Valentina Vadalà

Quartiere Brancaccio: lo Stato da che parte sta ?

Dai proclami di Del Rio al completo abbandono di aree come il quartiere  Brancaccio di Palermo dove né autombulanze né mezzi dei Vigili del Fuoco possono accedere per l’impossibilità di uscirne agevolmente. Un  budello interdetto anche ad autobus e mezzi per la raccolta dei rifiuti

Lo scorso 10 ottobre è stata firmata la convenzione con 7 delle 10 regioni coinvolte nel sistema di interconnessione ferroviaria con la rete nazionale ed europea: Puglia, Campania, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Friuli Venezia Giulia in base ai progetti presentati riceveranno finanziamenti per circa 300 milioni di euro.

Le altre tre regioni che non sono rientrate in questa tranche di finanziamento, ma che fanno parte del piano, Piemonte, Umbria e Veneto a breve riceveranno finanziamenti per poco più di 17 milioni di euro. Altri 398 milioni sono invece destinati alle linee regionali isolate, per un complessivo finanziamento di circa 700 milioni.

Scontata dunque la soddisfazione manifestata dal ministro Delrio per avere onorato un tale impegno e senza omettere un doveroso omaggio alle vittime di incidenti ferroviari.

In un’Italia assetata di lavoro, infrastrutture e sicurezza la notizia ha avuto il giusto risalto e sicuramente RFI (Rete Ferroviaria Italiana, la società di diritto privato partecipata al 100% dalle Ferrovie di Stato) si è garantita un binario (è proprio il caso) privilegiato nel percorso che porterà all’approvazione dei relativi progetti, gestiti da ITALFER spa, altra società partecipata del gruppo FF.SS. nata nel 1985 per promuovere l’eccellenza dell’ingegneria ferroviaria, dal progetto alla direzione dei lavori.

E d’altronde il frutto di cotanta intelligenza a servizio della collettività quale intoppo potrebbe avere nel suo viaggio verso la realizzazione? Nel 2001, sempre nell’ambito di strategie volte a garantire la sicurezza ferroviaria ed ottimizzare l’efficienza dei treni, a Palermo in sede di conferenza speciale di servizi, con la partecipazione di tutti i rappresentanti di amministrazioni ed enti coinvolti, era stato approvato un progetto generale per il raddoppio della linea ferroviaria e l’eliminazione dei passaggi a livello ancora funzionanti.

Si tratta dell’intervento noto come Passante Ferroviario di Palermo e cioè l’attraversamento urbano della linea ferroviaria da Palermo verso Trapani che a sud confluisce nella linea che, sempre da Palermo, va in direzione Messina per un totale di 30 km, di cui 20 in ambito urbano e, di questi, 7 in sotterraneo. Il primo stralcio messo in cantiere riguardava il tratto adiacente la Stazione Centrale, provenienza Messina, con l’eliminazione di alcuni passaggi a livello, fra cui quello sulla via Brancaccio.

La via Brancaccio è un’antica strada che collegava una porzione della campagna palermitana con la città, lungo il cui tracciato si sviluppò l’omonima borgata, una delle 46 sorte intorno a Palermo, oggi totalmente inglobata nella periferia meridionale della città. Sebbene un tempo caratterizzata dall’amenità dei luoghi e da una garbata edilizia storica, la borgata deve – purtroppo – la sua fama a fatti di cronaca tra i più efferati e nefasti legati alla mafia che proprio qui ha una delle sue principali roccaforti. Per citarne uno fra tutti, l’uccisione di padre Puglisi che aveva tentato di togliere i ragazzi dalle strade offrendo degne alternative all’arruolamento nelle sue fila.

Un rione dunque dalla fama assai negativa che, tuttavia non meritava di essere dimenticato dal progetto delle ferrovie, deficitario tanto sotto l’aspetto tecnico quanto quello urbanistico, per non parlare poi degli aspetti sociali.Dal punto di vista tecnico, infatti, il progetto era assolutamente carente in quanto concepito come opera funzionale a sé stessa che ignorava il contesto in cui doveva inserirsi, compreso il realizzando Collettore sud della città.

Si sono manifestati subito gravi inconvenienti al sistema di scarico delle acque perché così come previsto in progetto era insufficiente al punto che si è reso necessario adottare una soluzione temporanea, usufruendo del tratto di collettore fognario già realizzato come serbatoio di laminazione a servizio del sistema delle acque meteoriche della piattaforma ferroviaria e di quella stradale realizzata da RFI.

Ma se una serie di accorgimenti sono stati trovati per risolvere le carenze progettuali, nell’indifferenza generale nessun tentativo è stato fatto per risolvere la cesura della strada, e pensare che per la zona nord della città, quella della borghesia, si è ricorsi a Marisol, una moderna TBM (dal nome assai suggestivo), conosciuta come talpa, con il compito di scavare chilometri di gallerie per cercare di non intaccare l’integrità delle zone residenziali.

Dall’oggi all’indomani, invece, una invalicabile barriera ha precluso i collegamenti nella borgata: routinari percorsi relazionali di poche decine di metri si sono trasformati in un tragitto di oltre due chilometri per raggiungere uno svincolo fatto nell’ottica delle vetture e non dei pedoni. Dopo le proteste dei residenti è stato realizzato un piccolo sottopasso pedonale, comunque precluso ai disabili e decisamente sconsigliato per ragioni di sicurezza personale. Ancora oggi non è stata adottata alcuna valida soluzione.

Non vorrei che un domani il prossimo ministro dei Lavori Pubblici dovesse fare un omaggio alla memoria di qualche abitante del quartiere di Brancaccio, perché né autombulanze né mezzi dei Vigili del Fuoco possono imboccare, per l’impossibilità di uscirne agevolmente, questo budello interdetto anche ad autobus e mezzi per la raccolta dei rifiuti. Molto più difficile mi appare valutare i danni sociali che un simile trattamento ha determinato in un quartiere di cui ci si ricorda solamente in occasione delle celebrazioni di commemorazione di Padre Puglisi.

Ma questa è un’altra storia e un’altra visibilità.

E lo Stato?

Una delegazione è stata ricevuta in Prefettura dal Vice prefetto delegato, la dottoressa Maria Teresa Cucinotta che, in verità si è limitata ad invitare a trovare una soluzione tra le parti prestando comunque poco interesse per i fatti. Forse, in quanto sorella del responsabile RFI per gli interventi in Sicilia, Andrea, conosceva già la vicenda …..