Non c’è un momento migliore per affrontare l’argomento relativo ai crimini dei colletti bianchi della finanza. Un tema particolarmente caro a noi di Themis & Metis. Proprio oggi ho letto della prestigiosa Banca Carige, Cassa di Risparmio di Genova e di Imperia, che è stata commissariata dalla BCE. Questo m’offre l’assist per spiegarvi come han fatto alcuni dipendenti infedeli di Banca Carige a truffare la loro Banca, nonché la sua clientela. La Banca, almeno in questo caso, dovrebbe esser parte lesa. Scoprirete che vi son 1000 e 1 modi per farlo mentre un tempo v’erano solo due modalità per saccheggiare gli sportelli. Quali?
Quello classico del bandito metropolitano (quotidianamente descritto dai mezzi d’informazione) che rapina pistola in pugno. Spesso e volentieri pochi spiccioli e talvolta senza manco puntarti la canna. I malviventi più sfigati con pochi mezzi addirittura con un rudimentale taglierino. Poi c’è il furto con destrezza di alcune bande, pardon banche, specializzate nel traslare sulla clientela le loro perdite.
Come nel caso dei titoli spazzatura in portafoglio a molte di queste, appioppati agli ignari risparmiatori spacciandoli per investimenti remunerativi e altamente redditizi (vedi i casi Cirio, Parmalat, Bond Argentini, Banche Venete, Montepaschi, etc etc), veri e propri atti predatori che negli ultimi anni hanno massacrato e decimato senza pietà le sostanze di migliaia e migliaia di piccoli e grandi (ora poveri) risparmiatori italiani traditi.
I cd ‘Bankster’ come li chiama Elio Lannutti. Non c’è niente di peggio d’una banca che ruba ai suoi clienti. Ma questo, se gradite, sarà il tema d’un prossimo interessante approfondimento. Oggi invece accenderemo un riflettore sulle ruberie forse meno conosciute fra tutte, i furti bancari di cui spesso i giornali ignorano l’esistenza, perché le banche si guardano bene dal dirlo e a volte persino dal denunciarlo all’Autorità Giudiziaria. Nonostante questi gravi atti di ladrocinio violino con tutta evidenza le norme del codice penale.
Per intenderci, sto parlando di furti dall’interno, da parte di alti funzionari dirigenziali, direttori di banca e capi filiale, non ‘impiegatuccoli’ di quart’ordine o le ultime ruote del carro. Direte, ‘Belin’ se la Banca dà il cattivo esempio i dipendenti seguono solo le orme del maestro. Naturalmente non mi sto riferendo all’ex Pontifex Maximus di Carige Rag. Giovanni Berneschi (che comunque è stato arrestato e condannato a 8,7 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e il riciclaggio).
Sta di fatto che con ciclica periodicità, la Banca genovese ha registrato una serie impressionante di furti in guanti bianchi (veramente tanti). Appropriazioni indebite a raffica accomunate tutte da un unico comune denominatore: arraffare con fantasia, con stile e nonchalance. Alcune anche con particolare raffinatezza, abilità e destrezza. Ed in caso di sgamo la parola d’ordine è sempre una: “NEGARE L’EVIDENZA”. Furti senz’armi dicevamo perché storie di funzionari di banca che delinquono in giacca e cravatta.
Per raccontarvi quest’inedito (ma neanche poi tanto) ‘dietro le quinte’ di una delle Banche più amate dai genovesi, dovrei necessariamente prendere spunto da un paio di dossier come quelli che titolano: “Carige S.p.A. Cassa di Risparmio di Genova e Imperia – Procedimenti disciplinari contro dipendenti infedeli”. Son pagine amare di storie reali, che raccontano, nero su bianco, alcune di queste vicende. Dal momento che contengono alcuni dati sensibili ometterò il giusto, come pure il cognome dei protagonisti per opportune ragioni di privacy.
1) Ragionier Mauro Le…. Capo reparto all’Agenzia 4 di Banca Carige. Si appropria indebitamente di una bella sommetta (alcuni milioni di Lire) utilizzando a più riprese assegni tratti sui conti di ignari clienti della banca, da lui compilati falsificando la firma dei rispettivi titolari. Ha operato ai terminali utilizzando la matricola di altri ignari dipendenti Carige e falsificando la sigla di un collega dipendente “vistando” alcuni di questi assegni negoziati di frodo. Come potete riscontrare impossessarsi di somme di denaro di proprietà dei clienti – per chi lavora in banca – è relativamente semplice. Niente revolver, niente cutter.
Lavoro pulito e liscio. Come l’acqua. Ma com’è possibile che un cassiere abbia la disponibilità di blocchetti di assegni di un correntista? In questo caso è relativamente semplice semplice. Una cliente entra in banca per un’operazione e rinviene un blocchetto con 10 assegni di Banca Carige incustodito. Lo consegna prontamente al fido Ragionier Mauro Le… dipendente della banca. Pfiuuuu. Meno male. L’avessero perso in strada sai quanti furfanti e malandrini che ci sono pronti ad approfittare. Il ragioniere che fa? Se li compila e li usa per prelevarsi tutte le palanche che gli servono (diversi milioni mica spiccioli).
Con alcuni milioni (15 milioni per l’esattezza) subito dopo uno dei tanti scippi ha in buon gusto di aprire anche un libretto al portatore a nome della suocera. Poi dicono che i generi son ingrati. I titolari dei conti quando s’avvedono di tutti quei prelievi (per giunta con assegni da loro firmati) hanno un coccolone. Nel fascicolo c’è una foto dello sventurato correntista non appena ha appreso dell’ammanco. Morale: se perdete un blocchetto d’assegni in banca pensateci bene due volte, anche tre, prima di lascialo al cassiere! Non si sa mai.
2) Rag. Franco Ni…. Assunto in Carige con la qualifica di Capo reparto c/o l’Agenzia 13 di Genova. Approfittando della sua posizione di terminalista cassiere s’impossessa di rilevanti somme di denaro di proprietà di sfigati clienti di Banca Carige ponendo in essere artifici contabili e le classiche falsificazioni di firme. Un cliscè abbastanza consueto e ben rodato. I clienti della banca però s’accorgono che sui loro conti qualcosa non quadra.
Vanno in agenzia, estratto conto alla mano, e incazzati neri contestano i numerosi (ingenti) prelievi che loro non hanno mai effettato. Prima 5 milioni, poi 10, poi altri 5, e ancora 5, 10, 3, 8, 11, 12 … tombola. Il saldo del C/C è da shock. Le indagini ispettive appurano che i prelevamenti son stati effettuati utilizzando gli appositi moduli in bianco in dotazione a tutte le filiali. Un perito incaricato certificherà addirittura che alcune delle firme apocrife apposte dal dipendente infedele sui moduli, son invece autentiche (vero artista il terminalista cassiere).
Com’è possibile? In realtà il cassiere/fantasista, durante un’operazione del correntista, con un banale pretesto ha fatto sottoscrivere dei moduli in bianco che poi ha imboscato e utilizzato per i prelievi. Durante le indagini interne condotte da Banca Carige il ragioniere si discolpa portando in sua difesa corposissimi argomenti di difesa del tipo: “scusate ma non ricordo”. Comunque al Ragionier Ni… và senz’altro il pregio d’aver cambiato un assegno all’uomo invisibile.
Uomo invisibile disonesto che ha raggirato il malcapitato ragioniere facendosi consegnare 12.500.000 lire. L’omino invisibile ha anche esibito un suo documento di identità per convincere il cassiere della legittimità dell’operazione di prelievo. I dati del documento però non risultano trascritti da nessuna parte (forse su un foglietto andato smarrito) potrebbe anche più banalmente trattarsi d’un normalissimo caso di paranormale (il cassiere ha effettivamente scritto i dati dell’uomo invisibile con dell’inchiostro invisibile).
Logicamente Banca Carige non ha creduto alla versione del Rag. Franco ed è andata a vedere i filmati delle videoregistrazioni di quel giorno. Appurando che davanti alla cassa del rag. Franco, quel giorno, a quell’ora, non s’è presentato alcun signore a prelevare la somma di 12.500.000. Ma è ovvio era l’uomo invisibile (non è che da piccino il ragioniere leggeva troppi giornaletti dei Fantastici 4?). Consiglio pratico: se in banca vi stordiscono con 1000 discorsi e vi fanno autografare alcuni moduli in bianco sinceratevi che quelli inutilizzati per l’operazione che state compiendo siano poi stracciati in 1000 pezzi. Sennò son ca…i vostri.
3) Geom. Enrico Co…. Assunto in Carige come impiegato di 4° grado presso il Centro Servizi con funzioni di vice direttore della Filiale Carige di Carrara/Avenza. Un vero Robin Hood dei giorni nostri (lo diciamo senza ironia non è uno scherzo). Per il rimosrso s’è anche autodenunciato alla banca. Il geometra ha posto in essere numerosissime irregolarità operative ed artifici contabili allo scopo di evitare il protesto di assegni ed effetti a clienti che versavano in gravi difficoltà finanziarie cercando nel contempo di non danneggiare la Banca (“versavano” non nel senso che portavano i soldi in banca … al contrario).
Ha inoltre fornito in più occasioni somme di denaro a clienti e a terzi ad insaputa di Banca Carige pare senza lucrare alcunché. Giustamente ognuno aiuta il suo prossimo come può. In India, dopo Gandhi si è dato una mano ai poveri con il microcredito, in Italia i Direttori di Banca più lungimiranti elargiscono soldi a chi ne ha bisogno. Più che una sanzione disciplinare avrei dato una bella stretta di mano al Geom. Co…
4) Invece il Rag Mauro Bo….. mette le mani nella marmellata e quando viene sgamato fornisce una giustificazione stravagante al limite del surreale. Al ragioniere la Carige contesta la creazione di fittizie temporanee disponibilità finanziarie sui propri conti correnti finalizzate a compiere operazioni di speculazione su titoli. In pratica l’integerrimo dipendente Carige non ruba niente a nessuno ma con un tocco di bacchetta maciga (un click sul computer) fa figurare sui suoi conti palanche che non esistono. Che c’è di male. Lo fa anche lo Stato in altro modo. Si stampa soldi che non esistono, dal nulla e li mette in circolo, senza alcuna provvista (v. su vikipedia alla voce “Signoraggio”).
In una lettera di giustificazioni inviata alla Direzione di Banca Carige (che trovate tra gli allegati pdf) il Rag. Mauro scrive “… le fittizie temporanee disponibilità finanziarie su rapporti di conto corrente a me intestati son dovuti al fatto di aver eseguito le operazioni in titoli per non ostacolare il mio lavoro di terminalista cassiere … avendo lavorato molte volte in agenzie dotate di una sola cassa avevo preso l’abitudine, anche quando c’erano più casse, di fare le mie operazioni da solo, cosa nata anche per non disturbare i colleghi impegnati in altre operazioni … ora mi rendo conto che tale comportamento era altamente scorretto”. Che dire, se il figliol prodigo è pentito c’è da crederci e và accolto da mamma Carige a braccia aperte (occhio ai computer però e metteteci un bel lucchetto e qualche robusta password).
5) Rag. Carlo Ca……, funzionario di 2° grado Carige è assegnato all’area Tesoreria e Cambi dell’Area Alta Finanza. Un pentito del furto. Nel corso delle indagini ispettive è emerso che per impedire che venissero alla luce gli scippi di denaro perpetrati ha utilizzato propri fondi personali per ripianare agli ammanchi. Il Ragioniere disponeva operazioni a termine di acquisto e vendita di divise estere per importi rilevanti ad insaputa di Banca Carige, traslando sulla banca le eventuali perdite che si andavano delineando (chiamalo scemo).
Per evitare d’essere identificato usava elementi identificativi di altri dipendenti (the fox). Un cliente della banca è rimasto così soddisfatto del menagè del fantasioso ragioniere da essere indotto a dare in gestione a Banca Carige la quasi totalità del suo patrimonio mobiliare (il crimine a volte dà i suoi frutti). Per scongiurare il ripetersi di tali azioni truffaldine Banca Carige poi delibererà di adottare “opportuni accorgimenti” presso l’ Ufficio Cambi, come quello di installare un sistema di registrazione di tutte le comunicazioni telefoniche (per ovviare ai rischi conseguenti ad eventuali contestazioni di ordini telefonici di compravendita di valuta estera). “…si ritiene opportuno evidenziare che a giudizio della Funzione Ispettorato l’introduzione delle innovazioni di cui sopra paiono idonee a prevenire i rischi di eventuali analoghe irregolarità amministrative e procedurali suscettibili di arrecare danni all’azienda” Recita asetticamente il verbale ispettivo di Banca Carige del 15 febbraio 1996. Chissà che ne pensa il Garante della Privacy.
6) Marie France Ja….. e Francois Ca….. dipendenti Carige della succursale francese di Nizza. Uno cassiere della filiale e l’altra espertissima del settore affidamenti. Così “esperta” che ha concesso crediti ed agevolazioni ad una società cotta, decotta e strafallita. Il sospetto è che si sia trattato d’una vera e propria connivenza ai danni di Banca Carige. Una licenziata in tronco all’altro una tiratina d’orecchi (ammonizione scritta).
7) Geom. Flavio Fe……, Vice Capo Ufficio Area Tecnico-Patrimonio. Banca Carige contesta al geometra di essersi impossessato di varie somme di denaro a fronte di false spese relative attività svolta presso l’Ufficio Tecnico Erariale per le pratiche catastali relative agli immobili di proprietà di Banca Carige. In più occasioni ha utilizzato allo scopo alcuni moduli della banca infedelmente compilati nonché documentazioni di spesa in moduli catastali materialmente falsi. Anche in Carige Photoshop è protagonista. I moduli contraffati dal geometra venivano ricostruiti dal geometra con l’ausilio del computer.
8) Massimo Fe……, dipendente Carige assegnato all’Economato/Sicurezza con mansioni di guardiolista presso la Sede centrale di Banca Carige (Via Cassa di Risparmio). Non ha rubato niente, però è un tipino irascibile che se gli girano le balle fa più danni della banda del buco. A seguito del fastidioso protrarsi del suono dei dispositivi d’allarme il guardiolista, del tutto involontariamente, durante uno scatto d’ira prende a mazzate e distrugge la centralina di controllo antintrusione della banca.
Agisce in preda a scatti d’ira irrefrenabili da addebitarsi a precari stati di salute psichica (presentato un’attestazione medica che certifica una “forma di nevrosi con manifestazioni di tipo ansiosodepressivo e agitazione psicomotoria”). In un’umano slancio di solidarietà (questo và dato atto alla banca) Carige ha licenziato il dipendente e poi lo riassume viste le precarie condizioni economiche della famiglia. Decisamente un bel gesto (inusuale per certe banche). Consiglio: se andate a cambiare un assegno in Via Cassa di Risparmio (sede), a scanso di sorprese, girate pochino al largo dalla guardiola. Non si sa mai che sia nei pressi Mauro Fe….
9) Rag. Enrico VE.. assunto in Carige con in grado di Capo Ufficio e posto alle dipendenze della filiale Carige di Sanremo. Al rag. Enrico Banca Carige contesta variegate irregolarità nel periodo in cui era Direttore della Filiale Carige di Dolceacqua. Il rag, Enrico racconta che un losco figuro un giorno entra in agenzia, apre un conto senza metterci una lira, e minaccia di morte lui e la sua famiglia. Il brutto ceffo ha un’attività dichiarata fallita anni addietro ed è stato segnalato ai Carabinieri per porto abusivo d’arma. Il ragioniere impaurito fa un bonifico di 10 milioni di lire sul suo conto del malvivente prelevandoli da un altro conto. Ravvedutosi fa un “mea culpa” cercando di “aggiustare” la situazione coprendo l’ammanco con propri soldi.
Il correntista Carige truffato che si ritrova senza i soldi sottratti querela Carige ed Capo ufficio. Finisce tutto a tarallucci e vino. La Banca commossa dalla toccante storia perdona lo sventurato Rag. Enrico che riaccoglie a braccia aperte in seno a mamma Carige. Proprio vero che la realtà a volte mette la freccia… e supera di gran lunga la fantasia.
Queste sono solo alcune delle storie trascritte nei memoriali riservati di Banca Carige, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia. Solo alcune delle centinaia di furti, ammanchi, ladrocini, sottrazioni, ruberie, ladrerie, mariuolerie all’ombra della Cassa di Risparmio. Ma non posso raccontarveli tutti, starei qui fino a dopo-domani, per il momento ve li ‘risparmio’ (scusate il bisticcio).
Questo racconto non ha la presunzione di spiegarVi perché Carige oggi si trova in questa condizione così disastrosa, Ma fornisce degli utili indizi, perché certe cose nascono da molto, molto lontano. Come insegna la Fisica degli Effetti Dinamici con la ‘teoria del caos’. E’ l’effetto farfalla: un battito d’ali quì, può causare una catena di ‘effetti domino’ scatenando un’uragano a migliaia di chilometri di distanza.
Evito di commentare, se vi garba fatelo voi, io stenderei il consueto velo pietoso (ho ancora qualche molletta di riserva a disposizione). Giudicheranno i posteri, o come si suol dir: “sarà poi la Storia a giudicare” (avrei gradito anche qualche Tribunale).