Alessandra Ruffini

Angelo Vassallo. Il Sindaco pescatore. il 2 settembre ad Acciaroli marcia in sua memoria

E’ stato ucciso un Sindaco.

E’ stato assassinato un rappresentante dello Stato.

Era il 5 settembre del 2010, sono già trascorsi 13 anni, eppure quei nove colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata, in una sera di fine estate, risuonano ancora fortissimi.

Il Sindaco Vassallo rappresentava la buona politica:il sindaco pescatore che si è messo a totale disposizione della propria comunità e di una terra difficile, amata e maledetta. Un angolo di paradiso, quello di Pollica, un borgo che grazie alla tenacia e alla lungimiranza di Angelo Vassallo è riuscito a trasformarsi completamente tanto da diventare un’importante meta turistica che vanta uno dei mari più belli dello stivale.

Vassallo conosceva la sua gente, una comunità che andava presa per mano, educata al senso civico e al rispetto delle regole; c’è voluto tempo, ma l’impegno totalizzante e le capacità amministrative del sindaco pescatore hanno risvegliato, nei suoi concittadini, l’amore per il territorio e la voglia di riscatto.

Naturalmente il rispetto della legge e la trasparenza nella gestione della cosa pubblica danno noia a chi utilizza la politica e il potere per gestire loschi affari privati.

Angelo Vassallo dava fastidio: si era “messo in mente” di cambiare le cose ed ostacolare delinquenti e camorristi. La cura del territorio, la tutela dell’ambiente, la dieta mediterranea, la bellezza come filosofia della politica erano i principi alla base del suo agire.

La vicenda giudiziaria relativa all’omicidio di Vassallo è ancora aperta; la verità tarda ad arrivare, ma il cerchio si sta stringendo intorno ai responsabili materiali e morali.

Al momento sono indagati soggetti legati alla camorra, alcuni imprenditori e tre carabinieri.

Tredici anni sono tanti, troppi.

In questo lungo periodo se da un lato la morte di Angelo ha segnato la fine della vita di un uomo straordinario, dall’altro ha dato vita ad una mobilitazione che ha varcato i confini locali per attraversare tutto il paese ed oltre.

Da nord a sud il nome di Vassallo riecheggia con tutta la sua forza: nelle scuole, nelle biblioteche, nelle sale comunali, nei parchi. Il sindaco di Pollica è qui a ricordarci che le cose si possono cambiare, che la morte non cancella ma moltiplica l’esempio, che fare squadra rende forti e che, quelli intenti ad insabbiare e infangare, verranno spazzati via dalla verità e dalla potenza della giustizia.

Nei tredici anni che ci dividono da uno dei peggiori delitti italiani, la politica non ha fatto il proprio dovere; il Pd, il partito di Vassallo, ha trattato questo omicidio come un caso di cronaca nera. La violenza e la tragicità del delitto avrebbero dovuto portare i vertici del partito ad impegnarsi in prima linea nella ricerca della verità o, quanto meno,a fare pulizia al proprio interno, allontanando ambigui personaggi che non hanno esitato a definire “nemico” il primo cittadino di Pollica.

In questo tempo c’è stato invece un silenzio colpevole e pesantissimo, tranne rare eccezioni.

La Fondazione Angelo Vassallo è riuscita a fare quello che né magistrati né politici hanno fatto: tenere alto il nome di Angelo e la sua storia personale.

Quando un uomo delle istituzioni viene ammazzato per aver amministrato bene ed aver ostacolato il malaffare, non si tratta più di una questione locale o di un omicidio come tanti: quello di Pollica è un crimine che pesa sulle coscienze di tutti e che si fa devastante per la tenuta democratica della Nazione intera. Angelo era un servitore dello Stato che non si è fermato, non ha piegato la testa nonostante il rischio che sapeva di correre e nonostante la solitudine alla quale lo avevano condannato molti “colleghi”.

Anche quest’anno ci sarà la Marcia per Angelo Vassallo, il 2 settembre ad Acciaroli.

Sarà importante vedere la partecipazione dei cittadini, della società civile, della gente comune che si ritrova nell’esempio del sindaco Vassallo.

Sarà importante capire chi ci mette ancora la faccia e non dimentica.

Sara’ interessante annotare le assenze perché esserci ha un significato chiaro così come il restarne fuori.

 

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