Se fosse una partita di calcio, si direbbe: 1 a 1, palla al centro!
Ma stiamo parlando delle elezioni che si sono svolte ieri in Emilia Romagna, dove ha vinto il candidato della sinistra, e in Calabria, dove invece si è affermato il candidato della destra. Anzi la candidata della destra.
Mentre mi preparavo a vivere una giornata in cui tutte le forze politiche in campo avrebbero sbandierato schiaccianti vittorie e l’evidenza di un cambiamento delle forze di governo da parte di uno dei due schieramenti e la conferma delle azioni portate avanti dall’esecutivo, da parte dell’altro, ho scoperto che è molto più avvincente un pettegolezzo emerso durante la campagna elettorale della candidata calabrese.
Naturalmente si fa per dire.
Dunque, mi hanno riferito (ammetto la mia assoluta ignoranza) che Jole Santelli, il neo governatore della regione Calabria, durante un comizio della campagna elettorale per la corsa al posto in questione, è stata presentata da Silvio Berlusconi (la Santelli milita in Forza Italia dal 1994) come colei che “non gliela ha mai data”.
Ho scoperto, intanto, che stiamo parlando di una donna che ha conseguito una laurea in giurisprudenza, fatto carriera come avvocato in noti studi legali e, da quando è entrata in politica, ha pure rivestito importanti cariche pubbliche.
Avere resistito a Berlusconi, “non avergliela data”, ai miei occhi è un merito notevole, ma sbandierarlo in una campagna elettorale….
Siamo d’accordo, non è stata la signora Santelli a tirare in ballo la notizia, ma il leader del suo partito. Ma non mi risulta che lei in qualche modo abbia obiettato sul cattivo gusto del commento, ché sulla veridicità non entro neanche nel merito. Perché quello che proprio non sopporto è come molte donne tollerino di essere valutate secondo parametri maschilisti e sessisti.
Quando ne ho parlato con mia figlia, mi ha guardato stupita che non conoscessi la vicenda e, dopo avere smanettato con il suo iphone (come invidio questa capacità …!) mi ha mostrato il video in cui Berlusconi pronunzia la fatidica frase e, dopo avere smanettato per altri pochi secondi, mi ha mostrato un altro video, stavolta l’oratore era Amadeus, il conduttore del prossimo festival di Sanremo, che nel presentare lo staff che lo affiancherà nello spettacolo, ha affermato di avere scelto una delle sue partner perché, oltre ad essere una bella donna (fin qui, niente di male, la ragazza in questione lo è veramente ed è un piacere guardarla) è, soprattutto, una donna capace di stare con un grande uomo, sapendo restare un passo indietro!
Non ho mai visto il Festival di Sanremo e, se questo è il livello, sono ben contenta di non averlo fatto! Non mi piace e non ritengo sia un’esperienza qualificante. Mi trovo costretta tuttavia a parlarne, perché questa proprio non la mando giù.
Francesca Sofia Novello, la vedette in questione, prima di essere la fidanzata di un campione di MotoGP, è un’affermata indossatrice e, inoltre, con tutta la stima, l’ammirazione e la simpatia per il suo fidanzato, non mi sento proprio di definire Valentino Rossi, un grande uomo.
Ma questo oramai è il mondo che ci circonda ed i valori propugnati. Assoluta carenza di ideali, etica e buon gusto. Ignoranza e maleducazione, invece imperversano soprattutto nel mondo di coloro che vogliono apparire. Titoli di studio, master, esperienza, conoscenza delle lingue, prestigiosi curricula, condizionano la nostra carriera lavorativa. Sembra invece che la classe politica, cioè chi è preposto a governarci, a legiferare, a rappresentarci nel mondo, e la gente di spettacolo, cioè quelli che propongono ai giovani modelli ed esempi ritenuti vincenti, siano esenti da quelle basilari leggi che regolano il mondo del lavoro. Chissà se farebbero carriera, dovendo presentare un curriculum …
Pensavo che almeno l’emancipazione femminile non fosse messa in discussione, che le donne ormai rifiutassero l’atavico ruolo di angelo del focolare, che fosse stato ampiamente dimostrato che il loro quoziente intellettivo non è, a priori, al di sotto di quello maschile, che la sottomissione femminile appartenesse al passato.
Ma evidentemente il femminicidio, è molto più diffuso di quanto si possa ritenere. Le troppo numerose donne morte per mano di mariti, fidanzati, fratelli, padri che non riescono ad accettare e rispettare nella donna la libertà di pensieri e scelte, non sono che le vittime eccellenti, la punta di un iceberg molto più profondo e ramificato che continua ad infierire su tantissime donne, troppo spesso complici dei loro stessi carnefici, di coloro che con pressioni psicologiche e prepotenze intellettuali le relegano ad un posto secondario.
Mi piacerebbe che quest’anno gli alberi di mimosa conservassero la loro luminosa fioritura fino a primavera inoltrata e che al gozzovigliare di una sola serata le donne, le giovani donne, fossero in grado di opporre la consapevolezza della loro dignità per 365 giorni.