  nel  rebus di  questa moderna  democrazia  si nascondono altri nazismi (nessuno s’è mai  permesso di sgomberare  certi posti  come  Casapound).  Così fosse  abbiamo proprio perso il treno della ‘Memoria’. Prima  che  certe  cose  accadano di  nuovo sarebbe  giusto  chiedersi: ma  possibile  che dopo le  peggiori torture, cotanti  barbari  eccidi,  crimini  contro l’umanità, inenarrabili disumane/orrende  sofferenze   dobbiamo  ancora  sentirci  dire: “abbiamo  solo  obbedito  agli  ordini?” Hitler diede l’ordine di radere al suolo Parigi, e sterminare tutti i  francesi,  ma da qualcuno che  portava una  divisa (e  che  aveva ancora un  barlume di  coscienza) quell’ordine non fu eseguito. Giusto per  sottolineare  l’importanza ed il valore pedagogico della  storia (che purtroppo oggi sembra non  valere più una cicca).

L’obiettivo del Viminale, si  dice,  è un progressivo declino dell’accoglienza  con il repentino svuotamento dei centri per arrivare alla loro  definitiva chiusura. Vedremo  poi  alla  fine della  fiera   quanti miliardi andranno in fumo con questo insensato shutdown all’italiana. L’importante  al  momento è  non  interferire con questo processo  dissennato e  lasciarli  fare (si  diceva  così anche al tempo delle Sturmtruppen e  dell’Apartheid  in Sud Africa quando nacquero le politiche  di segregazione razziale). E  questo  è  solo  l’inizio. Esistono molti  altri  Cara  che dovran seguire il  modello  di  questa ‘soluzione  finale‘:  a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Arcevia (Ancona), Borgo Mezzanone (Foggia), Palese (Bari), Restinco (Brindisi), Lecce, Crotone, Mineo (Catania), Pozzallo (Ragusa), Caltanissetta, Lampedusa, Trapani, Elmas (Cagliari). Saranno migliaia coloro che si ritroveranno in  ostaggio senza un posto in cui vivere con le  loro famiglie,  strappati dai  difficili  equilibri  che  s’erano  ritagliati o dalle riuscite esperienze  di  integrazione.

Credo che  al  lettore  attento  non   sarà sfuggito che  questo processo d’esilio non sta  partendo  da un Centro d’Accoglienza  qualsiasi. Perchè quello  di Castelnuovo di Porto è un Cara che  è balzato   agli onori della  cronaca  nel processo MAFIA CAPITALE.  In  6 anni di  malaffari  la  Prefettura di Roma (ed il  suo illustrissimo  Sig. Prefetto)  non  s’erano  mai  accorti  di  niente. L’esimio rappresentante del Governo incontrava anche un’indagato per associazione mafiosa (tal Buzzi)  a  sua totale  insaputa, impegnato  com’era nella  gestione d’imponenti problemi d’ordine pubblico (v . le temibili nozze gay a Roma), insomma nessuno nel Palazzo del Governo  s’è  mai avveduto delle lobby mafiose che controllavano il Campidoglio.  Poi un giorno la sconcertante rivelazione: “Sua Eccellenza il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro è corrotto!”. Di mezzo c’era un bottino colossale  come quello del Cara, il Centro Accoglienza per Richiedenti Asilo, di Castelnuovo di Porto (affidato dalla Prefettura di Roma  alla coop di Buzzi con  modalità molto, molto trasparenti),  lo  stesso centro da  cui son  stati  deportati pochi giorni fa per  ragioni  umanitarie centinaia di  migranti dal giorno alla  notte. “Deportazione“ poi sarebbe  un termine smodato se  usato a  proposito del Prefetto di Roma, perché già nel 2016 l’ex Prefetto Giuseppe Pecoraro fece deportare, pardon  accompagnare,  in  piena  notte,  dall’Italia al  Kazakistan  Alma e Alua Shalabayeva, moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov (mettendo in grave  pericolo la loro vita). Nel Processo “Mafia Capitale” Buzzi parlando col socio Guarany  disse senza mezzi termini che aveva  dei contatti ‘giusti’ per  i  suoi affarucci spiattellando  il nome del prefetto:

Guarany: «Ma Pecoraro stavo pensando»

Buzzi: «Ma Pecoraro è corrotto! Ha preso un milione di euro da Cerroni e Cerroni lo tiene per le palle, e lui stava nella cordata con la Polverini per i napoletani. E l’ha presi, ha preso i soldi da un amico dell’avvocato, gli ha dato… ma lo tira fuori perché…lo tiene per i coglioni, eh è per quello che la Roma …»

Garrone: «Aho…stiamo a parlà del Prefetto, eh!»

Buzzi: «E Massimo m’ha detto che lui al Prefetto c’arriva quando cazzo gli pare…»

 

A Castelnuovo  di  Porto (il secondo  centro rifugiati  più grande  d’Italia) dopo  anni  di perfetta integrazione col  territorio  è  quindi appena avvenuto uno sgombro di  proporzioni disumane,  con  la  divisione tra  loro di uomini, donne e  bambini. Smembrati  interi nuclei  familiari come non avveniva dalle deportazioni in certi  Lager. Il Prefetto, visto  che  dovrebbe  esser  dotato  di  autonoma coscienza avrebbe anche potuto rifiutarsi d’eseguire  un’ordine contrario  alla decenza e alla fede  cristiana (nonché alla  Costituzione  Repubblicana).  Di tutte le  Regioni solo  la  Regione  Sardegna  ha  dato il  buon esempio dicendo un netto NO  al  Decreto Sicurezza perchè “in  palese  violazione  della  nostra Costituzione Italiana” (presentato  un Ricorso alla  Consulta). Oltre  a  questo, in  tutta la  storia  della Repubblica ricordo pochissimi esempi  virtuosi, come quello dell’allora Prefetto di Roma Carlo Mosca che disobbedì al Ministro dell’interno (leghista) Roberto Maroni (si rifiutò  di  schedare e di prendere le impronte digitali dei bambini rom). Bel  gesto  d’umanità e sensibilità che  gli  costò  la  poltrona.

Non  posso manco  dire che “mi  vergogno  d’esser  italiano” visto  che  son  cittadino dello  Stato democratico di Svervegia (e me ne vanto) ma  come ‘cittadino del  Mondo’  ciò che  m’ha offeso  è che che ho visto  trattare questi miei  amici e fratelli (fratelli perché ci  piaccia o  no  discendiamo tutti dallo stesso uomo e donna)  come  immondizia  da allontanare  dalle  nostre città, come cose inutili, un comportamento moralmente riprovevole contrario ai sentimenti di umanità che rasenta – e probabilmente  sconfina – anche nel  reato di  tortura. Vorrei vedere  se vado a casa  di  un  Prefetto e mi  porto via  un  congiunto con  quelle modalità, contro  il loro volere obbligandoli a seguirmi  in  un’altra  città. M’arrestano subito per sequestro di persona. Con  i cittadini  italiani questo comportamento è un grave reato (punito con la  reclusione  fino a nove  anni  di carcere)  con  i  cittadini extracomunitari invece non lo è. Si  può  fare.

Se proprio dobbiamo ragionare in  termini di utilità sociale allora  io  mi domando:  perché non aboliamo subito anche  tutte le Prefetture  e Prefetti? (idea non  mia ma di  Luigi Einaudi). Non  si sa  bene  che  facciano (oltre ad imporre coattivamente alla  gente di recarsi dove  non  vuole andare).   Non  s’accorgono  neppure delle  infiltrazioni mafiose tradizionali  e delle   ‘mafie pulite’ (quelle che  inquinano l’economia in  giacca  e  cravatta e che  son davvero la peggiore  spazzatura da allontanare dalla nostra società). Sotto la  perfetta attenzione di chi  vigila  sulla nostra  sicurezza, le città  somigliano sempre più a repliche di Medellin e/o Gotham City dove padroneggiano  spacciatori e narcotrafficanti che  navigano in fiumi di  stupefacenti. Intanto i traffici  son in continuo crescendo ed i consumi quadruplicati tra  i minori, le morti la fan da  padrone sia  sulle strade come   sotto i ponti che crollano. Per non parlare  delle  mafie che  s’infiltrano in ogni dove  alla luce  del sole (e se  ne  impippano altamente delle interdittive antimafia delle Prefetture). Ma  questa, come ben  sapete, è  una  maxiballa perché le  mafie  e da  mò  che  si  son  infiltrate  ovunque, al  centro, al  sud, come al  nord.

So  già  che qualcuno dirà che i problemi dell’occupazione, dell’ordine pubblico, le calamità naturali e la protezione civile, in  fondo  son  tutte  incombenze che  non devono  per  forza  ricadere sulle spalle dei  Prefetti. Infatti. E allora se  non  devono  manco occuparsi  di  questo  a cosa servono? Si  occupano delle  Patenti  di  guida. Ecco. A  questo  riguardo potrei  raccontarvi  delle  storie  davvero  kafkiane  e  divertenti, come  quella dell’Agente  dell’Intelligence  Militare  sotto  processo per uno  sventato attentato sulla  Portaerei Garibaldi e relativi verbali  riservati del Comitato  per  l’Ordine  e  la  Sicurezza  Pubblica, che  da  vittima di  un sinistro stradale fu  scambiato per  tossico proprio dalle Prefetture  della Cancellieri e  Basilone (sospesa e revocata la  patente  dalle Prefetture di Genova  e  Torino).

A  ben  vedere   sono un’ingranaggio  della macchina  dello  Stato che  si sa molto bene cosa  costa ma  non  a che  serve. Perché  alla  fine dei conti  le responsabilità non sono mai di chi deve prevenire e lottare per fronteggiare la criminalità o di  questa élite di  burocrati  che  si  pappano lautissimi stipendi. Approposito sapete  quanto guadagna  un Prefetto: la pochezza di 10.000 euri  al  mese più benefits. Con  ste  generose  provvidenze  credo  bene che poi si scrivino biografie dal titolo: “Annamaria Cancellieri una  vita  bellissima” (Mondadori 16,05 Euro 113 pagg… affrettatevi è  in  promozione).

 

Se non  siete  mai  stati in un palazzo dell’Ufficio Territoriale  del  Governo fatevi  un  giretto (almeno  nelle  stanze  che  vi  permetteranno di visitare). Solitamente  sono sontuosi edifici  del ‘700 (molti sotto vincolo delle Belle Arti), infarciti  di preziosissime opere  d’arte d’ogni genere (che si potrebbero  benissimo privatizzare con  conseguente consistente gettito per le  casse  dello Stato). Sono dimore principesche, tutte  ben ristrutturate perché ciclicamente  arriva il nuovo prefetto di  turno che vuole il cesso orientato a oriente   con annesso  bagno turco, idromassaggio, marmi verdi,  hamman ed arredo con ampia  veranda stile ‘giardino d’inverno‘. Invece i molti faraonici saloni (chiusi  alla plebaglia) son  molto più utili per private  libagioni e banchetti luculliani a base di  tartine al caviale e aragoste perché poi “arriveranno ospiti i cugggini dello zzzio dell’ambasciatore de tua sorella del burkina di Canicattì” (ovviamente il tutto pagato da voi contribuenti). Memorabile il caso del  water d’oro zecchino alla  Prefettura di  Genova. Se  no in  questi funesti tempi  di  dichiarato rigore  dove mai potrebbero poggiare le loro regali terga i capi di gabinetto?

Che poi non  è  vero  del  tutto  che  i  Prefetti c’hanno un  mattone a posto  del  pericardio, perché  a ben  vedere, la telenovelas dell’ex Prefetto di Genova Annamaria Cancellieri  e  la Famiglia Ligresti dimostra l’esatto  contrario. Quando scattarono le  manette   per i falsi  in bilancio aggravato, manipolazione  del  mercato, infedeltà patrimoniale, falso  in  prospetto,  e ostacolo  all’attività di  vigilanza,  l’ex Prefetto Cancellieri (diventata nel frattempo  Ministro di Grazia e Giustizia) ebbe toccanti parole  di  umana comprensione. Si  legge  dal  brogliaccio dell’intercettazione  telefonica della Cancellieri  con un’utenza intestata ai Ligresti:

Sono  Annamaria,  sono mesi  che  ti  voglio telefonare per  dirti  che  ti  voglio  bene… perché  te lo devo  dire,  ti  voglio  bene… ti voglio bene  da  morire … comunque  guarda  qualsiasi cosa  io  posso  fare conta su  di me … però  qualsiasi  cosa,  con  tutto  l’affetto  di sempre… se  tu  vieni  a Roma, proprio  qualsiasi  cosa  adesso serva, non fate  complimenti guarda,  non  è  giusto…”.

 

Commovente vero? Mentre  l’ex Prefetto   Cancellieri interponeva i  suoi  buoni uffici per consolare dei  poveri cittadini sventurati perseguitati dalla  Giustizia, altri infedeli funzionari dello Stato invece utilizzavano gli  uffici  delle  Prefetture per  tornaconti personali, pastette  e/o   per coltivare loschi affari privati. Son emersi sti  andazzi nel corso delle perquisizioni nelle Prefetture di Padova e Venezia  dove  l’ex Prefetto  (poi dislocato a Bologna), che  sotto  intercettazione,   proprio a proposito dei  migranti diceva:  “Ne abbiamo fatte di porcherie“. Per non parlare di tutti quei  furbetti di Prefetti,  Vice-Prefetti e  funzionari prefettizi  indagati per corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio e abuso di potere in vantaggio di  società  ed in danno di altre  o  addirittura Prefetture  (come Crotone) oggetto di indagini da parte della Procura distrettuale antimafia per aver gestito con disinvoltura enormi flussi finanziari (è  il caso del più grande centro d’accoglienza per immigrati esistente in Europa il Cara di Isola Capo Rizzuto). Ancora di  pochi  giorni  fa  la notizia da  Aosta che  la  Valle  fa  gola  alle cosche e che puntano   ad influenzare  chi  governa (chi  doveva vigilare sino a  oggi non  si è mai accorto di  niente).    Ma  potrei citare  molti altri presidi territoriali caduti  sotto la  scure degli  inquirenti, come la Prefettura di  Romadi Savona, Prefettura di Aversa, di Palermo, di Salerno, di Ragusa, di Asti, di di Napoli, di Treviso, di Venezia, di Pescara, dell’Isola d’Elba, Prefettura di Frosinone, Prefettura di Torino, di Genova, di di Agrigento, di Rimini, di Pistoia, di Alessandria, di Padova, di Rovigo, di Livorno, di Vercelli, di Bologna, di Prato, di Lodi, di Cuneo, di Reggio Emilia, di Modena, di Avellino, di Benevento, di Reggio Calabria, di Oristano, di Caserta, e… dulcis  in  fundo anche il  capo  di  tutti i  Prefetti  italiani, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini.  Chiudo quì  l’elenco perché potrei scrivere ininterrottamente   sino al  prossimo  Giorno  della  Memoria.

Ai nostri giorni, con la velocità delle comunicazioni materiali e immateriali fra centro e periferia e con il rafforzamento dei poteri di Comuni e Regioni, questo carrozzone   tricolore  è divenuto un organismo del tutto inutile. In tempi di spending review come  questi, i risparmi che si potrebbero ottenere eliminando centinaia di prefetti/prefetture, migliaia  di inutili funzionari, vice-prefetti, segretari,  vice-segretari ed uscieri sarebbero immensi (più di  10  miliardi di euro  all’anno). Ci facciano  un  pensierino i PentaLeghisti.

Deportare  le Prefetture,  pardon chiuderle,  non sarebbe  poi  così  complicato. Non sarà neppure  necessario fare  delle preliminari  analisi  costi-benefici. Il timing dell’operazione è presto fatto: domattina stesso  si  selezionano tutti  i funzionari prefettizi che  non hanno  ancora raggiunto  quota 100 ed ancor utili al mercato del lavoro (purché residenti nel  territorio dello Stato da almeno 10 anni). Con il coinvolgimento di comuni e servizi sociali, il centro  per l’impiego li metterà sul fatto  compiuto finalizzando con  loro un “Patto per il lavoro e l’inclusione sociale” attorno al quale sarà  regolamentata la nuova prestazione. Non avranno  modo di stare al  poltrire  sul divano perché nei primi 12 mesi i ‘navigator’ formuleranno  un’offerta lavorativa entro 100 km da casa ‘che  non  potranno rifiutare‘, se la rifiutano verrà proposta una  seconda chanches d’impiego entro i 250 km dal  domicilio. Nel frattempo potranno beneficiare d’un  sussidio solo se rispetteranno alcune condizioni essenziali (come mandare i figli a scuola, impegnarsi a non assumere alcolici ed attivarsi  in  opere  di  elevato valore  sociale  in favore  di migranti  etc  etc,  solo per citare alcuni esempi). Terza opzione, anche su  tutto  il territorio nazionale. Se rifiutano pure  quest’ultima  opportunità, allora i  ‘terminator’ preleveranno  padri, madri e figli  dalle  loro dimore, separandoli  e mandati nottetempo da  qualche  parte  (senza preavviso). Non potranno rifiutare tre offerte di impiego, pena la perdita dal sussidio ed il beneficio delle indennità. Sono esclusi dai  benefici i proprietari di grandi auto, moto e barche di lusso nonché i  possessori di  gabinetti tempestati di pietre  dure e gemme  preziose. Per le dichiarazioni mendaci, oltre alla decadenza e al rimborso dei sussidi, si rischiano da 1 a 6 anni di carcere, in proporzione alla gravità del reato commesso, il che  determinerà la deportazione  immediata  in uno dei Cara disponibili, che nel  frattempo saranno stati all’uopo ristrutturati. Con ‘timbro della  vergogna’ e  tatuaggio d’inchiostro indelebile sull’avambraccio di tutti i  rei.

A  Roma  oggi è  già  domani. Tutto è bene quel  che  finisse  bene. Okkio che adesso  c’è Salvini e nessuno potrà  più  fare  il  furbo.

Attenzione, perché …   a  volte  la  storia  si  ripete.